domenica 6 gennaio 2013

san Luciano di Antiochia

7 GENNAIO
SAN LUCIANO DI ANTIOCHIA




UFFICIO DELLE LETTURE
INNO
Lux in laude jucundetur,
Et in laude Dei detur
iucundum Alleluia.

Laudemus in Lucianum
Christum, qui hunc sibi grano
Elegit a palea;

Laus et honor huic diei,
Quae electum granum Dei
Perduxit ad horrea.

Fide firmus et sermone
Praefacundus, actione
Virtutum conspicuus.

Verbis, factis vir beatus
Aeque docet, debriatus
Septiformi gratia;

Per hunc, daemon debellatur
Dei nomen praedicatur,
Plantatur ecclesia.

Quando ille decollatar,
Luce locus perlustratur.
Vox de caelo veniens

Clamat: veni, Luciane,
Gaude mecum, gaude plane
Vive prò me moriens.

1 ant. Nella meditazione della Parola di Dio il presbitero Luciano fortificò il suo spirito, per resistere nel giorno della prova.
SALMO 2

2 ant. Massimino gli prometteva grandi ricchezze ma Luciano rispondeva: “io sono cristiano”.
SALMO 10


3 ant. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome ma con la perseveranza
salverete le vostre anime.
SALMO 16

Mi afferra l’angoscia e l’ oppressione
ma la tua parola mi sostiene.

PRIMA LETTURA 2 MACCABEI 6, 18-31
Il martirio di Eleazaro
Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo gia avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina. Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s'incamminò volontariamente al supplizio, sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per brama di sopravvivere. Coloro che erano incaricati dell'illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest'uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare la porzione delle carni sacrificate imposta dal re, perché, agendo a questo modo, avrebbe sfuggito la morte e approfittato di questo atto di clemenza in nome dell'antica amicizia che aveva con loro. Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia a cui si aggiungeva la veneranda canizie, e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, e degno specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero alla morte. «Non è affatto degno della nostra età fingere con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Eleàzaro sia passato agli usi stranieri, a loro volta, per colpa della mia finzione, durante pochi e brevissimi giorni di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell'Onnipontente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e generosamente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo a loro parere che le parole da lui prima pronunziate fossero una pazzia. Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui». In tal modo egli morì, lasciando non solo ai giovani ma alla grande maggioranza del popolo la sua morte come esempio di generosità e ricordo di fortezza.

RESPONSORIO
Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda
* ma è giustizia, pace, gioia nello Spirito Santo.
Se un cibo scandalizza un fratello non mangerò mai più carne in eterno.
Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda ma è giustizia, pace, gioia nello Spirito Santo.

