«omnia licet, sed non omnia expedit» Cor 10, 22
E ora che il matrimonio gay è legge? Vescovo francese: «Ciò che è legale non è per forza anche morale»
aprile 27, 2013 Redazione
Comunicato del vescovo di Metz Pierre Raffin: «Non vergogniamoci delle nostre convinzioni sulla famiglia e il matrimonio»
Il matrimonio gay è legge in Francia. «E ora che cosa facciamo?», si chiede in un comunicato ai fedeli della sua diocesi il vescovo di Metz Pierre Raffin. «I nostri governanti sono riusciti a imporre al nostro paese il “matrimonio per tutti”, nonostante la maggioranza dei francesi fosse contraria (…). Ricordiamoci che ciò che è legale non è per forza anche morale. Ci possono infatti essere delle leggi che la nostra coscienza rifiuta di ritenere giuste, non solo perché sono contrarie alle nostre convinzioni religiose, ma perché sono contrarie a quella legge naturale che è iscritta nel cuore di tutti gli esseri umani».
TESTIMONIANZA. Il vescovo di Metz ricorda l’importanza, in situazioni simili, della testimonianza da parte dei cristiani: «La storia della Chiesa ci ricorda che i cristiani sono morti martiri per essersi rifiutati di obbedire alle leggi dello Stato che offendessero le loro convinzioni religiose (sacrifici agli idoli, mancato rispetto della domenica). Ci insegna anche che con la loro testimonianza silenziosa e la rettitudine dei comportamenti i cristiani hanno trasformato la società civile. (…) Non vergogniamoci quindi delle nostre convinzioni sulla famiglia e il matrimonio», perché queste mostrano la vera natura della famiglia e dell’uomo.
QUATTRO VERITÀ. Perché? Monsignor Raffin elenca quattro punti: «Primo. Tutte le persone umane hanno un sesso, maschio o femmina. E non in virtù di una decisione personale ma per nascita. (…) Secondo. La famiglia è fondata da un uomo e una donna che si amano e si impegnano in una relazione duratura assumendosi la responsabilità di crescere i figli che possono nascere dalla loro unione. Questa responsabilità non è solo di ordine privato: ha anche una dimensione sociale che le leggi dello Stato riconoscono, come anche la Francia aveva fatto fino ad ora (…). Terzo. Il figlio non è un diritto, è il frutto dell’amore tra un uomo e una donna. Per la sua crescita umana e spirituale il bambino ha bisogno di un padre e di una madre. Nessuna manipolazione tecnica potrà cancellare questa realtà fondamentale. Quarto. I genitori sono i primi educatori dei loro figli. Certo, devono essere sostenuti dalle istituzioni della Repubblica, ma queste non possono privare i genitori del loro diritto fondamentale di educare i propri figli».
RESISTENZA CONCRETA. Cosa è chiesto, dunque, ai cristiani francesi ora che la legge sul matrimonio gay è stata approvata? «Resistere a queste circostanze non significa essere violenti come gli zeloti al tempo di Gesù, ma avere la forza tranquilla dei beati, fondata sulla riflessione, il discernimento, la meditazione delle Scritture e la preghiera. I beati non fanno affidamento su quello che il mondo pensa, dice e fa. E non prendono per acquisito ciò che l’opinione comune considera una evidenza o una certezza ma si lasciano condurre dallo Spirito Santo verso la verità tutta intera».
Un concetto tutt’altro che astratto perché, conclude il vescovo, «questa resistenza che ha una dimensione politica dovrà presto o tardi incarnarsi in impegni concreti. Ma organizzarla non è un compito che spetta ai pastori della Chiesa».
Un concetto tutt’altro che astratto perché, conclude il vescovo, «questa resistenza che ha una dimensione politica dovrà presto o tardi incarnarsi in impegni concreti. Ma organizzarla non è un compito che spetta ai pastori della Chiesa».
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