martedì 31 maggio 2011

Introvigne su "Avvenire": centenario del Vittoriano a Roma, un monumento massonico

Centenario del Vittoriano. Tra religione civile e massoneria
E la religione civile ebbe il suo simbolo, Avvenire, 28 maggio 2011
di Massimo Introvigne

Nel 1967 il sociologo americano Robert Bellah pubblicò un celebre saggio sulla «religione civile» come elemento unificante degli Stati Uniti. Il melting pot degli americani venuti da tante terre diverse funziona, secondo il sociologo, perché tutti – pur mantenendo nella maggior parte dei casi la loro religione d’origine – adottano una «religione civile» che ha i suoi simboli e i suoi riti: la bandiera, l’inno, le feste, le parate, il culto non tanto di questo o quel presidente ma della presidenza. Il genio della «religione civile» americana, secondo Bellah, sta nel suo sapere evitare i conflitti con le religioni «religiose». I simboli del cristianesimo – talora anche dell’ebraismo – sono assunti nei grandi riti civili, senza che l’americano medio percepisca un conflitto.


Nel 1974 a Bellah fu proposto di scrivere un saggio applicando la sua categoria di «religione civile» all’Italia. Si convinse che in Italia non c’è una sola «religione civile» come negli Stati Uniti. Da una parte c’è il cattolicesimo, che funziona come fondo comune ed elemento identitario per moltissimi italiani, compreso un buon numero di non praticanti. Dall’altra c’è una religione civile laica, di cui Bellah vede il primo agente di diffusione nella massoneria, costruita non in armonia ma in lotta con il cattolicesimo. In Italia, dunque, scriveva Bellah, «non si tratta di religione contro politica ma di due specie di religioni e due specie di politiche; meglio ancora: due specie di religioni civili». A differenza degli Stati Uniti, la religione civile laica italiana si è costruita non sulla base del cristianesimo, ma contro il cristianesimo. E il socialismo e il fascismo sono state varianti della stessa religione civile, che ha tentato di costruire simboli e riti alternativi e ostili a quelli cattolici.


Ma il tentativo ha avuto successo? La risposta non può che essere sfumata. Da una parte, la religione civile laica italiana è talmente artificiale e priva di radici nel nostro Paese da avere sempre un che di posticcio e di ridicolo. Dall’altra, il decorso del tempo ha reso alcuni simboli così familiari da generare nei loro confronti una certa affezione comune. È il caso della bandiera tricolore o dell’inno nazionale, le cui origini ideologiche – laiche e massoniche – sono ormai dimenticate, dopo che hanno segnato momenti lieti e tristi per generazioni di italiani, dalle guerre alle vittorie sportive.


In questo quadro, qual è il ruolo del Vittoriano? Esso fu concepito come tempio centrale della «seconda religione» italiana, quella laica, massonica e anticlericale. L’idea è di Giuseppe Zanardelli (1826-1903), uomo politico fra i più massoni della storia d’Italia. Di lui si racconta che, in un momento di polemiche sui troppi parlamentari massoni, si tolse il cappotto a Montecitorio rivelando a tutti il grembiulino massonico. Per il memoriale al primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II (1820-1878), Zanardelli scartò tutti i progetti che avessero sia pur minimi riferimenti al cristianesimo, e scelse quello del giovane architetto marchigiano Giuseppe Sacconi (1854-1905), non solo perché la simbologia era del tutto pagana – l’Altare della Patria, cuore del monumento, è dedicato alla Dea Roma – ma anche perché, tranne il re defunto, il progettista non prevedeva statue di persone ma solo – molto massonicamente – d’idee: l’Economia, la Libertà, l’Unità. Il fatto che per costruire il Vittoriano si demolirono la torre medievale di Paolo III (1468-1549), il Papa che convocò il Concilio di Trento, e i tre magnifici chiostri del convento dell’Ara Coeli fu celebrato come un trionfo del progresso sull’oscurantismo.


Sacconi era un personaggio complesso. Nipote del cardinale Carlo Sacconi (1808-1889), più tardi lavorò ai restauri di Loreto e rimase sinceramente colpito dal mistero della Santa Casa, il che non gli impedì di professare idee politiche liberali e di lavorare come architetto eclettico, spesso pronto a compiacere i committenti. Quanto al Vittoriano, tutto quanto riguarda la religione civile laica italiana lo ebbe come centro: prima la Grande Guerra, con l’importazione dell’idea francese del Milite Ignoto, poi il fascismo.


Ma il Vittoriano non piace. I romani continuano a chiamarlo macchina da scrivere o torta nuziale. In qualche modo lo spontaneo umorismo popolare rigetta una religione civile posticcia e fasulla. Eppure anche al Vittoriano ci siamo abituati. Nel contesto del rilancio voluto dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, è stata la camera ardente per i caduti nell’attentato del 12 novembre 2003 a Nasiriyya, in Iraq – simbolo di un eroismo al servizio disinteressato di popolazioni inermi, che corrisponde al più genuino ethos italiano – a rendere in qualche modo di nuovo popolare il Vittoriano, coinvolgendo in quell’occasione anche la Chiesa e i cattolici. Dalla riconciliazione fra le due religioni civili di Bellah siamo ancora ben lontani. Ma i simboli, a poco a poco, perdono i significati originari.

Il Simbolismo e l'arte sacra


 

“Essi mi faranno un santuario ed io abiterò in mezzo a loro”(Es.25,8).
di F. Agnoli, su Libertà e persona, 13.04.2011

L’edificio-chiesa è simbolo:
- del corpo di Cristo crocifisso: il transetto sono le braccia distese, la navata il corpo, l’abside la testa. La forma semi-circolare dell’abside ricorda la curvatura del capo umano. In alcune chiese l’asse dell’abside è inclinato rispetto a quello della navata centrale, proprio come la testa di Cristo crocifisso.
- della Chiesa spirituale: Cristo, dice S.Paolo, è il “capo del corpo che è la Chiesa”: la Chiesa viene paragonata ad un corpo fatto di tante membra e il suo capo è Cristo stesso. La chiesa-edificio è un insieme di pietre che formano il tutto: “pietre vive” che poggiano sulla “pietra angolare” che è Cristo per formare una comunità che è comunione dei Santi (Chiesa militante, purgante, trionfante). S.Pietro: “Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo...”(1Pt.2, 4-6).
- dell’uomo: esso è infatti “tempio vivente di Dio”. Ogni uomo, soprattutto quando riceve l’Eucarestia, è tempio di Dio. Gesù afferma: “Distruggete questo tempio ed in tre giorni lo farò risorgere”(Gv.2, 19). Il tempio in questione è il suo corpo, tempio della sua anima che è Dio stesso: “egli parlava del tempio del suo corpo”.
- della Gerusalemme celeste, e cioè la città di Dio, il Paradiso: è già la porta ad annunciarlo nella grande lavorazione che la contraddistingue. La porta romanica, con il suo protiro, la porta gotica, con le sue strombature e la ricchezza delle decorazioni, vogliono significare la distinzione fra i due spazi, l’interno e l’esterno, la chiesa ed il mondo profano (:pro=davanti,fuori; fanum=tempio).