SECONDA LETTURA .
Da un’ omelia di s. Giovanni Crisostomo su s. Luciano di Antiochia, pronunciata il 7 gennaio 387. " Come infatti chi riceve il profeta nel nome del Profeta, riceverà la ricompensa del Profeta; e chi riceve il giusto nel nome del Giusto, riceverà la ricompensa del Giusto „, così chi riceve il martire nel nome del Martire, riceverà la mercede del Martire. Accogliere il martire vuol dire convenire qui a ricordarlo, partecipare al racconto delle sue lotte, a mirarne le gesta, emularne la virtù, predicarne agli altri l'eroismo. Questi sono i doni dell'ospitalità data ai Martiri; perché, come avete fatto oggi, si ricevono i Santi. Ieri il Signor Nostro fu battezzato nell'acqua; oggi il servo vien battezzato nel sangue. Ieri furono aperte le porte del Cielo, oggi sono calpestate le porte dell'inferno. Non vi meravigliate, se ho chiamato battesimo il martirio. Qui pure lo spirito discende con abbondanza di grazie, perché si compie la remissione dei peccati e una meravigliosa purificazione dell'anima. E come i battezzandi vengono immersi nell'acqua, così quelli che vengono martirizzati, si lavano nel proprio sangue. Appunto questo accadde al nostro martire. Però, prima che della sua uccisione, è necessario parlare della malizia del diavolo. E vagando attorno, procurò di cercare un supplizio per la acerbità e per la durata simul-taneamente squisito, poiché le pene più intollerabili son quelle che offrono una più pronta liberazione, mentre quelle più lunghe riescono men dolorose; egli si studiò di trovarne una che avesse a un tempo queste due qualità: cioè la lunghezza della durata e la intensità dello spasimo; e ciò per fiaccare la costanza del martire ed espugnarne la volontà. Che fa allora il diavolo? Lo assoggetta alta fame. Lontano da voi il pericolo di farne esperienza. Non ci insegnò bene Gesù a pregare perché non entrassimo In tentazione? Come una belva accovacciata nell'interno delle nostre viscere, la fame dilania tutte le membra e divora in ogni parte il corpo; e, più rabbiosa del fuoco, da un incessante e inesplicabile strazio. Che cosa infatti è più imperioso delle esigenze della natura ? Che più mutevole e fiacco dell'umana volontà? Perché tu apprendessi che nulla è più valido del timore di Dio, la volontà appare in lui più gagliarda della natura. Quel supplizio non valse però a dominare il nostro santo; non trionfò della generosa fermezza di lui il quale, di fronte a tale tormento, rimase più saldo e resistente di ogni pietra più dura. Egli si saziava del Pane della speranza del Cielo, e si gloriava di essere soggetto a simile prova. E quando il diavolo scellerato vide che il santo non si piegava di fronte a tanta necessità, si studiò di rendergli anche più duro il tormento. Prese della carne già sacrificata agli idoli, e, posatala sopra la mensa, volle che di continuo rimanesse davanti agli occhi di lui, appunto perché la facilità di usufruire di quel cibo, finisse per conquiderne il petto gagliardo. Tuttavia il martire superò anche questa insidia, tanto che ciò che secondo il pensiero del diavolo avrebbe dovuto fiaccare la fortezza di lui, gli giovò grandemente ad eccitarlo alla pugna. Al cospetto della carne tolta dai sacrifici idolatrici, il santo non solo non era tentato, ma sentiva per essa una maggiore avversione. Così che mentre aveva sotto lo sguardo la scellerata pietanza, un'altra mensa ricordava assai più preziosa, perché colma di Spirito Santo, e s'infiammava verso di quella, preferendo di sopportare ogni tormento anziché gustare delle impure vivande. In quel momento rammentava la mensa dei tre fanciulli della Scrittura»! Richiamando tutto questo alla mente, il santo derise malizia del diavolo, ne disprezzò le abili insidie, e non si piegò per niente a quanto gli fu posto sotto Io sguardo. Quando poi lo scellerato si avvide che nulla più gli restava a sperimentare la costanza del martire, lo fece ricondurre al tribunale e, sottoponendolo alla tortura, gli indirizzò continue domande. Ma il santo rispondeva solamente: " Io sono Cristiano„. E il carnefice: " Di che patria tu sei?,, E il Santo: “Io sono Cristiano”, "Quale è la tua professione?,, "Io sono Cristiano „. "Chi sono i tuoi genitori?,, " Io sono Cristiano „. Con questa unica e semplice risposta egli, colpendo il diavolo nella testa, non risparmiò di infliggergli continuamente ferite sopra a ferite. Sebbene il martire, avesse anche cultura profonda, sapeva nondimeno con evidenza che in siffatte contese, non c'era bisogno di grande eloquenza, ma di fede; non di valentia retorica, ma di un'anima amante di Dio. Sarebbe bastato un'unica parola per confonde-re tutte le falangi del diavolo. Tale risposta, però, a chi non ci fa una seria attenzione, sembra senza conclusione; ma sebben ci si pensa, si vedrà sprigionare da essa tutta la sapienza del martire. Infatti, avendo detto: " Io sono Cristiano „ dichiarò la patria, la famiglia, la professione, ogni cosa. Ma come ? Ecco! Il Cristiano non ha sulla terra una particolare città, ma ha la Gerusalemme celeste. È scritto, infatti: " La superna Gerusalemme è libera; questa "è la madre nostra”, II Cristiano inoltre non ha professione terrena, ma appartiene alla cittadinanza dei Cieli : " La nostra patria, è detto, l' abbiamo nel Cielo”. II Cristiano, poi, ha per congiunti e per cittadini tutti i Santi: " Siamo, dice, concittadini dei Santi e familiari di Dio”; così che con una sola espressione il martire insegnò con esattezza chi fosse, di dove fosse e da chi, e quale era la sua occupazione. Così dicendo morì; se ne andò di quaggiù portando salva a Cristo la sua spirituale eredità, con l'esempio delle sue sofferenze ammonendo chi lasciò sulla terra a rimaner fermo nella fede e a nulla temere, fuorché il peccato e l'apostasia.

