Gaude Maria Virgo, cunctas hæreses sola
interemisti in universo mundo. Rallegrati, Vergine Maria: tu solo hai distrutto
tutte le eresie nel mondo intero. Questo si
leggeva, sino al Concilio Vaticano II, nel Breviarium Romanum. La Madonna era celebrata come debellatrice di
ogni errore dottrinale, come custode e garante indiscussa della Fede cattolica.
Poi certi termini sono caduti in disuso, ritenuti ormai superati e poco adatti al mondo contemporaneo. E negli ultimi decenni la Madonna è diventata semplicemente Maria, l’umile ragazza di Nazareth, più o meno illibata, servizievole, buona moglie e madre di famiglia e niente più. È il mito della “ferialità” della Vergine Santissima. Sia chiaro, la Madonna è stata anche tutto questo, ma non può assolutamente essere ridotta a ciò. Secoli e secoli di Teologia cristiana hanno fatto sì che davvero de Maria numquam satis, con buona pace dei modernisti. Di Maria Santissima non diremo mai abbastanza. Di qui i dogmi e i privilegi mariani riconosciuti dalla Chiesa nel corso della storia: la Verginità perpetua, la Maternità divina, l’Immacolata concezione, l’Assunzione, senza dimenticare la proclamazione della sua Regalità e in attesa del riconoscimento dogmatico di Maria come Mediatrice di tutte le grazie e Corredentrice.
La Madonna, già nel protovangelo (cf. Gen 3,15) ha visto delineata la missione affidatagli da Dio. Ipsa conteret caput tuum: è Maria Santissima che, cooperando all’opera della Redenzione in maniera tutta speciale, schiaccia il capo dell’infernale nemico. Proprio Lei assicura la vittoria sul demonio ad ogni singolo cristiano che le è devoto e alla Chiesa, di cui è Madre. La storia lo dimostra in modo inequivocabile. E testimonia pure come gli interventi della Madonna siano stati tutt’altro che feriali e dimessi. Anzi, potremmo dire, forse banalizzando un po’, che Nostra Signora è stata, è e sarà sempre tutt’altro che politicamente corretta. Basti prendere ad esempio alcuni episodi.
Poi certi termini sono caduti in disuso, ritenuti ormai superati e poco adatti al mondo contemporaneo. E negli ultimi decenni la Madonna è diventata semplicemente Maria, l’umile ragazza di Nazareth, più o meno illibata, servizievole, buona moglie e madre di famiglia e niente più. È il mito della “ferialità” della Vergine Santissima. Sia chiaro, la Madonna è stata anche tutto questo, ma non può assolutamente essere ridotta a ciò. Secoli e secoli di Teologia cristiana hanno fatto sì che davvero de Maria numquam satis, con buona pace dei modernisti. Di Maria Santissima non diremo mai abbastanza. Di qui i dogmi e i privilegi mariani riconosciuti dalla Chiesa nel corso della storia: la Verginità perpetua, la Maternità divina, l’Immacolata concezione, l’Assunzione, senza dimenticare la proclamazione della sua Regalità e in attesa del riconoscimento dogmatico di Maria come Mediatrice di tutte le grazie e Corredentrice.
La Madonna, già nel protovangelo (cf. Gen 3,15) ha visto delineata la missione affidatagli da Dio. Ipsa conteret caput tuum: è Maria Santissima che, cooperando all’opera della Redenzione in maniera tutta speciale, schiaccia il capo dell’infernale nemico. Proprio Lei assicura la vittoria sul demonio ad ogni singolo cristiano che le è devoto e alla Chiesa, di cui è Madre. La storia lo dimostra in modo inequivocabile. E testimonia pure come gli interventi della Madonna siano stati tutt’altro che feriali e dimessi. Anzi, potremmo dire, forse banalizzando un po’, che Nostra Signora è stata, è e sarà sempre tutt’altro che politicamente corretta. Basti prendere ad esempio alcuni episodi.
Chi ha assicurato la vittoria della Cristianità sul nemico islamico che minacciava
di invadere l’Europa e persino la Basilica di San Pietro? A Lepanto (1571),
così come a Vienna (1683), è stata proprio la Madonna a proteggere e guidare
l’esercito cristiano. I Papi delle due battaglie hanno visto il suo materno
intervento nelle vittorie conseguite. Infatti, dopo Lepanto san Pio V istituì
la festa della Madonna del Rosario (la vittoria era stata ottenuta con questa
potentissima ed efficacissima preghiera) e inserì nelle litanie lauretane
l’invocazione Auxilium christianorum, ora pro nobis; dopo Vienna,
invece, il beato Innocenzo XI riconobbe l’intervento della Madonna e istituì la
festa del Santissimo Nome di Maria, che tanto era stato invocato dai buoni
soldati cristiani. A quanto pare, dunque, la Vergine Maria non gradisce
l’islamizzazione europea e non si è mai mostrata favorevole, ovviamente facendo
la volontà del Figlio suo, verso il dialogo interreligioso così come lo si
intende oggi. Che debba essere accusata di islamofobia e intolleranza?
