domenica 13 febbraio 2011

SANTI CIRILLO E METODIO

14 FEBBRAIO
SANTI CIRILLO E METODIO


seconda lettura
Dalla «Vita» in lingua slava di Costantino   (C. 18)
Fa' crescere la tua Chiesa e l'accogli tutti nell'unità
Costantino Cirillo, stanco dalle molte fatiche, cad­de malato e sopportò il proprio male per molti giorni. Fu allora ricreato da una visione di Dio, e cominciò a cantare così: Quando mi dissero: «andremo alla casa del Signore», il mio spirito si è rallegrato e il mio cuore ha esultato (Sal 121,1). Dopo aver indossato le sacre vesti, rimase per tutto il giorno ricolmo di gioia e diceva: «Da questo mo­mento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen». Il giorno dopo vestì il santo abito monastico e aggiungendo luce a luce si impose il nome di Cirillo. Così vestito rimase cinquanta giorni. Giunta l'ora della fine e di passare al riposo eterno, levate le mani a Dio, pregava tra le lacrime, di­cendo: «Signore, Dio mio, che hai creato tutti gli ordini angelici, gli spiriti incorporei, che hai steso i cieli e resa ferma la terra e hai formato dal nulla tutte le cose che esistono, tu che ascolti sempre coloro che fanno la tua volontà e ti temono e os­servano i tuoi precetti; ascolta la mia preghiera e conserva nella fede il tuo gregge, a capo del quale mettesti me, tuo servo indegno e inetto. Liberali dalla malizia empia e pagana di quelli che ti bestemmiano; fa' crescere di numero la tua Chiesa e raccogli tutti nell'unità. Rendi santo, con­corde nella vera fede e nella retta confessione il tuo popolo, e ispira nei cuori la parola della tua dottrina. È tuo dono infatti l'averci scelti a predicare il vangelo del tuo Cristo, a incitare i fratelli alle buone opere e a compiere quanto ti è gradito. Quelli che mi hai dato, te li restituisco come tuoi; guidali ora con la tua forte destra, proteggili all'om­bra delle tue ali, perché tutti lodino e glorifichino il tuo nome di Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen». Avendo poi baciato tutti col bacio santo, disse: «Be­nedetto Dio, che non ci ha dato in pasto ai denti dei nostri invisibili awersari, ma spezzò la loro rete e ci ha salvati dalla loro voglia di mandarci in rovina». E così, all'età di quarantadue anni, si addormentò nel Signore. Il papa comandò che lutti i greci che erano a Roma e i romani si riunissero portando ceri e cantando, e che gli dedicassero onori fune­bri non diversi da quelli che avrebbero tributato al papa stesso; e così fu fatto.

responsorio         (Cfr. Sal 88,20.21-22; Ger 3,15)
Hai parlato in visione ai tuoi santi dicendo: Ho innalzato un eletto tra il mio popolo. Ho trovato Davide, mio servo: * con il mio santo olio l'ho con­sacrato; la mia mano lo sostiene.
Vi darò un pastore secondo il mio cuore,
il quale vi guiderà con scienza e intelligenza;
con il mio santo olio l'ho consacrato;
la mia mano lo sostiene.         

Lectio altera
E Vita Constantíni slávica (Cap. 18: Denkschriften der kaiserl. Akademie der Wissenschaften, 19, [Wien 1870], 246)
Auge Ecclesiam tuam, et omnes in unitate collige
Constantínus Cyríllus multis labóribus onerátus in morbum íncidit et, morbum per multos dies ferens, vidit quondam visiónem Dei et ita cánere cœpit: «De iis, quæ mihi dixérunt: In domum Dómini intrábimus, lætátus est spíritus meus et cor exsultávit».
Postquam indútus est venerándis vestiméntis, ita permánsit totum diem illum, gavísus et dicens: «Ab hoc témpore non sum servus neque imperatóris neque hóminis cuiúspiam in terra, sed Dei tantum omnipoténtis. Non eram et éxstiti et ero in ætérnum. Amen». Sequénte vero die, sanctum hábitum monásticum índuit, et lucem luci addens índidit sibi nomen Cyrílli. In hoc hábitu permánsit quinquagínta dies.
Cum hora venísset, ut réquiem accíperet et migráret in habitatiónes ætérnas, mánibus ad Deum sublátis orábat, ita cum lácrimis loquens:
«Dómine, Deus meus, qui omnes angélicos órdines et vires incorpóreas creásti, cælum extendísti et terram firmásti et ómnia, quæ exsístunt, ex nonexsisténtia in exsisténtiam perduxísti; qui semper exáudis eos, qui voluntátem tuam fáciunt et te veréntur et præcépta tua servant, exáudi oratiónem meam et fidélem gregem tuum serva, cui me servum tuum inéptum et indígnum præfecísti.
Líbera eos ab ímpia et gentíli malítia eórum qui te blasphémant, et auge Ecclésiam tuam multitúdine, et omnes in unitáte cóllige. Fac pópulum exímium, concórdem in vera fide tua et confessióne recta, et inspíra córdibus eórum verbum doctrínæ tuæ: tuum enim est donum, quod nos ad prædicatiónem Evangélii Christi tui accepísti, incitántes ad bona ópera et faciéntes ea, quæ tibi grata sunt. Quos mihi dedísti, tamquam tuos tibi reddo; rege eos forti tua déxtera, et tege eos tégmine alárum tuárum, ut omnes laudent et gloríficent nomen tuum, Patris et Fílii et Spíritus Sancti. Amen».
Deosculátus vero omnes sancto ósculo, dixit: «Benedíctus Deus, qui nos non in prædam dedit déntibus invisibílium adversariórum nostrórum, sed rete eórum rupit et nos a perditióne eórum liberávit». Et ita obdormívit in Dómino, quadragínta duos annos natus.
Præcépit Apostólicus ut omnes Græci, qui essent Romæ, et Románi céreos feréntes congregáti super eum cánerent, et ut funus eius prosequeréntur non áliter ac ipsi papæ fecíssent; quod étiam fecérunt.
Responsorium   Cf. Ps 88 (89), 20. 21-22a; Ier 3, 15Locútus es sanctis tuis, et dixísti: Exaltávi eléctum de plebe. Invéni David servum meum; * Oleo sancto meo unxi eum; manus enim mea firma erit cum eo.Dabo vobis pastóres iuxta cor meum, et pascent vos sciéntia et doctrína. Oleo sancto meo unxi eum;
manus enim mea firma erit cum eo.

