venerdì 24 marzo 2017

nuovo rito per la Messa

Due pesi e due misure 

 


In questi giorni capita di leggere articoli dai toni un po’ apocalittici, riguardanti presunti progetti di riforma liturgica, che avrebbero come obiettivo la creazione di un nuovo rito eucaristico che permetta la partecipazione di fedeli appartenenti a diverse confessioni cristiane. Di fronte a tali annunci, sinceramente, si rimane alquanto perplessi, dal momento che non si riesce a vedere che fondamento abbiano: di solito un articolo cita l’altro, senza mai fornire una fonte attendibile, che non siano le solite “voci” (o forse, piú probabilmente, all’origine c’è l’errata interpretazione di alcune informazioni credibili, ma non ben comprese).


Di fatto, l’unica notizia recente in ambito liturgico è quella della costituzione, presso la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti (CCDDS), di una commissione incaricata di rivedere l’istruzione Liturgiam authenticam. Me ne ero occupato nel post del 7 febbraio 2017. Nel post della scorsa settimana ho riportato la smentita del Prof. Grillo circa qualsiasi suo coinvolgimento nella commissione.

Ora viene una conferma dell’esistenza della commissione e i nomi dei suoi componenti dal blog di Francisco José Fernández de la Cigoña La Cigüeña de la Torre. Un articolo serio sulla questione, che riprende l’indiscrezione de La Cigüeña, è quello di Riposte catholique (una traduzione italiana nel sito Una Vox). Perché “serio”? Perché dimostra di essere bene informato e, soprattutto, si limita ai fatti, senza lasciare che la fantasia prenda il sopravvento. L’articolo riporta le reazioni a Liturgiam authenticam in ambito tedesco, italiano, anglosassone, spagnolo e francese. Quel che mi ha colpito maggiormente non è stato tanto il fatto che ci siano state opposizioni (lo si sapeva già), quanto piuttosto il diverso trattamento che è stato riservato dalla CCDDS ai diversi “episcopati” (metto la parola “episcopati” fra virgolette, perché sappiamo bene che molto spesso i vescovi non ne sanno nulla di certe questioni, venendo esse gestite per lo piú dai “tecnici”, nella fattispecie dai liturgisti). Io non conosco la situazione negli ambiti tedesco, francese e spagnolo (non sapevo, per esempio, che è uscita la nuova edizione del Messale in castigliano: sarebbe interessante vedere che cosa è venuto fuori, dal momento che era già stata autorizzata una diversa traduzione della formula di consacrazione per la Spagna e per i paesi latinoamericani). Conosco meglio (non perché abbia contatti con gli addetti ai lavori, ma solo perché faccio uso dei rispettivi testi) la situazione in ambito italiano e anglofono. A proposito dell’Italia, l’articolo afferma:
Bisogna dire che il mondo dei liturgisti italiani è molto ben organizzato in un efficace gruppo di pressione, in particolare attorno all’Associazione dei Professori di Liturgia, che insegnano alla Pontificia Università Sant’Anselmo, negli istituti liturgici di Padova, Palermo, Bologna, Milano e nei seminari diocesani. L’Ufficio Liturgico della Conferenza Episcopale Italiana è nelle loro mani, al pari delle importanti riviste liturgiche: La Rivista di pastorale liturgica e La Rivista liturgica.
Senza conoscere questi retroscena, mi ero accorto da solo che gli italiani erano ben ammanicati presso la CCDDS. Come ero giunto a tale conclusione? Attraverso una serie di osservazioni sui libri liturgici. Qui basterà fare un esempio, sufficiente a dimostrare la “corsia preferenziale” di cui l’Ufficio liturgico della CEI ha sempre usufruito presso il Dicastero.

Martedí della prima settimana di Quaresima. Vangelo del giorno: Matteo 6:7-15 (il Padre nostro). Nel Lectionary for Mass for Use in the Dioceses of the United States of America. Second Typical Edition, approvato nel 2001 a norma dell’istruzione Liturgiam authenticam, vengono apportate delle correzioni alla New American Bible (NAB) adottata da quel lezionario:

NAB 1986
LEZIONARIO 2001


“In praying, do not babble like the pagans,
who think that they will be heard because of their many words.
Do not be like them.
Your Father knows what you need before you ask him.
“This is how you are to pray:
Our Father in heaven,
      hallowed be your name,
      your kingdom come,
      your will be done,
      on earth as in heaven.
Give us today our daily bread;
and forgive us our debts,
      as we forgive our debtors;
and do not subject us to the final test,
      but deliver us from the evil one.
If you forgive others their transgressions,
your heavenly Father will forgive you.
But if you do not forgive others,
neither will your Father forgive your transgressions.