La porta viene definita “ianua coeli”, porta del cielo: “Tu che entri, guarda verso il Cielo”, così è scritto sulla porta di ingresso della chiesa di Mozat; oppure un’iscrizione tolta dalla Genesi: “Quanto terribile è questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo”(Gen.28, 17). La chiesa è l’ovile del Paradiso: “Io - dice Gesù - sono la porta da cui entrano le pecore...Io sono la Porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo” (Gv.10, 7-9).
Il gotico ama le tre porte, simbolo della Trinità, consacrate contemporaneamente da tre sacerdoti diversi; le tre porte possono ripetersi su ogni lato, divenendo dodici, quanti gli apostoli, capostipiti delle dodici tribù della Nuova Israele.

Il modello che Suger, l’autore della prima chiesa gotica, vuole seguire, è la descrizione dell’Apocalisse: “Vidi anche la città santa, la Nuova Gerusalemme scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente...‘Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno il suo popolo ed egli sarà il Dio con loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi...’. L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande ed alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme che scendeva dal cielo...Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte...A Oriente tre porte, a Settentrione tre porte, a Mezzogiorno tre porte e ad Occidente tre porte...Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a vetro puro...Non vidi alcun tempio in essa perchè il signore Dio, l’onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, nè della luce della luna, perchè la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello”(Ap.21). [...]


L’altare
diventa così il centro del mondo, come nella Scrittura lo sono Gerusalemme ed il monte Sion: non il centro geografico ma il centro spirituale, come dimostrano il ciborio o il baldacchino postivi sopra: un tempio nel tempio, un tempio costituito da quattro colonne, simbolo della terra, dei quattro elementi, dei quattro punti cardinali (i quattro venti, i quattro angoli del mondo), e da una semisfera, simbolo del cielo, e per questo, spesso, stellata e azzurra. Il significato della cupola è uguale: la base quadrata simboleggia la terra, il cerchio, figura perfetta, è immagine del cielo.

Questo perchè la chiesa, nel suo complesso, è anche immagine del mondo intero, della creazione, della grande cattedrale della natura edificata da Dio. Tutto il mondo è infatti pieno della sua gloria: “Tutta la terra è piena della tua gloria” (Is.6,3), anche se la chiesa ha in più una presenza particolare, quella di Cristo, anche col suo corpo, nel “sancta sanctorum” del tabernacolo. Questa immagine dell’universo è così espressa da S.Gregorio Magno: “Nell’ora del sacrificio, alla voce del sacerdote i Cieli si aprono...a questo Mistero partecipano anche i cori angelici...il cielo e la terra si uniscono, il visibile e l’Invisibile divengono una sola cosa”; e S. Massimo Confessore: “E’ cosa davvero mirabile che, nella sua piccolezza, (questo tempio) sia simile al vasto mondo...Ecco che la sua copertura è tesa come i cieli: senza colonne, incurvata e chiusa; e inoltre è ornata da mosaici d’oro come il firmamento lo è da stelle brillanti. Ed ecco che la sua cupola elevata è paragonabile al cielo dei cieli. E, simile ad un elmo, la sua parte superiore riposa saldamente sulla parte inferiore. I suoi archi, vasti e splendidi, assomigliano inoltre, per la varietà dei colori, all’arco glorioso, quello delle nubi”.



Tabernacolo: qui la presenza di Dio è completa, è l’Emmanuele, il “Dio con noi” dell’Apocalisse, e, come “padrone di casa”, è posto in posizione centrale e immediatamente visibile. Ci sono diversi tipi di tabernacolo: anticamente si usava spesso una colomba sospesa in aria sopra l’altare; poi, col barocco, si affermano soprattutto due tipologie: il tabernacolo basso e disadorno (sormontato da uno spazio per l’esposizione), che ricorda il Sepolcro dove Gesù fu deposto dopo la morte in croce (rammenta quindi il carattere sacrificale della messa); il tabernacolo a forma di tempietto, con la cupola, le colonnine: una piccola “Domus Dei” all’interno di quella più grande che è la chiesa.

Prima del gotico, in cui la luce è quella del sole, delle vetrate e dei cristalli, per rendere l’idea della chiesa come Gerusalemme celeste si usava lo sfondo dorato, soprattutto nell’arte bizantina. L’oro è anch’esso luce, luce particolarmente preziosa, ed ha la proprietà di collocare le figure fuori del tempo e dello spazio, e cioè in una dimensione completamente soprannaturale: Dio, il Paradiso, i santi, sono nell’eternità, non sono limitati dallo spazio, dal tempo, dalle cose terrene.

Per questo le chiese protestanti (e anche quelle "cattoliche" odierne) che rifiutano la concezione della messa come sacrificio, come Gerusalemme celeste, come immagine di Cristo e della sua creazione, sono totalmente diverse.

La “messa” protestante necessita di una chiesa protestante: non più volta ad Oriente, non più pianta a croce, non più luce, finestre gotiche, sfondi oro; non più altare rialzato, altare di pietra, sormontato dal tabernacolo: ma tavola di legno, a livello del terreno, dove si compie una cena, un memoriale, un incontro fra uomini, assemblea e presidente, non nella casa di Dio ma in una casa degli uomini, dove sulla porta, che è uguale a quelle normali, non ci può più essere scritto: “Tu che entri guarda verso il cielo”.

