Negri: «La Chiesa non ha detto di votare Monti. I criteri per giudicare sono i valori non negoziabili»
gennaio 2, 2013 Redazione
«Monti va giudicato come tutti i politici per ciò che fa a difesa della vita e della famiglia e la sua sobrietà nello stile non garantisce nulla: la storia è piena di totalitarismi estremamente sobri». Così ha dichiarato in una intervista alla Stampa Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara e commissario Cei per la Dottrina della Fede. «Il nostro compito non è distribuire ai partiti etichette di cattolicità ma formare le coscienze – continua – non c’è alcuna indicazione di voto da parte della Chiesa a favore di Monti».
«CONTANO I VALORI NON NEGOZIABILI». Per Negri «esprimere una valutazione o formulare una dichiarazione di stima non significa attribuire la patente di cattolico a uno schieramento. Nel messaggio per la giornata della pace, il Papa ha chiarito che i valori non negoziabili sono razionali e quindi validi anche per i non credenti, eppure ci sono partiti che escludono i temi bioetici dai loro programmi. Matrimonio uomo-donna, libertà di educazione, salvaguardia della sacralità della vita dal concepimento al suo termine naturale, sussidiarietà. Ecco il banco di prova. È qui che si valutano le forze politiche».
«LIBRI PIENI DI DITTATORI SOBRI». Il neo arcivescovo di Ferrara ha affermato che «la Chiesa non può ragionare secondo il “tu mi dai, io ti do”. Non mi pare proprio l’ottica del Papa quella di appoggiare un determinato partito o candidato. Noi educhiamo i fedeli, non li telecomandiamo nell’urna. (…) Sono i principi non negoziabili gli unici criteri per giudicare candidature e programmi di governo. Non c’è traccia di temi etici nella sua [di Monti, ndr] Agenda e quindi mi chiedo come si possa parlare di appoggio della Chiesa a Monti in assenza di un suo esplicito impegno sulle questioni di fede fondamentali. In Vaticano e fuori ci sono stati interventi di autorità ecclesiastiche che però non possono essere interpretati come un sostegno aperto della Chiesa al premier. E anche l’enfasi posta sul cambiamento di stile nella vita pubblica mi sembra superficiale. I libri sono pieni di dittatori assolutamente sobri».
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