Jesus said to his disciples:
In praying, do not babble like the pagans,
who think that they will be heard because of their many words.
Do not be like them.
Your Father knows what you need before you ask him.
“This is how you are to pray:
Our Father who art in heaven,
      hallowed be thy name,
      thy kingdom come,
thy will be done,
      on earth as it is in heaven.
Give us this day our daily bread;
and forgive us our trespasses,
as we forgive those who trespass against us;
and lead us not into temptations,
      but deliver us from evil.
If you forgive men their transgressions,
      your heavenly Father will forgive you.
But if you do not forgive men,
   neither will your Father forgive your transgressions.”
The Gospel of the Lord.

Ho evidenziato in corsivo le modifiche apportate dal comitato Vox Clara (costituito presso la CCDDS) al testo della NAB, in base alle norme di Liturgiam authenticam. Le modifiche sono sostanzialmente due: la sostituzione della moderna traduzione del Padre nostro con la versione tradizionale (ancora usata nella liturgia) e la sostituzione di others (adottato dalla NAB in omaggio al politicamente corretto inclusive language) con men (traduzione letterale dell’originale τοῖς ἀνθρώποις). L’istruzione del 2001 viene dunque applicata alla lettera.

Che cosa accade in ambito italiano? In Italia, dove non è stato ancora pubblicata la nuova edizione del Messale (per i motivi illustrati nel citato articolo), è stato però pubblicato il nuovo lezionario, che utilizza la traduzione CEI della Bibbia del 2008. In questo caso, il nuovo lezionario è stato approvato senza apportare alcuna modifica al testo biblico approvato nel 2008. Può però essere utile fare un raffronto tra la vecchia e la nuova traduzione CEI:

CEI 1974
CEI 2008

Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate cosí:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo cosí in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;

ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole.

Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate cosí:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo cosí in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonerete agli altri,  neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.



Anche in questo caso ho evidenziato le variazioni della traduzione del 2008 rispetto a quella del 1974. Ebbene, a parte qualche modifica di carattere puramente formale, se consideriamo la traduzione del 1974, quando ancora Liturgiam authenticam era di là da venire, potremmo dire che ne anticipasse inconsapevolmente i contenuti: versione tradizionale del Padre nostro; “uomini” tradotto letteralmente. Nella traduzione del 2008, adottata dal nuovo lezionario, invece, si modifica la versione del Padre nostro (nonostante si continui a usare nella liturgia la formula tradizionale) e si rende “uomini” con “altri”, esattamente come fa la NAB (nonostante che in Italia, grazie al Cielo, non sia cosí sentito come nel mondo anglosassone il problema del “linguaggio inclusivo”). 

Ebbene, il nuovo lezionario è stato approvato nell’anno del Signore 2009 dalla CCDDS, durante il pontificato di Benedetto XVI, con S. Em. il Card. Antonio Cañizares Llovera Prefetto, S. E. R. Mons. Albert Malcom Ranjith Patabendige Don Segretario e il Rev. Padre Anthony Ward Sottosegretario, nessuno dei quali risulta essere di tendenze moderniste o bugniniane. Sono stati usati, nello stesso ambito, due pesi e due misure. Come si spiega? Dobbiamo attribuire il diverso trattamento a negligenza di chi doveva vigilare sull’esatta applicazione di Liturgiam authenticam? Oppure l’istruzione è stata temporaneamente sospesa in occasione dell’approvazione del lezionario italiano? Evidentemente è vero quanto sostenuto dall’articolo di Riposte catholique: in Italia c’è un “efficace gruppo di pressione” che riesce a ottenere quel che vuole, in barba a ogni normativa e a prescindere dai titolari pro tempore della Curia romana. E, aggiungerei, dello stesso Episcopato italiano: già nel lontano 1986 il Card. Giacomo Biffi si lamentava che nell’edizione del Messale italiano del 1983 erano state introdotte alcune nuove preghiere eucaristiche all’insaputa dei vescovi (si veda il mio post del 2 febbraio 2010). È proprio vero: come dice il proverbio, il mondo è di chi se lo piglia.
Q

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