martedì 15 novembre 2011

16 NOVEMBRE
SAN GIUSEPPE MOSCATI
medico


SECONDA LETTURA
Dall'« Omelia per la  beatificazione di G. Moscati» di Paolo VI, papa  (AAS 1975, pp. 714-737)
II beato Giuseppe Moscati è un laico, che ha fatto della sua vita una missione percorsa con autenticità evangelica, spendendo stupendamente i talenti ricevuti da Dio (Mt 25, 14-30; Lc 19,11-27).
E' un medico, che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità, uno strumento di elevazione di sé, e di conquista degli altri a Cristo salvatore!
E' un professore d'università, che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazio­ne non solo per l'altissima dottrina, ma anche e specialmente per l'esempio di dirittura morale, di limpidezza interiore, di dedizione assoluta data alla cattedra!
E' uno scienziato d'alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale, per le pubblicazioni e i viaggi, per le diagnosi illu­minate e sicure, per gli interventi arditi e pre­corritori!
La sua esistenza è tutta qui: essa è trascorsa facendo del bene, a imitazione del Medico divino delle anime (cfr. At 10, 38); il suo itinerario è stato percorso sacrificando tutto agli altri — se stesso, gli affetti familiari, il proprio tempo, il proprio denaro nel solo desiderio di compiere il pro­prio dovere e di rispondere fedelissimamente alla propria vocazione; la sua vita è stata lineare e su­blime, quotidiana e straordinaria, ordinata e pur protesa in un ritmo febbrile di attività, che ini­ziava ogni giorno in Dio, con le ascensioni eucaristiche della Comunione mattutina per poi ri­versarsi come una sorgente colma e inesauribile nella carità per i fratelli.
Medico, docente universitario, scienziato: que­sta qualificazione di Giuseppe Moscati ci presenta un aspetto particolare, da lui vissuto e realizzato nella difficile temperie culturale del suo tempo, e che anche per noi uomini delle generazioni suc­cessive conserva il suo valore apologetico: e cioè l'armonia fra scienza e fede. Questa fu per lui una conquista, nell'ambiente in cui specialmente uno studente di medicina doveva allora modellare la propria preparazione; ma fu anche e soprat­tutto una certezza, posseduta intimamente, che guidava le sue ricerche e illuminava le sue cure.
Questo connubio vissuto tra scienza e fede ci fa intravedere qualcosa di quella che fu la «reli­gione» di Giuseppe Moscati, quella per cui lo proponiamo all'imitazione e alla emulazione dei nostri contemporanei. Essa fu semplice, sicura, pensata e studiata, professata con devozione li­neare, ma sapiente, con un'anima di fanciullo nascosta nella complessità del suo spirito grande e coltivato.
Ma questa religione fu soprattutto viva, per­ché professata nell'esercizio della carità! La fama del professor Moscati brilla per questa fioritura instancabile, nascosta, eroica, di carità, che lo ha fatto spendere tutto per gli altri, nel beneficare i poveri, nel curare i corpi, nell'elevare le anime, senza chiedere mai nulla per sé, fino all'ultimo respiro.

responsorio, Mt 25, 35-36.40; Prov 19, 17                               
Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ero nudo e mi avete vestito; malato e mi avete visitato: * quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a me.
Chi  fa la carità al  povero, fa un prestito al Signore:
quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a me.

orazione
O Dio, che in san Giuseppe Moscati, insigne medico e scienziato, ci hai offerto un sublime mo­dello di carità verso te e i fratelli, fà che anche noi, per sua intercessione, vivendo in autentica fede, sappiamo riconoscere negli uomini il volto di Cristo Signore per servire in essi te solo. Per il nostro Signore.

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