Poi vi sono altri eventi. Forse non tutti conoscono uno splendido intervento
mariano nella Guerra dei Trent’anni, che vide opporsi cattolici e protestanti.
Nel 1620, l’esercito cattolico ottenne una vittoria epocale nella battaglia
della Montagna Bianca. In questo modo, il dilagare della rivoluzione
protestante venne frenato. Il successo si ebbe grazie ad una tavoletta
raffigurante la Madonna e trovata in Boemia da un padre carmelitano scalzo.
Dopo essere stata portata in trionfo in tutta Europa, oggi questa immaginetta
si trova a Roma, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria. Anche questo
fatto, che i modernisti evitano di ricordare, sta con ogni evidenza a
sottolineare che la Madonna non è ecumenica. E forse proprio per questo oggi
verrebbe scomunicata. Così come verrebbe seriamente redarguita da certe
autorità ecclesiastiche per quel che si è permessa di fare con Alfonso
Ratisbonne, il 20 gennaio 1842. Mentre visitava la chiesa di Sant’Andrea delle
Fratte, a Roma, il Ratisbonne, che era ebreo, ebbe la visione della Madonna,
che in pratica lo portò a convertirsi al Cattolicesimo e addirittura a farsi
sacerdote. La Madre di Dio ha quindi confermato che solo in Cristo c’è Salvezza
e che pertanto anche gli ebrei devono convertirsi a Lui. La comunità ebraica di
oggi griderebbe allo scandalo, purtroppo insieme a molti cattolici, e
sosterrebbe che la Vergine Maria è antigiudaica e, forse, persino un po’
antisemita. Non bisogna poi dimenticare i miracoli mariani avvenuti durante l’invasione
giacobina dell’Italia alla fine del Settecento. Numerosi dipinti della Madonna,
anche davanti allo stesso Napoleone, girarono gli occhi e piansero. La Vergine
dunque non era contenta della Rivoluzione francese, né degli ideali da essa
scaturiti. Una Madonna rivelatasi antimoderna, quindi, e contro quei presunti “diritti”
dell’uomo voluti dalla massoneria…
Prima di queste vicende, ce n’è anche un’altra che merita di essere menzionata:
l’apparizione della Madonna di Guadalupe, in Messico, nel 1531, quindi
nell’epoca dei conquistadores spagnoli. La Vergine apparve ad un azteco
convertito al Cristianesimo, san Juan Diego. Anche qui non si può non
intravedere la benedizione che la Madonna diede all’opera di evangelizzazione
delle Americhe portata avanti soprattutto dalla Spagna. Eppure oggi c’è chi
ancora parla di imposizione della Fede con la forza, di colonialismo becero e
quant’altro. Come in tutte le opere umane, ci sono luci e ombre. Ma l’aver
condotto a Cristo un intero Continente è stato davvero un capolavoro della
grazia divina, confermato, per l’appunto, dall’apparizione mariana tanto cara
ai messicani e non solo.
Infine, ma l’elenco sarebbe ancora molto lungo, non si può non parlare di Fatima. Innanzi tutto perché a Fatima, nel 1917, la Madonna ha messo in guardia l’umanità dal comunismo, con buona pace di quei tanti cattolici che, ieri come oggi, cercano un dialogo con le forze di sinistra. In secondo luogo perché proprio a Fatima la Vergine, oltre a esortare alla penitenza per la conversione dei peccatori (altro concetto risibile per i modernisti), ha profetizzato la crisi di fede che sarebbe avvenuta nella Chiesa e di cui siamo oggi testimoni diretti. Accanto a questo ha promesso il Trionfo del suo Cuore Immacolato. Un Trionfo che, si deve pensare, non sarà solo nei cuori dei suoi devoti, ma anche su tutta la società. Un Trionfo che porterà finalmente al cosiddetto Regno di Maria, un regno in cui la regalità sociale di Cristo sarà pienamente attuata, sempre con buona pace di chi ora straparla di laicità positiva e di libertà religiosa.
