giovedì 5 aprile 2012

Venerdì santo

MORS TUA
VITA MEA


O Teotimo, Teotimo, il Salvatore ci conosceva tutti per nome e per cognome e pensò a noi con amore particolare, quando offerse le sue lacrime, le sue preghiere, il suo sangue, la sua vita per tutti noi. «O eterno Padre, prendo su di me e mi carico di tutti i peccati del povero Teotimo, soffrirò i tormenti della morte affinché egli ne sia liberato e non perisca, ma viva. Che io muoia purché egli viva; che io sia crocifisso perché egli sia glorificato».

La passione e morte di nostro Signore sono il motivo più dolce e più violento insieme che ci spinge ad amare. I figli della croce si glorificano in questo mistero che il mondo non intende: dalla morte distruggitrice è uscita la vita; dalla morte, più forte di qualunque altra cosa, è uscito il dolce miele dell'amore [...].

Teotimo, il monte Calvario è il monte degli amanti. L'amore che non prende la sua origine dalla croce è frivolo e pericoloso. E infelice è la morte senza l'amore del Salvatore. Infelice è l'amore senza la morte del Salvatore. L'amore e la morte sono tanto fusi insieme nella passione del Signore che non si può avere in cuore l'uno senza l'altra. Sul Calvario non si può attingere la vita senza l'amore, né l'amore senza la morte del Redentore: fuori di là vi è o la morte eterna, o l'amore eterno. E tutta la sapienza cristiana consiste nel saper ben scegliere.

(FRANCESCO di SALES, Teotimo, ossia Trattato dell'amore di Dio, XII,13).

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