i sacerdoti non sanno più parlare di Cristo
tra tutte le castronerie
dette e fatte a proposito di presepi, preghiere e gesti natalizi, forse la più
grave è quella avvenuta a Monza, dove un prete responsabile di una scuola
dichiaratamente “cattolica” ha detto che nel suo istituto non verrà celebrata
la Santa Messa nel periodo prenatalizio, perché essa costituisce «un gesto troppo
forte». Pazzesco!
Una cosa è
vera: la Messa cattolica è effettivamente un gesto molto forte, anzi moltissimo forte, visto che durante
la celebrazione un pezzo di pane diventa addirittura il Corpo di Cristo ed un
poco di vino si trasforma nel Sangue di Cristo e noi siamo chiamati ad
inginocchiarci di fronte a questo straordinario evento e ad adorare quel Pane e
quel Vino. Si tratta, proprio, di un gesto non solo forte, ma assolutamente
straordinario. Ed allora? Un prete cattolico si rifiuta di celebrare un gesto
solo perché esso è straordinario?
Questa
decisione scandalosa mette in luce come il vero problema sia, ancora una volta,
quello di sottolineare
che ci troviamo, anche in casa cattolica, di fronte ad una sempre più grave
emergenza educativa. Il problema di questo prete non è di negare che la Messa
sia un gesto molto forte, ma è quello di spiegare ai suoi ragazzi le ragioni di
questa straordinarietà. Occorre proporre e spiegare il motivo di questa
straordinarietà. È evidente che, in un’epoca in cui si sono perse anche le
evidenze più chiare, non si può più dare nulla per scontato e occorre dare le
ragioni di tutto, come del resto ci ha invitato a fare S. Pietro fin
dall’inizio. Occorre proporre spiegando e dando le ragioni del gesto a cui si
invita la gente, soprattutto quando si tratta di giovani.
Anch’io, a 18
anni, non andavo più a Messa e sbeffeggiavo certi riti e deridevo preti e
suore. Fortunatamente,
ho incontrato un sacerdote, il servo di Dio, che mi ha dato e
fatto vedere le ragioni che rendevano più affascinante di qualsiasi altra cosa
la sequela di Cristo dentro la Sua Chiesa, che si materializzava nella comunità
dei suoi studenti. E sentendo le sue ragioni e le sue spiegazioni, a poco a
poco ho ripreso confidenza con l’ipotesi di vita cristiana ed ho ricominciato a
voler partecipare ai gesti liturgici cattolici, che ci facevano gustare anche attraverso bellissimi canti (anche della tradizione) e una
eccezionale intensità di partecipazione.
Quel grande
padre della mia fede non ha avuto paura della straordinarietà della S. Messa, ma ha avuto il
coraggio (e la fede) di proporre anche a me miscredente la bellezza e la
ragionevolezza di Cristo. Ed ha vinto. Il grave di quanto accaduto a Monza è
che un sacerdote cattolico si è arreso al pensiero unico contemporaneo ed ha
rinunciato a compiere l’elementare gesto educativo (anche questo “forte”) di
spiegare le ragioni di una proposta. Ha perso una grande occasione. Spero e
prego che si rifaccia il prossimo Natale del 2016 (oppure anche la prossima
S. Pasqua, dato che la
Resurrezione è un gesto molto “forte”).
http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli--se-anche-i-sacerdoti-non-sanno-piu-parlare-di-cristo-14679.htm#.VnBgUtLhCt8
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