mercoledì 4 aprile 2012

Giuda Iscariota

Giuda, il traditore 


Giuda, il traditore Giuda appare quasi il protagonista della liturgia nei primi tre giorni della Settimana Santa: il vangelo sempre parla di lui. E Giuda è presente anche nella stanza della Cena. La presenza di Giuda in mezzo ai Dodici, intorno alla mensa di Gesù, è indubbiamente il fatto più inquietante tra quelli, pure tutti inquietanti, che si addensano alla vigilia della passione del Signore. È la presenza del nemico fra gli amici, di colui che colpisce nel momento e nel luogo in cui soprattutto necessaria è la fiducia, perché nessuno può ormai più difendersi nei confronti di nessuno. Gesù non ignora questa presenza, non la tace; ma insieme non scopre Giuda, non l'accusa, non discute con lui, non cerca di difendersene. Non tace a proposito di questa presenza, per essere fino all'ultimo presente anche a lui. I Dodici invece cercano di scoprire chi di loro mente: e in questo tentativo soccombono e ricadono sotto l'antica legge del sospetto reciproco generalizzato, dell'accusa, della divisione. È sempre da qui che ha inizio la crisi di un rapporto di fraternità e di comunione: dal timore di essere traditi, dal timore che un altro ne approfitti, dall'impossibile pretesa di mettere alla prova e verificare l'attendibilità dell'altro. Non c'è altro modo per vincere il traditore che quello di consegnarsi nelle sue mani, e rimettere nelle mani di Dio la propria causa. Pensiamo quanti disaccordi, quante offese, quante prepotenze nascono nella nostra vita dal sospetto. Per sedere intorno alla mensa di Gesù occorre fidarsi l'uno dell'altro, senza nascondevi il prezzo che può costare questa fiducia.

G. ANGELINI, Li amò sino alla fine, Milano 1981, 40s.

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