RESPONSORIO
Voi siete luce nel Signore: comportatevi come figli della luce
* Frutto della luce è ogni cosa buona, giusta e vera.
Voi siete la luce del mondo: splenda la vostra luce davanti agli uomini.
Frutto della luce è ogni cosa buona, giusta e vera.

Inno TE DEUM

ORAZIONE O Dio, luce e guida dei credenti, che hai chiamato san Luciano ad illuminare la comunità cristiana con la parola ed a formarla con la testimonianza della vita, fà che custodiamo la fede che ci ha trasmesso e seguiamo la via che ha tracciato con l’ esempio. Per il nostro…

OPPURE: O Dio, che nel sacerdote san Luciano hai dato alla Chiesa un pastore mirabile per santità di vita, concedi a noi, che lo veneriamo maestro e protettore, di ardere davanti a te per la fiamma di carità e di splendere davanti agli uomini per la luce delle buone opere. Per il nostro Signore.

LODI
1 ant. Voi siete la luce del mondo; come una città collocata sopra un monte non potete rimanere nascosti.
Salmi e cantici dalla prima domenica del salterio
2 ant. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
3 ant. Lampada ai miei passi è la tua parola, Signore, luce sul mio cammino.

LETTURA BREVE 1 Pt 4, 13 - 14 Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi.

RESPONSORIO BREVE
Dio lo sostiene * con la luce del suo volto.
Dio lo sostiene con la luce del suo volto.
Non potrà vacillare, Dio è con lui,
con la luce del suo volto.
Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo.
Dio lo sostiene con la luce del suo volto.

Ant al Ben. Io sono la luce del mondo, dice il Signore, chi segue me avrà la luce della vita.

Invocazioni Rivolgiamo la nostra umile preghiera a Cristo Signore, che ha edificato col suo sangue la Chiesa, e ci ha chiamati alla sequela del suo fedelissimo sacerdote Luciano. Diciamo insieme: Rendici perseveranti, o Signore, nel tuo servizio.

Tu che sei venuto ad evangelizzare i poveri e gli umili,
- insegnaci a diffondere con la parola e con le opere il tuo Regno.

Tu che sei luce dei popoli e maestro di santità e di vita vera,
- rendici saldi nella fede per poter annunziare il tuo Nome a tutti i nostri fratelli.

Tu che hai dato ai tuoi discepoli come speciale comandamento il precetto dell'amore fraterno,
- fa' che operiamo alacremente il bene a servizio di tutti i nostri fratelli.

O Sapienza dell'Eterno Padre, che illumini le nostre intelligenze,
- fa' che, ricercando la verità nella carità, nutriamo sempre pensieri retti e santi.

O Cristo Salvatore, che non hai disdegnato di lavorare con le tue mani,
- dirigi e santifica il nostro lavoro, perché, vedendo le nostre buone opere,
tutti possano glorificare il Padre.

Padre nostro.

ORAZIONE O Dio, luce e guida dei credenti, che hai chiamato san Luciano ad illuminare la comunità cristiana con la parola ed a formarla con la testimonianza della vita, fà che custodiamo la fede che ci ha trasmesso e seguiamo la via che ha tracciato con l’ esempio. Per il nostro…
 
ORA MEDIA
Terza

Inno Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

Ant. Signore, la tua parola nel rivelarsi illumina dona saggezza ai semplici.
Ps 117

LETTURA BREVE  2 Tim 3, 16
Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
I decreti del Signore sono giusti, rallegrano il cuore;il comando del Signore è limpido, dona luce agli occhi. 
ORAZIONE

INNO di SESTA
O sole di giustizia,
Verbo del Dio vivente,
irradia sulla Chiesa
la tua luce immortale.

