venerdì 11 gennaio 2013

san teodosio

11 GENNAIO
s. teodosio il cenobiarca  (423-529)

 


Per quanto paiano incredibili, le date riportate sopra in parentesi sono ben accertate e sembra proprio che Teodosio sia morto al­l'età di 105 anni. Nato in Cappadocia, in Asia Minore, entrò al servizio della Chiesa come lettore o salmista. Da giovane, secondo la tradizione, ispirò la sua vita all'esempio di Abramo; anch'egli intatti, lasciata la sua terra natale, parti in pellegrinaggio per Ge­rusalemme. Durante il viaggio fece visita a S. Simeone lo Stilita che, dall'alto della sua colonna, gli diede consigli su come e dove avrebbe dovuto condurre la sua vita.
Avvertendo la necessità di affidarsi a una guida spirituale, dopo aver visitato i luoghi santi a Gerusalemme si mise sotto la direzio­ne di un sant'uomo chiamato Longino, che lo persuase a prender­si carico di una comunità che si trovava sulla strada per Betlemme. Tuttavia non restò là a lungo, trasferendosi all'interno di una grotta di una montagna circostante, dove presto lo seguirono alcu­ni discepoli. Cercò di limitarne il numero, ma in definitiva non riusciva mai a cacciare nessuno; la grotta divenne quindi sovrap­popolata e la comunità fu costretta a spostarsi. Essendo originario della Cappadocia e avendo quindi una certa familiarità con gli insegnamenti di S. Basilio (2 gen.), grande soste­nitore della vita comunitaria, Teodosio stesso era probabilmente più incline a questo tipo di vita piuttosto che a quella solitaria, an­che se ciò andava contro la tendenza spirituale generale dell'epo­ca. Edificò quindi a Cathismus, vicino a Betlemme, un grande mo­nastero che in breve tempo si riempì di monaci. Al monastero vennero anche annesse tre infermerie, delle quali una era adibita all'accoglienza dei malati comuni, un'altra a quella degli anziani e l'ultima a quella dei malati di mente, infer­mità a cui taluni parevano essere stati portati da un ascetismo ec­cessivo.
Vi erano anche quattro chiese che costituivano il primo nucleo di una città monastica, che presto sarebbe stata costruita in quel luo­go. Tre di queste chiese erano riservate ai tre gruppi etnici presen­ti: greci, armeni e slavi, mentre l'ultima era riservata ai malati di mente o a chi era in via di guarigione.
Ogni gruppo celebrava la Liturgia della Parola nella sua lingua e nella sua chiesa; poi tutti si riunivano per celebrare in greco la Li­turgia Eucaristica. La giornata dei monaci, esclusi i momenti di preghiera e riposo, era dedicata al lavoro manuale, secondo uno schema che si ritroverà nella Regola di S. Benedetto. Questo mo­nastero diventò subito famoso e venne preso a modello in tutta la Palestina; il patriarca Sallusto nominò Teodosio archimandrita di tutti i cenobi, ossia delle comunità monastiche di Palestina, men­tre superiore generale di tutti gli eremiti divenne, S. Saba (5 dic.). Nonostante rappresentassero due tradizioni differenti, i due santi vivevano in grande armonia ed entrambi furono vittime delle ma­nipolazioni politiche connesse all'eresia rnonofisita. Nel 513, infatti, l'imperatore Anastasio (491-518) che era un se­guace del capo dei monofisiti, Eutiche (+ 4.54), depose il patriarca di Gerusalemme, Elia, proprio come l'anno precedente aveva so­stituito il patriarca di Antiochia Flaviano II con Severo, un eutichiano moderato. Il successore di Elia, Giovanni, sarebbe stato disposto a fare qualsiasi concessione a Severo, ma Teodosio e Saba lo costrinsero, stan­dogli accanto, a fare una dichiarazione solenne in cui condannava sia Eutiche che Severo.  Conoscendo la fama di santità che circondava Teodosio, l'imperato­re decise di inviargli una somma di denaro per opere di carità, an­che se in realtà mirava a corromperlo. Teodosio stette al gioco e di­stribuì i soldi ai poveri. A questo punto l'imperatore, che credeva di aver persuaso Teodosio, decise di inviargli una professione di fede monofisita da firmare; per tutta risposta il santo mandò al­l'imperatore un rifiuto scritto, in seguito al quale, almeno per un po', la situazione sembrò acquietarsi. Essendo poi ripresa la persecuzione degli ortodossi, Teodosio co­minciò a percorrere la Palestina in lungo e in largo con l'intento di convincere tutti ad abbracciare in fretta la fede dei quattro concili ecumenici (compreso quello di Calcedonia del 451, in cui era stata definita la dottrina delle due nature di Cristo) in parallelo a quella dei quattro Vangeli. La sua predicazione ebbe però l'effetto di sol­levare il popolo che, spaventato dagli editti dell'imperatore, lo fe­ce esiliare. Nel 518, infine, Anastasio mori e il suo successore, Giustino, revocò la condanna all'esilio. Ormai Teodosio, che aveva 95 anni, era riuscito a fare della Pale­stina un baluardo dell'ortodossia calcedonese ed era riuscito an­che a imporre le regole di quel concilio, riguardo alla vita monastica: esse richiamavano i monaci alla stabilità, e dichiaravano che tutti i monasteri si sottomettessero al controllo ecclesiastico locale. Morì a causa di una malattia dolorosa, affrontata con eroica sop­portazione; il patriarca di Gerusalemme e quasi tutta la popolazio­ne parteciparono al suo funerale. Fu sepolto nella prima grotta in cui aveva abitato; la caverna dove, secondo la tradizione, avevano allog-giato i Re Magi mentre si re­cavano ad adorare Gesù Bambino, e che per questo era stata loro intitolata. La sua fama si diffuse presto e molti miracoli gli venne­ro attribuiti, compresa una vittoria militare sui persiani.
11 GENNAIO
SAN TEODOSIO, Abate

