IL VATICANO ORDINA AL PARROCO DI
MEDJUGORJE DI NON DIFFONDERE PIÙ
I PRESUNTI MESSAGGI DELLA “GOSPA”
La Congregazione per la Dottrina della Fede, con un documento a firma del Cardinale Gerhard Ludwig Müller, ha proibito al Parroco di Medjugorje, Fra Marinko Sakota, di divulgare personalmente o di consentire la divulgazione nella sua Parrocchia, dei “messaggi” che, periodicamente, i presunti veggenti della piccola località della Bosnia-Erzegovina, riceverebbero dalla “Gospa”. Si tratta di un colpo durissimo inferto al “Ministero della Propaganda” di Medjugorje, la macchina della comunicazione dei presunti veggenti, così soprannominata perché in grado di far giungere, praticamente in tempo reale, i testi dei “messaggi”, già tradotti nelle varie lingue, in ogni angolo del mondo, anche grazie ai social network e agli innumerevoli siti devozionali. È, questa, l’ennesima conferma, dopo il divieto imposto ad alcuni dei presunti veggenti di tenere incontri pubblici in Diocesi italiane, che si procede verso una “fumata nera” per quanto riguarda il riconoscimento delle supposte apparizioni. Come già anticipato da questo Blog lo scorso Giugno, la Congregazione per la Dottrina della Fede, alla luce della relazione finale stilata dalla cosiddetta “Commissione Ruini”, non ha riconosciuto come soprannaturali le “apparizioni”. Il dicastero Vaticano guidato dal Cardinale Müller si riunirà solo nelle prossime settimane per mettere nero su bianco le proprie determinazioni, fermo restando che l’ultima parola spetterà a Papa Francesco, il quale a sua volta non ha mai fatto mistero, sia pure velatamente, del suo scetticismo verso l’autenticità dei fenomeni di Medjugorje, ma è già possibile anticipare adesso quali saranno le determinazioni della Chiesa. L’unica concessione sarà per Medjugorje, riconosciuto come luogo di preghiera, perché è indubbio che chi vi si reca per accostarsi ai Sacramenti, lo faccia in buona fede. Per il resto, considerato che le “apparizioni” non constano di nessuna soprannaturalità, darà fatto divieto ai fedeli di partecipare alle “estasi” dei sei “veggenti” e a questi ultimi sarà proibito di divulgare i testi dei messaggi che riceverebbero dalla Madonna. Un altro NO riguarderà la Parrocchia di Medjugorje, intitolata a San Giacomo, che non diventerà Santuario mariano, come invece avrebbero voluto proprio i sei “veggenti”. È comunwue probabile la nomina di un Legato Pontificio che, in rappresentanza del Papa, verifichi il rispetto delle regole, sul posto. Ma non solo: i Vescovi non dovranno accogliere nelle loro Diocesi i “veggenti” per pubbliche adunanze e testimonianze, come avvenuto sino a poco tempo fa, ma limitarsi ad assicurare l’accompagnamento da parte di un sacerdote, ai pellegrini che si recheranno a Medjugorje. I pellegrini stessi, andando a Medjugorje, non dovranno riconoscere, con la loro presenza, l’autenticità delle apparizioni ed evitare qualsiasi contatto con i “veggenti”, concentrandosi solo sulla preghiera e sull’accostamento ai Sacramenti. Ma perché tanta severità da parte del Vaticano? Anzitutto per l’inconsistenza teologica dei messaggi, poi per gli interessi economici dei “veggenti” che hanno investito in alberghi e agenzie di viaggi, quindi per le rivalità che hanno diviso alcuni di loro e per la disobbedienza mostrata sia verso il Vescovo di Mostar, la loro Diocesi, sia verso il Papa, che attraverso la “Commissione Ruini” gli aveva ordinato, invano, di consegnare i dieci segreti che avrebbero ricevuto dalla “Gospa”. Uno degli aspetti-chiave che ha spinto il Vaticano a usare il pugno di ferro, è proprio quello del denaro: mai si erano visti veri veggenti che lucrassero sulle loro stesse apparizioni. Lecito, a questo punto, il dubbio: i sei “veggenti” di Medjugorje sostengono di vedere e parlare con la Madonna perché le presunte apparizioni sono reali o solo per richiamare il maggior numero di pellegrini da far viaggiare con le loro agenzie e da sistemare nei loro alberghi?
http://www.gianlucabarile.it/?p=582
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