Per te veniamo al Padre,
fonte del primo amore,
Padre d'immensa grazia
e di perenne gloria.

Sia Cristo il nostro cibo,
sia Cristo l'acqua viva:
in lui gustiamo sobrii
l'ebbrezza dello Spirito. Amen.

Antifona
La legge di Dio è luce degli occhi e gioia del cuore.

SALMO 18 B  

PREGHIAMO   O Padre celeste, che hai inviato il tuo Verbo divino per rivelare all'universo lo splendore della tua gloria, concedici che la tua legge illumini i nostri cuori, rinfranchi le nostre anime, e ci doni la saggezza dei semplici.

LETTURA BREVE Ef 5, 6 ss       Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: «Svègliati, o tu che dormi, dèstati dai morti e Cristo ti illuminerà».

Riscattami, Signore, pietà di me:nell'assemblea benedirò il tuo nome.

ORAZIONE     O Dio, luce e guida dei credenti, che hai chiamato san Luciano ad illuminare la comunità cristiana con la parola ed a formarla con la testimonianza della vita, fà che custodiamo la fede che ci ha trasmesso e seguiamo la via che ha tracciato con l’ esempio. Per il nostro…
Oppure:      O Dio, vera luce e sorgente della luce, ascolta la nostra preghiera per intercessione di san Luciano di Antiochia e fa' che meditando con perseveranza la tua legge, viviamo sempre illuminati dallo splendore della tua verità. Per il nostro Signore.
INNO di NONA
O Cristo, Verbo del Padre,re glorioso fra gli angeli,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
Cibo e bevanda di vita,
balsamo, veste dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
Illumina col tuo Spirito
l'oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.

Ant.  In te è la sorgente della vita, nella tua luce vediamo la luce.
salmo 96   
PREGHIAMO O Dio, sorgente della vita, nel tuo Verbo hai dato al mondo la luce vera che illumina ogni uomo: concedi che quanti lo accolgono con cuore retto possano dissetarsi e saziarsi con l'abbondanza della tua grazia.
Lettura Breve   Sir 2, 15-16        Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; e coloro che lo amano seguono le sue vie. Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;     e coloro che lo amano si saziano della legge.

Togli il velo ai miei occhi, Signore scruterò i prodigi della tua legge.
orazione      O Dio, nostra salvezza, che ci hai fatto figli della luce, guidaci nel nostro cammino, per intercessione di san Luciano, così che diventiamo operatori di verità e testimoni del tuo Vangelo. Per il nostro Signore…
Oppure:      O Dio, vera luce e sorgente della luce, ascolta la nostra preghiera per intercessione di san Luciano di Antiochia e fa' che meditando con perseveranza la tua legge, viviamo sempre illuminati dallo splendore della tua verità. Per il nostro Signore.
Oppure:      O Dio, che nel mistero della tua Provvidenza unisci la Chiesa alla passione del Cristo, tuo Figlio, concedi, per intercessione di san Luciano, a coloro che soffrono persecuzione a causa del tuo nome, lo spirito di pazienza e di amore, perché siano testimoni autentici e fedeli delle tue promesse. Per il nostro Signore….
VESPRI   Inno
O Dio, dei santi martiri,
eredità e corona,
benedici il tuo popolo.

Nel nome di san Luciano
perdona i nostri debiti,
rinnova i nostri cuori.

Testimone di Cristo,
confermò col suo sangue
l'annunzio della fede.

Amico del Signore,
egli giunse alla gloria
per la via della croce.

La luce del tuo martire
ci guidi nel cammino
verso la mèta eterna.