San Teodosio il Cenobiarca nacque in Cappadocia nel villag­gio di Garissos nell'anno 423. Ricevette un'ottima formazione cris­tiana dai pii genitori, fu ben istruito nelle Sacre Scritture e molto giovane fu ordinato lettore. Allora intraprese il pellegrinaggio verso la Terra Santa e durante il viaggio volle consultare san Simeone lo stilita, presso Antiochia. Questi gli predisse la fioritura di una grande famiglia monastica di cui sarebbe stato Padre. Intanto, dopo aver visitato i luoghi santi, Teodosio si stabilì nel deserto di Giuda dove per circa 40 anni visse, come eremita vicino ad altri eremiti, una vita di grandi penitenze. Poi cominciò ad accogliere i discepoli e costruì un grande monastero, presto affollassimo, a circa 7 km a sud di Betlemme. Accanto al Monastero costruì un' infermeria, un os­pizio per vecchi ed infermi, un ospizio per i pellegrini ed un altro per i malati di mente. Tanto i monaci, quanto gli ospiti e i pelle­grini appartenevano, a diverse nazioni e lingue; così nel complesso monastico di Teodosio ci furono tre Chiese in cui si celebrava la liturgia in greco, in siriaco e in armeno e una quarta Chiesa per i penitenti.
Teodosio ebbe molto a soffrire per la sua fedeltà al Con­cilio di Calcedonia (451); anzi, insieme con S. Saba, fu a capo della resistenza dei monaci alle pressioni dell'imperatore Anastasio monofisita. Teodosio morì nel suo monaste-ro, Deir Dosi, o monastero di Teodosio, come ancor oggi è chiamato in arabo, all'età di 105 anni, nell'anno 529.
* Il motivo dominante di questa liturgia è la carità che genera l'unità dei credenti "partecipi dell'unico pane è dell'unico calice" (Ant. alla Comun.) e fa di noi tutti "un solo corpo e un solo spirito" nel "vincolo della pace".
* Come il Pastore buono del Vangelo anche Teodosio ci guida in questo cammino di carità e di pace. Il suo monastero, che acco­glieva tutti e dava voce ad ogni lingua nella lode di Dio, rimane un esempio di quell'unità della Chiesa nella multiforme ricchezza e bellezza di doni ed espressioni diverse, come la vuole il suo Signore.
* Possa l'esempio di Teodosio, invitto nella fede, inesauribile nella carità, stimolare i fratelli cristiani che oggi vivono in terra santa, a vivere in modo da raggiungere presto quell'unita visibile che è annunzio e segno della vita futura.
Antifona d'Ingresso Gv . 10:14-16
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. E ho altre pecore; anche queste ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
Colletta    O Dio onnipotente ed eterno, luce degli erranti e pastore dei fedeli, per intercessione di san Teodosio, che per la difesa della fede non temette né le minacce, né la morte, concedi che tutti i credenti in Te vivano concordi nell'amore. Per il nostro Signore, Gesù Cristo,...

Prima lettura Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4, 1-6
Fratelli, vi esorto io, il prigioniero del Signore, a comportar­vi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio, Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 99
Rit. Noi suo popolo e gregge del suo pascolo.
Acclamate al Signore,
voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. 
Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome. 
Poiché buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.
Alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore;
e io le conosco ed esse mi seguono.
Gv: 10:27Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni  10: 11,14-16.
In quel tempo: disse Gesù ai suoi discepoli: "Io sono il buon pastore:  il buon pastore  offre  la vita per le pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conos­cono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e of­fro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile, anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diven­teranno un solo gregge e un solo pastore. Parola del Signore.
Orazione sulle offerte        Santifica queste offerte, o Dio misericordioso, e fà che, sull'esempio e per l'intercessione di San Teodosio, possiamo offrirti noi stessi con Cristo. Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO     È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,  lodarti e ringraziarti sempre, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Tu doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare la memoria di san Teodosio. Con i suoi esempi la rafforzi, con i suoi insegnamenti l'ammaestri, con la sua intercessione la proteggi. Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime, cantiamo l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo, …
Antifona alla Comunione 1 Cor. 10,  17
Poiché c'è un solo pane, noi,  pur essendo molti, siamo un corpo solo; tutti infatti partecipiamo dell'unico pane e dell'unico calice.
 Orazione dopo la Comunione      Ti preghiamo, o Signore, i sacramenti che abbiamo ricevuto nel ricordo di san Teodosio, accrescano in noi la carità fraterna e ci rendano saldi nella fede. Per Cristo nostro Signore.

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