Vivere e sopravvivere.
Ci sono virtù che permettono di vivere (il lavoro, l’onestà, la moderazione e tutte le forme di rispetto del Codice sociale); ce ne sono altre che permettono di sopravvivere
(la grandezza d’animo, il distacco, e tutti i sentimenti che si
richiamano all’eroismo ed alla nobiltà). Ma è più opportuno valutare la
parola «sopravvivere» nel senso di vivere al di sopra piuttosto che in quello di vivere dopo.
È più importante guadagnare in altezza che preoccuparsi d’immortalità
personale. Per troppi «credenti» l’immortalità dell’anima non è altro
che un indefinito prolungamento della vita temporale, senza la minima
mutazione di livello. Evita questa confusione: pensa a salire piuttosto
che a durare e sappi assumerti i rischi che ti aspettano sulle vette.
L’immortalità ti sarà data in sovrappiù alla fine della tua ascesa, ma
non abbandonerai mai la pianura se penserai troppo alla ricompensa che
ti attende sulle cime.
(Gustave Thibon, L’uomo maschera di Dio, SEI, Torino 1971, p. 73)
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