Per prolungare l' Ufficio delle Letture dopo la recita dei Cantici biblici:
vangelo
Dal vangelo secondo Marco    (7,5,15-20)

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro; «Andate in tutto il mondo e predicate il van­gelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannalo. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non re­cherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e con­fermava la parola con i prodigi che l'accompa­gnavano.

terza lettura Dalla lettera apostolica «Egregiae Virtutis» di Gio­vanni Paolo II, papa (N, 3)
La preminenza dell'annuncio del Vangelo
L'Europa nel suo insieme geografico è, per così dire, frutto dell'azione di due correnti di tradizio­ni cristiane, alle quali si aggiungono anche due diverse, ma al tempo stesso profondamente com­plementari, forme di cultura. San Benedetto, il quale con il suo influsso ha ab­bracciato non solo l'Europa, prima di tutto occidentale e centrale, ma mediante i centri benedet­tini è arrivato anche negli altri continenti, si trova al centro stesso di quella corrente che par­te da Roma, dalla sede dei successori di San Pietro. I Santi Fratelli di Tessalonica mettono in risalto prima il contributo dell'antica cultura greca e, in seguito, la portata dell'irradiazione della Chiesa di Costantinopoli e della tradizione orientale, la quale si è cosi profondamente iscrit­ta nella spiritualità e nella cultura di tanti Popoli e Nazioni nella parte orientale del Continente europeo. Poiché oggi, dopo secoli di divisione della Chiesa tra Oriente e Occidente, tra Roma e Costantino­poli, a partire dal Concilio Vaticano II, sono stati intrapresi passi decisivi nella direzione della piena comunione, pare che la proclamazione dei Santi Cirillo e Metodio a Compatroni di Europa, accanto a San Benedetto, corrisponda pienamen­te ai segni del nostro tempo. Specialmente se ciò avviene nell'anno nel quale le due Chiese, cattolica ed ortodossa, sono entrate nella tappa di un decisivo dialogo, che si è inizia­to nell'isola di Patmos, legata alla tradizione di San Giovanni Apostolo ed Evangelista. Pertanto questo atto intende anche rendere memorabile ta­le data. Questa proclamazione vuole in pari tempo essere una testimonianza, per gli uomini del nostro tempo, della preminenza dell'annuncio del Vangelo, affi­dato da Gesù Cristo alle Chiese, per il quale hanno faticato i due Fratelli apostoli degli Slavi. Tale annuncio è stato via e strumento di reciproca conoscenza e di unione fra i diversi popoli dell’Europa nascente, ed ha assicurato all'Europa di oggi un comune patrimonio spirituale e culturale.

responsorio (Mc 16, 15-16; cfr. Gv 3, 5)
Andate in tutto il mondo, predicate il vangelo ogni creatura. * Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo.
Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito,
non può entrare nel regno di Dio.
Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo.

Inno  TE DEUM

orazione   O Dio, ricco di misericordia, che nella missione apostolica dei santi fratelli Cirillo e Metodio hai donato ai popoli slavi la luce del Vangelo, per la loro comune intercessione fa' che tutti gli uomini accolgano la tua parola e formino il tuo popolo santo concorde nel testimoniare la vera fede. Per il nostro Signore.

Oratio
Deus, qui per beátos fratres Cyríllum et Methódium Slavóniæ gentes illuminásti, da córdibus nostris tuæ doctrínæ verba percípere, nosque pérfice pópulum in vera fide et recta confessióne concórdem. Per Dóminum.

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