Londra, presentata la legge sui matrimoni gay. Ora i cristiani temono per la propria libertà
gennaio 26, 2013
È cominciato ieri l’iter dell’approvazione del “Marriage (Same Sex Couples) Bill”. Anche i cattolici e gli anglicani saranno obbligati a celebrare nozze gay? C’è chi teme di sì
Si chiama “Marriage (Same Sex Couples) Bill” la legge britannica sui matrimoni gay che ha cominciato ieri il suo iter parlamentare. Il governo conservatore guidato da David Cameron ha infatti pubblicato il testo della controversa norma che nei prossimi mesi dovrà essere votata dai rappresentanti del popolo di Sua Maestà.
PRETI OBIETTORI A RISCHIO. Sia la Chiesa anglicana che quella cattolica si oppongono decisamente alla ridefinizione del matrimonio. Non a caso Maria Miller, il ministro della Cultura che ha presentato il testo, si è sentita in dovere di rassicurare tutte le confessioni che saranno «tutelate e non costrette a celebrare le nozze tra persone dello stesso sesso». In passato la stessa Miller aveva specificato che nella legge sarebbe stata resa esplicita l’«illegalità» dell’obbligo di celebrare matrimoni gay. E ieri ha ribadito: «La Chiesa d’Inghilterra, essendo la Chiesa di Stato, è un caso a parte. Attualmente ha l’obbligo di sposare chiunque lo richieda nella sua congregazione. La nuova legislazione farà in modo di prevenire che quest’obbligo venga applicato anche alle coppie gay». Anche se in futuro «il Sinodo, con l’approvazione del Parlamento, può sempre decidere di emendare la legisilazione».
Alla Chiesa cattolica e alle altre fedi il ministro della Cultura ha garantito «libera scelta». Ma – obietta Avvenire – «sarà molto difficile per la legge britannica “proteggere” gli ecclesiatici che si rifiutano di celebrare matrimoi gay se questi, come è altamente probabile, verranno accusati di discriminazione e portati a rispondere davanti alla Corte di Strasburgo».
Alla Chiesa cattolica e alle altre fedi il ministro della Cultura ha garantito «libera scelta». Ma – obietta Avvenire – «sarà molto difficile per la legge britannica “proteggere” gli ecclesiatici che si rifiutano di celebrare matrimoi gay se questi, come è altamente probabile, verranno accusati di discriminazione e portati a rispondere davanti alla Corte di Strasburgo».
LE PROSSIME TAPPE. L’iter della norma più attesa dalle lobby gay inglesi potrebbe durare dai 2 ai 9 mesi. La Camera dei Comuni esprimerà il primo voto sul “Marriage (Same Sex Couples) Bill” già il prossimo 5 febbraio e sarà poi esaminata in commissione dai deputati prima di ritornare a Westminster per il voto definitivo. Quasi scontato il favore della Camera bassa, dove solo un centinaio di conservatori si oppongono, mentre i laburisti e i liberaldemocratici sono schierati per il sì. Più imprevedibile l’esito della votazione alla Camera dei Lord, dove la maggioranza dei membri ritiene l’introduzione del matrimonio gay «prematuro e inutile». Anche perché dal 2005 le coppie omosessuali del Regno Unito possono già unirsi ufficialmente in “cilvil partnership” che garantiscono loro gli stessi diritti legali delle coppie sposate.
BRUTTI PRECEDENTI. In una intervista a firma di Silvia Guzzetti pubblicata nell’edizione odierna di Avvenire, il Lord cattolico David Patrick Paul Alton, attacca frontalmente Cameron: «Questa legge, che non si trovava in alcun manifesto elettorale, serve a distrarre i cittadini da questioni molto più importanti come gli effetti terribili dei tagli ai sussidi per i portatori di handicap, dei quali un milione diventeranno più poveri. Mentre il numero di persone che si servono delle food banks è raddoppiato 8.000 milionari hanno 2.000 sterline in più alla settimana grazie all’ultima legge finanziaria». Lord Alton alza il livello di guardia sulla «libertà religiosa», rimessa in discussione da questa norma, nonostante le rassicurazioni del ministro Miller. «C’è vera preoccupazione che le garanzie legali non siano sufficientemente forti». Del resto i precedenti non promettono nulla di buono: «Tony Blair promise che le agenzie di adozione cattoliche avrebbero continuato a funzionare senza essere costrette a considerare coppie omosessuali ma questo non è successo. Tutte le agenzie cattoliche hanno dovuto chiudere».
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