venerdì 13 aprile 2012

perdonare

Perdonare nel Cristo morto e risorto
Metropolita Nikodim, Croce e risurrezione



Sul Golgota, all'apparenza, la giustizia era definitivamente calpestata e offesa, ed invece proprio là veniva ristabilita dall'amore di Dio, che non conosce limiti e misura, poiché il Giusto soffrì per i peccatori e l'Innocente versò il sangue per liberare i colpevoli dal loro peccato e dalle sue conseguenze. Nel sepolcro del Signore, in apparenza, venivano sepolte le speranze dell'umanità nella salvezza dalla morte, e invece lì fu stabilita l'immortalità. In quale fulgore di gloria si presenta a noi ora la croce di Cristo, sulla quale insieme al Signore Gesù furono crocefissi il male e il peccato dell'umanità! Quella croce fu altare, sul quale fu offerto il sacrificio universale e il Padre celeste accettò questo sacrificio dell'agnello di Dio, che aveva preso su di sé i peccati del mondo. Perciò «l'Agnello sgozzato è degno di ricevere la potenza, la ricchezza, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode» (Ap 5,12). Come può, dopo questo, essere vacillante la nostra fede, se la morte stessa e l'Ade non l'hanno vinta nella persona del Dio-Uomo? «Io so, esclama l'apostolo Paolo, in chi ho posto la mia fede e sono certo che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno» (2 Tm 1,12) del giudizio universale e della risurrezione. Nostro Signore Gesù Cristo è l'unico liberatore, che ci ha riconciliato, che ha riconciliato tutta l'umanità con Dio e noi non possiamo ringraziarlo in altro modo se non con la nostra fede e la nostra vita in corrispondenza a questa fede. Il primo passo dell'uomo verso la salvezza è un gioioso sentimento di liberazione dal peso del peccato e poi segue il lungo cammino dell'avvicinamento a Cristo, del portare insieme a lui la propria croce ricordando che il suo giogo è soave e il suo peso leggero. Amati padri, fratelli e sorelle! Celebrando i santi giorni della Pasqua del Signore, ciascuno di noi può porsi una domanda: con che cosa ci accostiamo alla risurrezione del Salvatore? Come possiamo testimoniare il nostro amore verso di lui? «Se mi amate, osservate i miei comandamenti, dice il Signore. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva è quello che mi ama; e chi ama me, sarà amato dal Padre mio, ed io pure l'amerò» (Gv 14 ). Questo è il vero amore: dove la realizzazione della legge evangelica crea nel cuore e nello spirito dell'uomo pace interiore e gioia. Per una degna celebrazione della Pasqua dobbiamo ascoltare e adempiere la parola dell'apostolo Paolo: «Togliete via il lievito vecchio per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non nel lievito vecchio, né col lievito di malizia e di malvagità, ma negli azzimi di purità e verità» (1 Cor 5,7-8). E dobbiamo perdonare senza fine tutti quelli che ci offendono o che ci procurano del male, perdonarli per amore del Risorto, poiché dal suo sepolcro si è irradiato il perdono per noi ed è impossibile per quanti hanno ricevuto misericordia non essere misericordiosi con gli altri. «Giorno di risurrezione: siamo illuminati dalla festa (...) e a quanti ci odiano perdoniamo in virtù della risurrezione!».

Nessun commento:

Posta un commento