D’altronde, alcuni prodromi li si è visti, per un po’, nelle vicende politiche del Portogallo. Nel 1931, dopo un periodo di grande caos e anticlericalismo diffuso, l’episcopato portoghese, rispondendo all’invito della Vergine, consacrò la Nazione al suo Cuore Immacolato. E il Portogallo non solo fu preservato dalle guerre, ma nel 1932 vide diventare capo del governo il prof. Antonio de Oliveira Salazar, fervente cattolico e amico intimo sia del patriarca di Lisbona, il cardinal Cerejeira, sia di suor Lucia, la veggente superstite di Fatima. Con Salazar si ebbe un ritorno all’ordine sociale cattolico, lo Stato tornò ad avere ottimi rapporti con la Chiesa, aumentò il numero di matrimoni religiosi e crebbero le vocazioni. Tra l’altro, fatto che farà storcere il naso a molti, la stessa suor Lucia ebbe da Dio l’incarico di esortare i vescovi portoghesi a sostenere Salazar alle elezioni del 1945. Pur rilevando alcuni limiti, la Veggente fece sapere che «Salazar è la persona che Dio ha scelto per continuare a governare la nostra patria, è a lui che saranno accordate la luce e la grazia per condurre il nostro popolo per le strade della pace e della prosperità». Dal che si evince l’approvazione dall’Alto, almeno relativa, di un governo di destra corporativa, certo non corrispondente ai canoni democratici prevalenti. E Salazar si recava a visitare suor Lucia, le telefonava e implorava le sue preghiere quando si trovava schiacciato da pesanti preoccupazioni.
Che aggiungere dopo questo breve excursus? Come scriveva Plinio Corrêa de Oliveira, Maria è «la patrona di quanti lottano contro la Rivoluzione. La mediazione universale e onnipotente della Madre di Dio è la più grande ragione di speranza dei contro-rivoluzionari. E a Fatima Ella ha già dato loro la certezza della vittoria». Dovremo passare attraverso i castighi, ma alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. E per diventare davvero i soldati e gli apostoli della guerra contro satana, affrettando così la preannunciata primavera, dobbiamo consacrarci alla Madonna, farci suoi schiavi, diventare suoi cavalieri. Cor Jesu, adveniat Regnum tuum! Adveniat per Mariam!
Infine, ma l’elenco sarebbe ancora molto lungo, non si può non parlare di Fatima. Innanzi tutto perché a Fatima, nel 1917, la Madonna ha messo in guardia l’umanità dal comunismo, con buona pace di quei tanti cattolici che, ieri come oggi, cercano un dialogo con le forze di sinistra. In secondo luogo perché proprio a Fatima la Vergine, oltre a esortare alla penitenza per la conversione dei peccatori (altro concetto risibile per i modernisti), ha profetizzato la crisi di fede che sarebbe avvenuta nella Chiesa e di cui siamo oggi testimoni diretti. Accanto a questo ha promesso il Trionfo del suo Cuore Immacolato. Un Trionfo che, si deve pensare, non sarà solo nei cuori dei suoi devoti, ma anche su tutta la società. Un Trionfo che porterà finalmente al cosiddetto Regno di Maria, un regno in cui la regalità sociale di Cristo sarà pienamente attuata, sempre con buona pace di chi ora straparla di laicità positiva e di libertà religiosa.
D’altronde, alcuni prodromi li si è visti, per un po’, nelle vicende politiche del Portogallo. Nel 1931, dopo un periodo di grande caos e anticlericalismo diffuso, l’episcopato portoghese, rispondendo all’invito della Vergine, consacrò la Nazione al suo Cuore Immacolato. E il Portogallo non solo fu preservato dalle guerre, ma nel 1932 vide diventare capo del governo il prof. Antonio de Oliveira Salazar, fervente cattolico e amico intimo sia del patriarca di Lisbona, il cardinal Cerejeira, sia di suor Lucia, la veggente superstite di Fatima. Con Salazar si ebbe un ritorno all’ordine sociale cattolico, lo Stato tornò ad avere ottimi rapporti con la Chiesa, aumentò il numero di matrimoni religiosi e crebbero le vocazioni. Tra l’altro, fatto che farà storcere il naso a molti, la stessa suor Lucia ebbe da Dio l’incarico di esortare i vescovi portoghesi a sostenere Salazar alle elezioni del 1945. Pur rilevando alcuni limiti, la Veggente fece sapere che «Salazar è la persona che Dio ha scelto per continuare a governare la nostra patria, è a lui che saranno accordate la luce e la grazia per condurre il nostro popolo per le strade della pace e della prosperità». Dal che si evince l’approvazione dall’Alto, almeno relativa, di un governo di destra corporativa, certo non corrispondente ai canoni democratici prevalenti. E Salazar si recava a visitare suor Lucia, le telefonava e implorava le sue preghiere quando si trovava schiacciato da pesanti preoccupazioni.
Che aggiungere dopo questo breve excursus? Come scriveva Plinio Corrêa de Oliveira, Maria è «la patrona di quanti lottano contro la Rivoluzione. La mediazione universale e onnipotente della Madre di Dio è la più grande ragione di speranza dei contro-rivoluzionari. E a Fatima Ella ha già dato loro la certezza della vittoria». Dovremo passare attraverso i castighi, ma alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. E per diventare davvero i soldati e gli apostoli della guerra contro satana, affrettando così la preannunciata primavera, dobbiamo consacrarci alla Madonna, farci suoi schiavi, diventare suoi cavalieri. Cor Jesu, adveniat Regnum tuum! Adveniat per Mariam!
(da "Il Settimanale di Padre Pio", numero 23 del 9 giugno 2013)
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