Dov’ è il cielo, dove la cupola, il ciborio, il baldacchino, l’azzurro e le stelle delle volte, il rosone...? Dov’è il tabernacolo, la tenda dell’Emmanuele, il “Dio con noi” ? Dove sono le mura di diaspro, d’oro, di topazio, di vetro puro della Gerusalemme celeste dell’Apocalisse; i suoi cittadini, le statue dei santi, la pietra sui cui poggiare, solida, forte, da cui scaturisce il cibo spirituale? Non c’è più il canto gregoriano; gli amici di Lutero abbattono gli organi, bandiscono l’armonia di una musica che vuole avvicinarsi al coro degli angeli della corte divina, piuttosto che al canto profano, legato alle cose terrene. Si potrebbe continuare a lungo in questo triste elenco, ma una cosa sola ci deve importare: le chiese “cattoliche” moderne, quelle inaugurate per il Giubileo, addirittura senza croce, con il bar all’interno della “chiesa”, sono espressione, triste e squallida, di una grande decadenza; sono esattamente uguali alle chiese protestanti...

La nuova “arte”nasce alla fine degli anni sessanta: bisogna fare della messa una cena, un’assemblea, qualcosa di umano, un “mangiare attorno alla stessa tavola”; quindi bisogna trasformare la casa di Dio nella casa dell’uomo, dell’assemblea, farne un “teatro totale”, secondo l’auspicio degli innovatori legati al cardinal Lercaro, grande artefice della riforma liturgica ( G.Lercaro, “La chiesa nella città: discorsi e interventi sull’architettura sacra”, Paoline, 1996). La Gerusalemme celeste diviene allora un “teatro”; l’altare “il simbolo dell’assemblea”; il monte Sion, il Golgota, una collina da spianare; la cupola un cielo da abbattere e trascinare sulla terra, come in genere la dimensione soprannaturale, nell’unica dimensione ormai riconosciuta, quella orizzontale, dall’uomo all’uomo.

Per leggere il testo completo del saggio, si vada al link di Libertà e Persona

domenica 29 maggio 2011

NOVENA DI PENTECOSTE





Deus, in adjutorium meum intende.
Domine, ad adjuvandum me festina.

Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto.
Sicut erat in principio, et nunc, et semper,
et in saecula saeculorum. Amen. Alleluja.

INVITATORIO
Cantori: Spiritum Paraclitum, qui venturus est in mundum, venite, ad oremus, alleluja.
Coro: Spiritum Paraclitum, qui venturus est in mundum, venite, adoremus, alleluja.

1. Cantori: Ecce ego rogabo Patrem, et alium Paraclitum dabit vobis, ut maneat vobiscum in aeternum, Spiritum veritatis, alleluja (Joa. 14, 16). Coro: Spiritum Paraclitum, ….

2. Cantori: Vos autem cognoscetis Eum, quia apud vos manebit, et in vobis erit, alleluja (Joa. 14, 17). Coro: Spiritum Paraclitum, ...

3. Cantori: Si quis diligit me, sermonem meum servabit, et Pater meus diliget eum, et ad eum veniemus, et mansionem apud eum faciemus, alleluja (Joa. 14, 23). Coro: Spiritum Paraclitum, ….

4. Cantori: Paraclitus Spiritus Sanctus, quem mittet Pater in nomine meo, ille vos docebit omnia, et suggeret vobis omnia, quaecumque dixero vobis, alleluja (Joa. 14, 26). Coro: Spiritum Paraclitum, ….

5. Cantori: Cum venerit Paraclitus, quem ego mittam vobis a Patre, Spiritum veritatis, qui a Patri procedit, ille testimonium perhibebit de me, alleluja (Joa. 15, 26). Coro: Spiritum Paraclitum, ….

6. Cantori: Ille, cum venerit, arguet mundum de peccato, et de justitia, et de judicio, alleluja (Joa. 16, 7). Coro: Spiritum Paraclitum, ….

7. Cantori: Cum venerit ille Spiritus veritatis, docebit vos omnem veritatem. Ille me clarificabit, alleluja (Joa. 16, 13-14). Coro: Spiritum Paraclitum,….

Subito i Cantori intonano l'Antifona seguente e poi cantano alternativamente col coro il Cantico responsoriale.

CANTICO RESPONSORIALE

Ant. Repleatur os meum laude tua, ut possim cantare; gaudebunt labia mea dum cantavero tibi, alleluja.

1. Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum: * ita desiderat anima mea ad te, Deus.
2. Deus virtutum, convertere: * respice de caelo, et vide, et visita vineam istam.
3. Et perfice eam, quam plantavit dextera tua: * et super fllium hominis, quem confirmasti tibi.
4. Veni, Domine, visitare nos in pace, * ut laetemur coram te corde perfecto.
5. Emitte manum tuam de alto, eripe me, et libera me de aquis multis: * de manu filiorum alienorum.
6. Emitte lucem tuam et veritatem tuam; * ipsa me deduxerunt, et adduxerunt in montem sanctum tuum, et in tabernacula tua.
7. Manda, Deus, virtuti tuae; * confirma hoc, Deus, quod operatus es in nobis.
8. A templo tuo in Jerusalem, * tibi offerent reges munera.
9. Emitte Spiritum tuum, et creabuntur, * et renovabis faciem terrae.
10. Spiritus tuus bonus deducet me in terram rectam: * propter nomen tuum, Domine, vivificabis me, in aequitate tua.
11. Cor mundum crea in me, Deus, * et Spiritum rectum innova in visceribus meis.
12. Ne projicias me a facie tua, * et Spiritum Sanctum tuum ne auferas a me.
13. Redde mihi laetitiam salutaris tui, * et Spiritu principali confirma me.
14. Emitte Spiritum Sanctum tuum de altissimis, * et sic correctae erunt semitae eorum qui sunt in terris.
15. Gloria Patri...
16. Sicut erat...
Ant. Repleatur os meum laude tua, ut possim cantare; gaudebunt labia mea dum cantavero tibi, alleluja.

CAPITOLO (Ez., 36, 23, 25, 26) Cum sanctificatus fuero in vobis, congregabo vos de universis terris: * et effundam super vos aquam mundam, et mundabimini ab omnibus inquinamentis vestris; * et dabo vobis spiritum novum. Deo gratias.

INNO
Durante il canto della prima strofa, tutti si inginocchiano.

 Veni, Creator Spiritus,
Mentes tuorum visita;
Imple superna gratia
Quae tu creasti pectora.

 Qui diceris Paraclitus,
Altissimi donum Dei,
Fons vivus, ignis caritas,
Et spiritalis unctio.

Tu septiformis munere,
Digitus Paternae dexterae,
Tu rite promissum Patris,
Sermone ditans guttura.

Accende lumen sensibus,
Infunde amorem cordibus,
Infirma nostri corporis
Virtute firmans perpeti.

