martedì 18 dicembre 2012

genuflessione


Ecco perché io mi inginocchio!


   Vi sono ambienti, che esercitano notevole influenza, che cercano di convincerci che non bisogna inginocchiarsi. 

   Dicono che questo gesto non è conveniente per l'uomo maturo, che va incontro a Dio stando diritto, o, quanto meno, non si addice all'uomo redento, che mediante Cristo è divenuto una persona libera e che, proprio per questo, non ha più bisogno di inginocchiarsi. 

   Se guardiamo alla storia possiamo osservare che Greci e Romani rifiutavano il gesto di inginocchiarsi, era cosa indegna di un uomo libero. 

   L'atto di inginocchiarsi è espressione della cultura cristiana e proviene dalla Bibbia e dalla sua esperienza di Dio. 
   Infatti, l'espressione con cui Luca descrive l'atto di inginocchiarsi dei cristiani (theis ta gonata) è sconosciuta al greco classico. 

   Le ginocchia erano per gli ebrei un simbolo di forza; il piegarsi delle ginocchia è quindi il piegarsi della nostra forza davanti al Dio vivente, riconoscimento che tutto ciò che noi siamo, lo abbiamo da Lui. 


   Secondo Matteo (26,39) e Marco (14,35) Gesù si prostra, pregando al monte degli ulivi; Luca, invece, in tutta la sua opera - Vangelo e Atti degli Apostoli - ci racconta che Gesù pregava in ginocchio. 
   È esemplare, il gesto: il Figlio ripone la sua volontà nella volontà del Padre. 

   L'adorazione è uno di quegli atti fondamentali che riguardano l'uomo tutto intero. 
   Per questo il piegare le ginocchia alla presenza del Dio vivo è irrinunciabile
   Chi prega in ginocchio riconosce la grandezza di Dio e la propria debolezza. 
   Diventa piccolo davanti al Tutto Santo e riconosce di aver bisogno di qualcuno che lo rialzi e lo sollevi.

Aldo Figliuzzi

Ed ecco due foto che dimostrano come una volta tutto ciò era molto compreso e vissuto dai fedeli (e non come si pensa oggi che la gente non capiva nulla della fede e non aveva consapevolezza di quello che celebrava...)

 
23 marzo 1919. Carlo I d'Asburgo e la moglie Zita Maria di Borbone-Parma, assistono alla Santa Messa inginocchiati sui binari della ferrovia alla partenza per la Svizzera, prima tappa dell'esilio imposto all'Imperatore austriaco dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale. 
(da notare tutti gli uomini presenti in ginocchio!)

 
Marzo 1945. Nella cattedrale di Colonia (Köln) distrutta dai bombardamenti degli "Alleati", si continua a celebrare la Santa Messa. 
Di fronte al Santissimo Sacramento, i fedeli si inginocchiano anche se su detriti e calcinacci.
 
 

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