Sia onore e gloria al Padre,
al Figlio e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant. Il saggio si compiace della legge del Signore, la medita giorno e notte.
SALMO 115   
2 ant. Ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è come un uomo saggio che trae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.
SALMO 125  
3 ant. Quanto amo la tua legge, Signore, tutto il giorno la vado meditando.
CANTICO Ef 1, 3-10 
Benedetto sia Dio,  
lettura breve Sir 34,t4-17         Chi teme il Signore non ha paura di nulla, e non teme perché egli è la sua speranza. Beata l'anima di chi teme il Signore; a chi si appoggia? Chi è il suo sostegno? Gli oc­chi del Signore sono su coloro che lo amano, protezione potente e sostegno di forza, riparo dal vento infuocato e riparo dal sole meridiano, difesa contro gli ostacoli, soc­corso nella caduta; solleva l'anima e illumina gli occhi, concede sanità, vita e benedi­zione.
RESPONSORIO BREVE
Ha detto le parole di Dio * in mezzo all’ assemblea. Ha detto le parole di Dio in mezzo all’ assemblea.Il Signore gli ha dato lingua e sapienza in mezzo all’ assemblea.Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo.Ha detto le parole di Dio in mezzo all’ assemblea.
Ant. al Magn. Maestro nella fede e luce nella Chiesa, san Luciano, hai scrutato con amore la Parola di Dio: prega per noi il Signore.
Oppure: Con la luce della scienza dei Padri ha brillato nella Chiesa come una lucerna sopra il lucerniere, impartendo al Popolo di Dio la cono­scenza della salvezza.
Intercessioni     Nell'ora in cui Cristo, re dei martiri, offri per noi la sua vita nella cena pasquale e nell'oblazione cruenta sulla croce, s'innalzi a lui la lode della Chiesa: Fà risplendere su di noi il tuo volto, perché si conosca sulla terra la tua via.
 Noi ti lodiamo e ti adoriamo, o Cristo, causa e modello di ogni martirio, perché ci hai amati sino alla fine, - fà risplendere su di noi il tuo volto, perché si conosca sulla terra la tua via.
 Perché hai comandato alla tua Chiesa di offrire il sangue della nuova ed eterna alleanza, sparso per la remissione dei peccati, - fà risplendere su di noi il tuo volto, perché si conosca sulla terra la tua via.
Perché in questo giorno ci hai dato la grazia di perseverare nella fede, - fà risplendere su di noi il tuo volto, perché si conosca sulla terra la tua via.
 Perché hai associato molti fratelli alla tua morte redentrice, - fà risplendere su di noi il tuo volto, perché si conosca sulla terra la tua via.
Padre nostro.
ORAZIONE       O Dio, luce e guida dei credenti, che hai chiamato san Luciano ad illuminare la comunità cristiana con la parola ed a formarla con la testimonianza della vita, fà che custodiamo la fede che ci ha trasmesso e seguiamo la via che ha tracciato con l’ esempio. Per il nostro…
Per la lettura spirituale
Dai «Sermoni» di Giovanni di Napoli, vescovo (Disc. 7; PLS 4, 785-786)
«Il Signore è mia luce e mia salvezza; di chi avrò paura?» (Sal 26, 1). Si dimostra grande questo servo che comprendeva come veniva illuminato, da chi veniva illuminato e chi veniva illuminato. Vedeva la luce: non questa che volge al tramonto, ma quella che occhio non vede. Le anime irradiate da questa luce non cadono nel peccato, non inciampano nei vizi.
Il Signore diceva: «Camminate mentre avete la luce» (Gv 12, 35). Di quale luce parlava se non di se stesso? Egli infatti ha detto: «Io come luce sono venuto nel mondo» (Gv 12, 46), perché quelli che vedono non vedano e i ciechi ricevano la luce.
Il Signore è dunque colui che ci illumina, il sole di giustizia che ha irradiato la Chiesa cattolica, sparsa in tutto il mondo. Il profeta vaticinava di lei con queste parole: «Il Signore è mia luce e mia salvezza; di chi avrò paura?».