Hostem repellas longius,
Pacemque dones protinus:
Ductore sic te praevio,
Vitemus omne noxium.

Per te sciamus da Patrem,
Noscamus atque Filium,
Teque utriusque Spiritum
Credamus omni tempore. Amen.

Emitte Spiritum tuum, Domine, et creabuntur, alleluja.
Et renovabis faciem terrae, alleluja.

ANTIFONE E OREMUS distribuiti in ciascun giorno della Novena con il canto del Magnificat

1. - VENERDI dopo l'Ascensione. Antiphona: O Sancte Spiritus, ex Patre procedens, qui cum Patre et Filio simul adoraris et conglorificaris, veni, et tui amoris in nobis ignem accende, alleluja.

OREMUS Illo nos igne, quaesumus, Domine, Spiritus Sanctus inflammet: quem Dominus noster Jesus Christus misit in terram, et voluit vehementer accendi: Qui tecum vivit et regnat in unitate ejusdem Spiritus Sancti, Deus...

2. - SABATO dopo l'Ascensione. Antiphona: O Pater Pauperum, qui curam habes tua Providentia omnium creaturarum, cunctas replens, cunctas fovens, veni, et ad amorem supernorum trahe desiderium, alleluja.

OREMUS Mentibus nostris, quaesumus, Domine, Spiritum Sanctum benignus infunde: cujus et sapientia conditi sumus, et providentia gubernamur. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate ejusdem Spiritus Sancti, Deus...

3. - DOMENICA dopo l'Ascensione. Antiphona: O Dator Munerum, amor Patris et Filii, qui esurientes semper reples bonis, veni ad donandum nobis sacrum septenarium, alleluja.

OREMUS Sancti Spiritus gratia, quaesumus, Domine, corda nostra illuminet: et perfectae caritatis dulcedine abundanter reficiat. Per Dominum nostrum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti...

4. - LUNEDI dopo l'Ascensione. Antiphona: O Lumen Cordium, et flamma indeficiens caritatis, qui peccatorum tenebras ac ignorantiae repellis, veni, et tui luminis claritatem nobis infunde, alleluja.

OREMUS Adsit nobis, quaesumus, Domine, virtus Spiritus Sancti: quae et corda nostra clementer expurget, et ab omnibus tueatur adversis. Per Dominum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti...

5. - MARTEDI dopo l'Ascensione. Antiphona: O Consolator Optime, ac beatitudinis donator, qui reddis innocentiam lapsis et moestis laetitiam, veni ad adjuvandum nos, jam noli tardare, alleluja.

OREMUS Gratiam Spiritus Sancti, Domine Deus, cordibus nostris clementer infunde: quae nos gemitibus lacrimarum efficiat maculas nostrorum diluere peccatorum atque optatae nobis, te largiente, indulgentiae praestet effectum. Per Dominum nostrum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti...

6. - MERCOLEDI dopo l'Ascensione. Antiphona: O Dulcis Hospes animae, qui corda nostra tibi facis habitaculum, formans affectum firmansque provectum, veni, et reple cordis intima tuorum fidelium, alleluja.

OREMUS Praesta, quaesumus, omnipotens et misericors Deus: ut Spiritus Sanctus adveniens, templum nos gloriae suae dignanter inhabitando perficiat. Per Dominum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti...

7. - GIOVEDI dopo l'Ascensione. Antiphona: O Dulce Refrigerium, et fons aquae salientis in vitam aeternam, qui unda purificans, omnes regeneras, veni, et tui roris nos intima aspersione fecunda, alleluja.

OREMUS Sancti Spiritus, Domine, corda nostra mundet infusio: et sui roris intima aspersione fecundet. Per Dominum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti…

8. - VENERDI antivigilia di Pentecoste. Antiphona: O Lux Beatissima in fllios adoptionis effusa, per quam totus in orbe terrarum mundus exsultat, veni, et illumina sedentes in tenebris et umbra mortis, alleluia.

OREMUS Mentes nostras, quaesumus, Domine, Paraclitus, qui a te procedit, illuminet et inducat in omnem, sicut tuus promisit Filius, veritatem: Qui tecum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti.

9. - SABATO Primi Vespri di Pentecoste. Antiphona: Non vos relinquam orphanos, alleluja, vado et venio ad vos, alleluia: et gaudebit cor vestrum, alleluja.

OREMUS Deus, qui hodierna die corda fidelium Sancti Spiritus illustratione docuisti: da nobis in eodem Spiritu recta sapere; et de ejus semper consolatione gaudere. Per Dominum nostrum... in unitate ejusdem Spiritus Sancti...

Magnificat ….
Si ripete l'Antifona propria del giorno,
dopo la quale il celebrante canta:

Dominus vobiscum.
Et cum sipritu tuo.

Qui il celebrante canta in tono solenne l' Oremus proprio del giorno, poi aggiunge :
Dominus vobiscum.
Et cum spiritu tuo.

Benedicamus Domino.
Deo gratias.

Celebrante in tono retto:
Spiritus Sancti gratia illuminet sensus et corda nostra. Amen.

sabato 28 maggio 2011

Die 29 Maji
Ss. SISINNII, MARTYRII et ALEXANDRI Martyrum


INTROITUS Ps. 125, 6
Eùntes ibant et flebant mitténtes sémina sua: veniéntes autem vénient cum exsultatióne, portàntes manipulos suos. (T. P. Allelùja, allelùja.) Ps. ibid., 1. In convertendo Dóminus captivitàtem Sion: facti sumus sicut consolati. Glòria Patri. Eùntes.

ORATIO Deus, qui verbum fidei in nobis sanctórum Martyrum tuórum Sisinnii, Martyrii et Alexàndri ministério seminasti et sanguine fecundàsti: quaèsumus; ut nos, pópulum tuum in veritàte sanctificàtum, consummàre dignéris in glòria. Per Dóminum.

