Scruton: opporsi al matrimonio gay è diventato un reato intellettuale. O si tace o la gogna
novembre 14, 2012 Redazione
Il filosofo inglese Roger Scruton parla col Foglio del caso Savile, morto e accusato di pedofilia in patria dagli stessi che «hanno cercato per anni di depenalizzare il sesso fra minorenni».
«In Inghilterra le strutture morali sono scomparse e il sesso si è disintegrato. Da qui è nata un’ansia, una sorta di frenesia che doveva trovare il colpevole perfetto per purificare così il resto della società. Chi meglio di Savile, una celebrità morta che non poteva rispondere alle accuse in tribunale?». Le parole sono del filosofo e grande intellettuale conservatore inglese Roger Scruton, che commenta al Foglio il caso Jimmy Savile, famoso presentatore inglese morto l’anno scorso, ora accusato di molestie sessuali e pedofilia. Per il filosofo Scruton «l’isteria sulla pedofilia è indicativa di una società sul punto dell’autodistruzione».
IDEOLOGIA SESSUALE. Per l’intellettuale conservatore il paradosso è che «gli stessi che hanno cercato per anni di depenalizzare il sesso fra minorenni oggi orchestrano la crociata sui Savile. Non è solo ipocrisia,ma è un’ideologia che vuole ricostruire la sessualità senza legami con l’ordine naturale. (…) Come su Savile, lo stesso vale per le accuse al clero cattolico, usano la pedofilia perché non sopportano che i preti possano condurre quel tipo di vita. Oggi si dà per scontato che non vi sia differenza fra il sesso omosessuale e quello eterosessuale, che non ci sia differenza fra il desiderio e la perversione, che la castità sia una scelta ma non una virtù, che le sole questioni morali che circondano l’atto sessuale siano quelle del consenso e della “sicurezza”».
TUTTO LECITO, SE C’È IL CONSENSO. In una logica “liberal” in cui, continua Scruton, «il sesso è una forza da “liberare” e che ci nuoce quando è “repressa”», «la pedofilia diventa sbagliata semplicemente perché manca il “consenso”, mentre tutto ciò che gli adulti condividono in privato diventa moralmente ineccepibile. È lo stesso governo britannico che abbassa l’età consensuale per il sesso omosessuale a sedici anni, una età in cui si va ancora a scuola. (…) L’intellighenzia liberal è diventata incapace di percepire il pericolo di questa entropia sociale e vi è una prevalente opinione fra le nostre élite per cui i costumi sessuali non sono più un affare pubblico».
OMOFOBIA: REATO INTELLETTUALE. Passando per la liberalizzazione sessuale si arriva a rimuovere il concetto di “sacro” e soprattutto a invadere il campo della «istituzione che santifica la vita di ogni giorno»: il matrimonio. «L’introduzione del matrimonio gay non è una questione terminologica – continua Scruton – ma una decisione che modifica l’intera sfera sociale. Dobbiamo prepararci a un nuovo ordine sociale in cui ogni tipo di relazione sessuale può essere trasformata in matrimonio firmando alla giusta riga. E sarà annunciato come un grande passo in avanti per la libertà umana». In molti paesi europei già ci sono le “partnership civili” che garantiscono alle coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie sposate. «Ma gli attivisti non sono soddisfatti dei compromessi, non perché non garantiscano sicurezza al loro amore, ma perché implicano che c’è ancora una differenza fra relazioni etero e omosessuali. Così sono pronti a scagliare l’accusa di “omofobia” contro chiunque (…). E come altri reati intellettuali, l’omofobia fa sì che l’unico modo per restare al sicuro sia quello di chiudere la bocca».
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