Se l'uomo interiore è illuminato, non vacilla, non smarrisce la sua strada, non si perde di coraggio. Chi scorge da lontano la sua patria, sopporta ogni contrarietà, non si rattrista nelle avversità del tempo presente; riprende invece coraggio nel Signore, è umile di cuore, resiste alla prova e, nella sua umiltà, porta pazienza. Questa luce vera, che illumina ogni uomo che viene a questo mondo (cfr. Gv 1, 9), si offre a quanti la temono, scende e si rivela in coloro che il Figlio vuole illuminare.
Chi giaceva nelle tenebre e nell'ombra di morte, cioè nelle tenebre del male e nell'ombra del peccato, allo spuntare di questa luce ha orrore di sé, rientra in se stesso, si pente, si vergogna e dice: «Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?». Grande salvezza, questa, fratelli miei. Salvezza che non teme cedimenti, che non ha paura di fatiche, che affronta volentieri la sofferenza. Tutti perciò dobbiamo esclamare in coro e con entusiasmo, non solo con la lingua, ma anche col cuore: «Il Signore è mia luce e mia salvezza; di chi avrò paura?».
E' lui che illumina, è lui che salva. Di chi avrò paura? Vengano pure le tenebre delle tentazioni; il Signore è mia luce. Possono venire, ma non potranno sopraffarmi; possono assalire il mio cuore, ma non vincerlo. Vengano pure le cieche cupidigie. Il Signore è mia luce. Egli dunque è la nostra fortezza. Egli si dona a noi e noi ci diamo a lui. Affrettatevi dal medico finché siete in tempo, perché non succeda non possiate più quando lo vorreste.
Ex Sermónibus Ioánnis Medíocris Neapolitáni epíscopi (Sermo 7: PLS 4, 785-786)
Dóminus illuminátio mea et salus mea: quem timébo? Magnum servum, qui sciébat quómodo illuminabátur, unde illuminabátur, qualis erat qui illuminabátur. Vidébat lucem, non istam, quæ ad vésperum tendit; sed illam lucem, quam óculus non videt. Mentes ex hac luce illuminátæ non ruunt in peccáta, non offéndunt in vítiis. Dicébat enim Dóminus: Ambuláte dum habétis lucem in vobis. De qua enim luce dicébat, nisi de ipso? qui dixit: Ego lux veni in mundum, ut qui vident, non vídeant, et cæci lumen recípiant. Iste ergo Dóminus illuminátio nostra, sol iustítiæ, qui radiávit Ecclésiam suam cathólicam ubíque diffúsam, et clamábat Prophéta in figúra eius: Dóminus illuminátio mea et salus mea: quem timébo? Illuminátus homo intérior non cláudicat, a via non recédit, totum tólerat. Qui de longínquo videt pátriam, adversitátes sústinet, in temporálibus non contristátur, sed in Deo confirmátur; déprimit cor et sústinet, et humilitáte sua patiéntiam habet. Lumen istud verum, quod illúminat omnem hóminem veniéntem in hunc mundum, dat se metuéntibus, infúndit cui vult, ubi vult, revélat se cui Fílius vult. Qui sedébat in ténebris et umbra mortis, in ténebris malórum et umbra peccatórum, orta luce horret sibi et ádicit se, pænitet, erubéscit et dicit: Dóminus illuminátio mea et salus mea: quem timébo? Magna salus, fratres mei. Ista salus infirmitátem non timet, lassitúdinem non formídat, dolórem non videt.
Debémus ergo plene atque perfécte non tantum lingua, sed étiam mente clamáre et dícere: Dóminus illuminátio mea et salus mea: quem timébo? Si ipse illúminat, ipse salvat, quem timébo? Véniant calígines suggestiónum, Dóminus illuminátio mea. Veníre possunt, profícere non possunt, cor nostrum impugnándo, non tamen vincéndo. Véniat cæcitas cupiditátum, Dóminus illuminátio mea. Fortitúdo ergo nostra ipse est, qui se dat nobis et nos ipsos damus illi. Cúrrite ad médicum cum potéstis, ne cum velítis non possítis.

Nessun commento:

Posta un commento