Léctio Epistolae beati Pauli Apóstoli ad Hebrseos Hebr. 13, 3-14
Fratres: Mementóte vinctórum, tamquam simul vincti; et laboràntium, tamquam et ipsi in córpore moràntes. Honoràbile connùbium in òmnibus et thorus immaculàtus. Fornicatóres enim et adùlteros judicàbit Deus. Sint mores sine avaritia, contènti praeséntibus: ipse enim dixit: Non te déseram neque derelinquam. Ita ut confidénter dicàmus: Dóminus mihi adjùtor: non timébo, quid fàciat mihi homo. Mementóte praepositórum vestrórum, qui vobis locùti sunt verbum Dei: quorum intuéntes éxitum conversatiónis, imitàmini fidem. Jesus Christus heri et hódie: ipse et in saecula. Doctrinis vàriis et peregrinis nolite abdùci. Optimum est enim gratia stabilire cor, non escis, quae non profuérunt ambulàntibus in eis. Habémus altare, de quo édere non habent potestàtem, qui tabernàculo desérviunt. Quorum enim animàlium infértur sanguis prò peccato in Sancta per Pontificem, horum córpora cremàntur extra castra. Propter quod et Jesus, ut sanctificàret per suum sànguinem pópulum, extra portam passus est. Exeàmus igitur ad eum extra castra, impropérium ejus portàntes. Non enim habémus hic manéntem civitàtem, sed futùram inquirimus.

Extra Tempus Paschale:
Graduale. Ps. 43, 8-9. Salvasti nos de affligéntibus nos, et odiéntes nos confudisti.
y. In Deo laudàbimur tota die, et in nòmine tuo confitébimur in saéculum. Alleluia, allelùja.
V Joann. 15, 16. Ego vos elégi de mundo, ut eàtis et fructum afferàtis, et fructus vester màneat. Allelùia.

Tempore autem Paschali omittitur Graduale, et ejus loco dicitur:
Allelùja, allelùja. V Joann. 15, 16. Ego vos elégi de mundo, ut eàtis et fructum afferàtis, et fructus vester màneat. Allelùja. y. Eccli. 51, 12. Eruis sustinéntes te, et liberas eos de mànibus géntium, Dòmine, Deus noster. Allelùja.

In Missis votivis post Septuagesimam dicitur :
Graduale. Ps, 43, 8-9. Salvasti nos de affligéntibus nos, et odiéntes nos confudisti.
In Deo laudàbimur tota die, et in nòmine tuo confitébimur in saèculum.

Tractus. Ps, 125, 5-6. Qui séminant in làcrimis, in gàudio metent. f. Euntes ibant et flebant, mitténtes sémina sua. Veniéntes autem vénient cum exsultatióne, portàntes manipulos suos.

Sequéntia sancti Evangélii secùndum Joànnem  12,24-26
In ilio tèmpore: Dixit Jesus discipulis suis: Amen, amen dico vobis, nisi granum fruménti cadens in terram, mórtuum fùerit, ipsum solum manet: si autem mórtuum fùerit, multum fructum affert. Qui amat ànimam suam, perdet eam: et qui odit ànimam suam in hoc mundo, in vitam aetérnam custódit eam. Si quis mihi ministrat, me sequàtur: et ubi sum ego, illic et minister meus erit. Si quis mihi ministràverit, honorificàbit eum Pater meus.

OFFERTURIUM
Probàsti nos, Deus: igne nos examinàsti, sicut examinàtur argéntum. T.P. Allelùja.

SECRETA Oblàtis, Deus, placare munéribus: et, interveniéntibus sanctis Martyribus tuis, nos ipsos purum tibi éffice holocàustum; quàtenus, ab omni vitio purgati, in conspéctu tuo perpètua caritàte flagrémus. Per Dóminum.

COMMUNIO Laetati sumus prò diébus, quibus nos humiliàsti, annis, quibus vidimus mala. Réspice in servos tuos, et in òpera tua: et dirige filios eórum. Allelùja.

POSTCOMMUNIO Alat nos, qusèsumus, Dòmine, ad immortalitàtem mensa caeléstis, qua Màrtyres tui vegetati, in communióne passiónis tuae fidéles tibi filios genuérunt: Qui vivis et regnas ...

INNARIO
Ad Matutinum
DATOR superni luminis,
Noctis tenebras discute,
Nostrisque redde sensibus
Lucis colenda gaudia.

Qua tres paternis sedibus
Longe profectos hospites
E vallis umbra squalidae
Fulgens recepit Patria.

Tam pulchra per vestigia
Gressus guberna, ut semita
Possimus arcta praevio
Ad te venire lumine.

Deo Patri sit gloria,
Et Filio, qui a mortuis
Surrexit, ac Paraclito
In sempiterna saecula. Amen.

Ad Laudes
AURORA lucem suscitat,
Surgamus et nos impigre
Patrem rogantes luminum,
Ut corda nostra illuminet.

Hec ora, qua tres Clerici,
Levita, Lector, Janitor,
Post arcta somni tempora
Christum ciebant canticis.

Cum surda gens, et effera,
Qualis recenti e vulnere
Hausto cruore bellua,
Repente in ipsos irruit.

Stratosque raptans asperas
Per montium crepidines
Duos peremptos, tertium
Vitae tenacem concremat.

Sic vestra, fortes Martyres,
Invasit ignis corpora,
At vexit ardens liberos
Fides ad astra spiritus.

Nunc poscite, ut nos suavibus
Flammis adurat charitas,
Donec piati sordibus
Simul canamus perpetim.

Deo Patri sit gloria,
Et Filio, qui a mortuis
Surrexit, ac Paraclito
In sempiterna saecula. Amen.

Ad Vesperas
Jam festis rutilaìts Vesperus ignibus
Sacri laetitiam temporis attulit.
Quo nobis memori carmine nobiles
Palmas dicere conveit.

Victores canimus laedere nescios,
Parta qui proprio funere làurea
Ad Christi obsequium gentes inhospitae
Flexerunt fera pectora.

Ut grando segetes verberat aureas,
Hos turba agricolum contudit impia;
Raptam quod prohibent turpibus adjici
Ambarvalibus hostiam.

Cum sparsa aetherei semina dogmatis,
Qux tellus gremio ceperat arido,
Tunc primum roseis uvida rivulis
Foetu reddidit ubere.

Tu nunc qui Dominus messis es, effice,
Ne desint vigiles agro operarii.
Neu crescat lolium; sed tua turgeant
Puris horrea frugibus.

Sic perpes pariter sit Tibi, sit Patri
Per Te, et Spiritui gloria compari.
Regna, sole Deus, quem retulit trium
Una assertio Martyrurn.
Amen.

FERRANDINA

1 giugno 2011
piazza Plebiscito
ore 21,00

la Venerabile Arciconfraternita
S. MARIA DELLA CROCE
 
presenta il Musical

IL RISORTO
OLTRE IL DOLORE E LA CROCE

realizzatto dalla Parrocchia
dei santi Luca e Giuliano di Grottole




venerdì 27 maggio 2011

28 MAGGIO
BEATO LUDOVICO PAVONI


SECONDA LETTURA
Dagli scritti del beato Ludovico Pavoni, sacerdote e fondatore
(Archivio generale FMI - Raccolta Ufficiale, I 40-43:61-62)
Gioie e speranze di un Fondatore
La buona educazione della gioventù, a giudizio di persone sagge, è sempre stata di somma importanza; oggi, poi, non v'è alcun conoscitore della nostra realtà sociale che non la ritenga anche urgente e necessaria. Infatti i fanciulli poveri, sempre più numerosi, appena hanno appreso i rudimenti della dottrina cristiana, sono costretti per necessità della loro condizione ad abbandonare la scuola e le attenzioni premurose dei saggi insegnanti, per dedicarsi ad un lavoro; ed eccoli al naufragio. Preoccupato per questa situazione e spinto da ardente brama di giovare a questi infelici, mi determinai ad erigere il mio Istituto, con quale esito felicissimo voi lo potete dire perché, per saggia disposizione della Provvidenza, foste i primi a ricavarne vantaggio. Devo confessare che provo una grande gioia nel constatare che il numeroso gruppo di giovani che la divina Misericordia mi ha affidato sta crescendo sempre più caro alla religione e alle arti onorate; è un'ampia ricompensa ai sacrifici e alte fatiche sopportate per realizzare il mio progetto. Tuttavia non è sufficiente per trovare un conforto, come vorrei, all'affanno che continuamente mi fa soffrire per non poter dilatare il mio aiuto all'estremo bisogno di tanti altri che ad ogni istante mi chiedono d'essere accolti ed educati. La mia speranza è sostenuta dalle ottime disposizioni che avverto in voi, di consacrarvi generosamente allo sviluppo di quest'opera di carità e potere, in tal modo, portare a compimento il disegno lungamente meditato, di formare una sacra famiglia di religiosi che, intimamente legati fra di loro con i vincoli della perfezione cristiana, si occupano senza posa per il bene della gioventù abbandonata, impegnandosi con assiduità ad educarla cristianamente nella religione e nelle arti. Sostenuto da tale speranza, non posso che incoraggiarvi a realizzare il comune progetto, pregandovi di considerare che si tratta di tener aperta una istituzione per accogliere quella parte dell'umanità bisognosa, che è la più cara all'amorosissimo Cuore di Gesù, e di perpetuare in questa nostra Patria una scuola di carità tanto opportuna per consolidare la formazione morale, per migliorare le arti e per salvare tante vittime innocenti. Furono queste le dolci attrattive con cui piacque al Signore di chiamar me dal quieto soggiorno della mia casa paterna ed invogliarmi alla volontaria oblazione di tutto me stesso, che ho fatto tanto volentieri, in vantaggio di un così grande e pubblico bene; questo fu il conforto con cui il Signore mi animò a superare i tanti ostacoli che si frapposero al buon esito del mio intento. Piaccia a Lui che questi siano anche i dolci vincoli che legano i vostri cuori in santa armonia per sostenere, tutti assieme, il difficile impegno. Perché le mie speranze abbiano un fondamento sicuro e perché voi pure abbiate a conoscere quale metodo e quale sistema di vita religiosa vi assumete consacrandovi a Dio in questa Congregazione, ve ne espongo brevemente le regole fondamentali. Leggetele, vi prego, attentamente e, dopo aver consultato il divin Crocifisso, esternate con tutta libertà i vostri sentimenti, perché riesca a conoscere chi di voi il Signore ha scelto a far parte di questa sacra Famiglia per condividere con me le loro fatiche nella santa impresa.

RESPONSORIO Ts 2.8: 1Cor 9.22
Per il grande affetto che vi porto, vi avrei dato non solo il Vangelo di Dio, ma la mia stessa vita:
* siete diventati per me figli carissimi.
Mi sono fatto debole con i deboli per guadagnare i deboli;
mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.
Siete diventati per me figli carissimi.

ORAZIONE O Dio, che hai scelto il beato sacerdote Lodovico Pavoni, infiammato di carità evangelica, come padre degli adolescenti e maestro di dottrina cristiana. concedi a noi benignamente, per sua intercessione, di seguirne l'esempio animati dallo stesso spirito. Per il nostro Signore

LODI
LETTURA BREVE Rm 12. 1-2
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

RESPONSORIO BREVE
Il cuore dei santi, * nella legge di Dio.
Il cuore dei santi, nella legge di Dio.
Diritto e sicuro è il loro cammino
nella legge di Dio.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Il cuore dei santi, nella legge di Dio.

ANT. AL BEN. Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.

INVOCAZIONI La nostra fiduciosa preghiera salga al Padre che ha costituito Cristo Gesù Signore e fondamento della nostra fede e della nostra speranza. Preghiamo assieme: Ascoltaci, Signore.

Signore, concedi a tutti i battezzati, in comunione con il Papa, i Vescovi, i Presbiteri, i Religiosi e le Religiose, di sperimentare nella propria vita la presenza di Cristo luce del mondo, che ci indica il cammino della verità e dell'amore. R.

Signore, ti preghiamo per i giovani, che sono i più cari all'amorosissimo cuore di Gesù e che sono chiamati ad essere le sentinelle del mondo nuovo: sappiano farsi apostoli dei loro coetanei e con loro riscoprano Cristo, speranza che non delude. R.

Signore, incoraggia quanti, come il beato Lodovico Pavoni, operano nel mondo del lavoro e particolarmente tra i giovani che si preparano e cercano un'occupazione, e sostieni quanti hanno a cuore il futuro della società, dei più deboli e dimenticati, che faticano a trovare e a percorrere il sentiero della vita. R.

Signore, mantieni salda la nostra fede, anima la nostra speranza e facci vivere l'autentica carità, che nasce da un vero incontro con te e ci porta a dona¬re ai fratelli il meglio di noi stessi. R.

Padre nostro.

ORAZIONE O Dio, che hai scelto il beato sacerdote Lodovico Pavoni, infiammato di carità evangelica, come padre degli adolescenti e maestro di dottrina cristiana, concedi a noi benignamente, per sua intercessione, di seguirne l'esempio animati dallo stesso spirito. Per il nostro Signore

VESPRI
LETTURA BREVE Rm 8, 28-30 Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

RESPONSORIO BREVE
Il Signore è giusto, * ama la giustizia.
lì Signore è giusto, ama la giustizia.
Guarda i buoni con amore,
ama la giustizia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Il Signore è giusto, ama la giustizia.

Ant. al Magn. Lasciate che i piccoli vengano a me; a loro appartiene il regno di Dio.

INTERCESSIONI Con animo fiducioso presentiamo al Padre le nostre invocazioni. Ci soccorra l’ intercessione della Vergine Immacolata e del beato Lodovico Pavoni, chiamato dalla Divina Provvidenza, che sempre veglia ai bisogni della povera umanità, ad essere segno del suo amore misericordioso. Preghiamo e diciamo: Ascoltaci, Signore.

Per la santa Chiesa di Dio, per il Papa e i Vescovi: continuino ad annunciare con coraggio che Cristo è il redentore dell'uomo, la vera risposta agli interrogativi più profondi, il senso ultimo di ogni ricerca, la speranza e la vita delle nuove generazioni. R.

Per la Famiglia pavoniana perché, religiosi e laici, nel rispetto delle reciproche vocazioni, diventino, gli uni per gli altri, dono di Dio e, lavorando assieme per il suo Regno, siano continuatori dell'opera e dello spirito del beato Lodovico Pavoni. R.

Per i giovani che la Provvidenza ci affida e per tutti coloro che vedono compromesso il loro futuro, perché trovino persone che, amandoli, diventino per essi trasparenza della paternità di Dio e offrano loro ragioni di vita e di speranza. R.

Per tutti noi qui presenti: stimolati dall'esempio del beato Lodovico Pavoni diventiamo costruttori di pace, attenti ai fratelli più piccoli e soli, capaci di irradiare nel mondo la gioia del Signore risorto. R.

Padre nostro.

ORAZIONE O Dio, che hai scelto il beato sacerdote Lodovico Pavoni, infiammato di carità evangelica, come padre degli adolescenti e maestro di dottrina cristiana, concedi a noi benignamente, per sua intercessione, di seguirne l'esempio animati dallo stesso spirito. Per il nostro Signore


PREGHIERA PER LA CANONIZZAZIONE
DEL BEATO LODOVICO PAVONI

Ci rivolgiamo a Te,
o Padre sorgente della vita e della gioia,
e per intercessione di padre Lodovico Pavoni
ti chiediamo con fiducia questa grazia...
(esprimere la grazia che si desidera ottenere)
Il tuo amore onnipotente esaudisca la nostra preghiera
e glorifichi il tuo Servo fedele,
che ai giovani e al poveri ha dato la gioia della speranza.
Ti presenti questa supplica la nostra cara Madre Maria,
che a Cana ottenne il primo miracolo
di Gesù, tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Chi vuole la pedofilia?

Gli ambigui proclami di tanti 'cattivi maestri'

 
di B. Bruti - L'Ottimista
Jean-Jacques Rousseau, che può essere considerato il profeta dell'educazione relativista e illuminista, ha cinque figli dalla sua compagna e, poiché questi sono figli reali e non astratti come l'Emilio, egli se ne libera rapidamente depositandoli, dopo ogni nascita, nell'ospizio dei trovatelli. Quest'uomo che crede nella assoluta bontà delle sensazioni e ignora la tendenza umana al piacere disordinato ed egoistico, a Venezia si compra per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate (1).

Dacia Maraini, sulla scia di filosofi illuministi che praticavano sesso anche con i figli, ha sostenuto che l'incesto è una pratica naturale (2).Gerd Koenen (teorico del '68) scrive: “Negli asili infantili più radicali le attività sessuali divennero parte integrante dei giochi” (3).

Jean-Paul Sartre (foto), Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori (4).

Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante. Poi, diventato europarlamentare, ha detto che si trattava di un'opera di fantasia. Ma anche fosse stata un'opera di fantasia, qual'era l'obiettivo? Certamente quest'opera non favorisce la condanna della pedofilia (5).

Oggi Aldo Busi, forse il più venduto autore omosessualista italiano, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici, candidato nelle liste radicali, scrive: “È probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi, ma verso l'odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non fa che aumentare”. Dopo di che spiega che l'età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo (Manuale per il perfetto papà, Mondadori) (6).

Nichi Vendola, oggi governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: “Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l'ha vista sempre in funzione della famiglia” ( 7). Il 27 ottobre 1998 i radicali organizzarono un convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione così recitava: "[...] essere pedofili [...] non può essere considerato un reato; la pedofilia [...] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone" (8). Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente e la legge lo permetta... L'internazionale dei gay e delle lesbiche (ILGA) ha collaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani (NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association) per dieci anni, prima di separarsi da questo movimento (9).

Il filosofo omosessualista Mario Mieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia (la sua opera è considerata la Bibbia dei Gay e a lui sono intitolati molti circoli gay). Nell'opera di Mieli vengono considerate esperienze redentive, da promuovere, la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia (10). Le associazioni omosessualiste (COC) fondate da Jef Last (pedofilo omosessuale e amico di André Gide) nei Paesi Bassi hanno voluto e ottenuto la depenalizzazione dei contatti sessuali con giovanetti al di sopra dei 12 anni. Nel 1990, infatti, erano stati depenalizzati, nei Paesi Bassi, i contatti sessuali (etero e omo) con individui sopra i 12 anni: la condizione era il consenso del giovane o della giovane e il nulla osta dei genitori (11).

Bibliografia: 1) cfr. Roberto Guiducci, La Storia di un contestatore sconfitto, pp. 1-68 (p. 32) in Jean-Jacques Rousseau, Le Confessioni, Introduzione di Roberto Guiducci, Traduzioni e note di Felice Filippini, Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 2001, p.28. 2) Francesco Agnoli, Il Foglio, 26 maggio 2007 3) Ibidem  4) Ibidem 5) Ibidem 6) Ibidem 7) Ibidem 8) cfr http://www.qrd.org/qrd/orgs/NAMBLA/1993 . se.to.ilga 9) cfr Gianni Rossi Barilli, Il Movimento Gay in Italia, Feltrinelli, 1999, p.93. 10) cfr Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Feltrinelli, 2002, p. 255.11) cfr G.J.M. van den Aardweg, Matrimonio omosessuale e affidamento a omosessuali, in Studi Cattolici. Mensile di studi e di attualità, anno XLII, n.449/50, 1998, p. 507

giovedì 26 maggio 2011

26 MAGGIO
APPARIZIONE della B. V. MARIA di CARAVAGGIO a MONTAGNAGA di PINE’


ANTIFONA D'INGRESSO Cantico 2, 14
Osténde mihi fàciem tuam, sonet vox tua in auribus meis : vox cnim tua dulcis, et fàcies tua decora, ( T. P. Allelùja, allelùja). Benedixisti, Domine terram tuam: avertisti captivitatem Jacob. Gloria Patri.

Mostrami il tuo volto, fammi udire la tua voce: il tuo volto è bello e soave è la tua voce. (T. P. Alleluia, alleluia.) Hai favorito la tua terra, o Signore, hai tolto la schiavitù da Giacobbe. Gloria al Padre... Mostrami il tuo volto.

ORATIO O Dio, che nella odierna * ( gloriosa ) apparizione della Vergine ti sei degnato di portarci, per mezzo di lei, parole e pegni di salvezza, concedi a noi di onorarla, e otterremo così gli aiuti che desideriamo per la vita presente e per quella futura. Per il nostro Signore …

* Nelle Messe votive invece di odierna si dice gloriosa.

Deus, qui in hodiérna ( preclara) Virginis Apparitióne verba salutis et pignora per ipsam ad nos deférre dignàtus es: da nobis, quaésumus, ita eam colere; ut optata vitae praeséntis pariter et futurae subsidia cónsequi mereamur. Per Dóminum.

PRIMA LETTURA Dal libro dell’ Ecclesiastico 24,7-8 e 10-15
Fra tutti questi cercai un luogo di riposo, in quale possedimento stabilirmi. Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, il mio creatore mi fece posare la tendae mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele. Ho officiato nella tenda santa davanti a lui, e così mi sono stabilita in Sion. Nella città amata mi ha fatto abitare; in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua eredità. Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell'Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engaddi, come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura; sono cresciuta come un platano. Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo; come mirra scelta ho sparso buon odore; come gàlbano, ònice e storàce, come nuvola di incenso nella tenda.

Nel tempo di Pasqua: Alleluia, alleluia. Tobia 13, 15

Sorgi ed esulta per i figli dei giusti,
tutti presso di te si raduneranno
e benediranno il Signore dei secoli.
Beati coloro che ti amano. Alleluia.
Benedetto il Signore che l'ha esaltata
e ha stabilito nei secoli il suo regno. Alleluia.

Tu autem laetàberis in filiis tuis,
quóniam omnes benedicéntur,
et congregabuntui ad Dóminum:
beati omnes qui diligunt te. Alleluja.
Benedictus Dominus qui exàltavit eam,
et sit regnum ejus in saécula sseculórum. Alleluja.

Alleluia, alleluia. Rallegrati ed esulta per i figli dei giusti, poiché tutti saranno radunati e benediranno il Signore; beati coloro che ti amano. Alleluia.

Alleliija, allelùja. Tu autem laetàberis in filiis tuis quóniam omnes benedicéntur, et congregabùntur ad Dóminum: beati omnes qui diligunt te. Allelùja.

Fuori del Tempo di Pasqua Salmo 84. 9-1
Ella annunzia pace al suo popolo, a chi torna con un cuore pentito.
Ci ha mostrato la sua misericordia; la sua gloria abiterà la nostra terra.

Locuta est pacem in plebem suam, et in eos qui convertuntur ad cor.
Osténdit nobis misericordiam suam; et ut inhabitet gloria in terra nostra.

Dopo la Settuagesima: Tratto Baruch 4, 22-23
Io, infatti, spero dall'Eterno la vostra salvezza. Una grande gioia mi viene dal Santo, per la misericordia che presto vi giungerà dall'Eterno vostro salvatore. Vi ho visti partire fra gemiti e pianti, ma Dio vi ricondurrà a me con letizia e gioia, per sempre.

Ego enim speravi in setérnum salùtem vestram: et venit mihi gaudium a sancto super misericordia, quae véniet vobis ab aeterno salutari nostro. Emisi vos cum luctu et ploràtu: reducet autem vos mihi Dóminus cum gàudio et jucunditàte in sempitérnum.

VANGELO
Dal vangelo secondo Luca 1, 39-47
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.

ANTIFONA DI OFFERTORIO Geremia 31, 13-14
Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.
e il mio popolo abbonderà dei miei beni. (T.P. Alleluia).

Convértam luctum eórum in gaudium, et consolàbor eos, et laetificàbo a dolóre suo; et pópulus meus bonis meis adimplébitur. (T.P. Allelùja).

SULLE OFFERTE Ricevi, o Signore, i doni della nostra devozione, che la santissima vergine Maria, con la sua preghiera, rende graditi alla tua maestà; e per mezzo di lei scenda su di noi l'abbondanza di ogni bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te, in unione con lo Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

Suscipe, Domine, mùnera devotiónis nostrae, quae majestati tuae beatissima Virgo Maria sua precatióne comméndat: et per ipsam, quaésùmus, ad nos descéndat totius boni plenitùdo. Per Dominum

ANTIFONA DI COMUNIONE Salmo 64, 5,10
Ci sazieremo coi beni della tua casa: hai visitato la terra e l'hai fatta traboccare di letizia. (T.P. Alleluia.)

Replébimur in bonis domus tuae quia visitasti terram, et inebriasti eam ( T. P. Allelùja).

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE
Dio misericordioso, fa' che impariamo a gustare questi santi misteri con l'aiuto della Madre tua, affinché siano per noi pegno della gloria futura. Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, in unione con lo Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

Concède, miséricors Deus: ut auxilio Matris tuae haec sancta discàmus frequentare mystéria; ut futurae gloriae nobis sint pignora: Qui vivis.

Conforme all'originale approvato : " MESSE PROPRIE PER LA DIOCESI CREMONESE „
COMMISSIONE DIOCESANA PER LA SACRA LITURGIA CREMONA — 1965

L'oratorio in onore di s. Filippo Neri: "musical" del 1700 di A. Scarlatti

I musical sui santi sono popolari oggi come lo erano nei secoli passati, sotto il nome di Oratori. In onore del santo di oggi, Filippo Neri, iniziatore del genere, Alessandro Scarlatti (padre di Domenico) ne compose uno, che grazie a YouTube è ascoltabile ampiamente. Vi propongo una aria-preghiera, cantata dal personaggio di San Filippo:




Testo preso da: L'oratorio in onore di San Filippo Neri: "musical" del 1700 di Alessandro Scarlatti http://www.cantualeantonianum.com/2011/05/loratorio-in-onore-di-san-filippo-neri.html#ixzz1NRjb6PKS
http://www.cantualeantonianum.com