martedì 4 dicembre 2012

nicolò stenone


5 DICEMBRE
BEATO NICOLO’ STENONE
Vescovo
E’ un protestante luterano che diventa Vescovo e a Livorno, inizia il cammino di conversione al cattolicesimo. Era nato in Danimarca, a Copenaghen, il primo di gennaio, secondo il calendario giuliano (il giorno 11 gennaio, secondo l'attuale calendario gregoriano) dell'anno 1638. Non ebbe la vocazione «ecclesiastica» di pastore luterano, come suo padre Peter e molti del suo casato, ma praticava il luteranesimo con fede viva, con entusiasmo religioso e correttezza morale. Ebbe invece marcata vocazione scientifica. In un secolo geniale e ricchissimo per la filosofia, la scienza, l'arte, la religione..., partecipò alla più bella avventura del pensiero del suo secolo scoprendo alcuni segreti della natura e additando nuove mete alla ricerca umana. Nell'università di Copenaghen studiò lingue, matematica, anatomia e medicina, con grande profitto. Viaggiò molto, destando nelle maggiori università d'Europa ammirazione e riscuotendo stima. In una specie di diario, intitolato «Chaos», sul cui primo foglio scrisse «In nomine Jesu», si legge: «Peccano contro la grandezza di Dio coloro che non vogliono studiare direttamente le opere della natura... in tal modo si privano della gioiosa osservazione delle mirabili opere di Dio». Aveva 21 anni. A lui, tra le altre, si deve la scoperta del dotto salivare (Dotto di Stenone) e l'affermazione comprobata che il cuore è un muscolo. A Copenaghen riceverà il titolo di «Anatomicus regius». Per l'opera «De solido» ottiene il titolo di «Fondatore della geologia», scienza che studia l'evoluzione della crosta terrestre. La Toscana è oggetto delle sue esperienze e rileva che tutta questa regione immersa nel mare, in successive ed alterne vicende, diventa la terra che noi oggi abitiamo. Studia i resti di animali e di piante (fossili) e dà inizio alla «paleontologia» ed anche alla «cristallografia geometrica». Fu suo convincimento che «belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, ma più belle assai quelle che non si possono conoscere». Desideroso di visitare l'Italia, dalla Francia approdò al porto di Livorno nel febbraio 1666.  Un avvenimento lo sconvolse: <<Era il 24 giugno 1666: festa del Corpus Domini e Livorno celebrava con grande solennità la processione eucaristica. Passavano, cantando, lunghe file di uomini in tuniche bianche e cordone; e c'erano gonfaloni e drappi al vento... i gran pavesi delle navi in porto... un gran baldacchino d'oro sorretto da dignitari civili con insegne e onorificenze.La gente s'inginocchiava al passaggio dell'Ostensorio e gli occhi ardevano d'amore fissando quell'Ostia e le teste di prosternavano in adorazione. Da qualche parte piovevano petali di fiori. Un ragionamento afferrò la sua mente: "o quell'Ostia è un semplice pezzo di pane e costor che gli fanno tanti ossequi sono pazzi; oppure Essa contiene il vero corpo di Cristo, e allora perché non l'onoro anch'io?">> (R.Angeli - Niels Stensen). Il 2 novembre dell'anno seguente passò alla fede cattolica e si dedicò con impegno allo studio della Teologia, della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa, anche per rispondere a chi lo accusava di tradimento verso la religione in cui era nato. Otto anni dopo (1675), a Pasqua, ricevette l'ordinazione sacerdotale nel duomo di Firenze, dove iniziò il suo ministero come Curato. Non dimenticò mai Livorno, dove spesso tornava per attendere, nella chiesa di S. Sebastiano, alle confessioni ed alla predicazione a favore degli stranieri che si fermavano in questa nostra città di mare. Il Signore però lo chiamava ad un servizio più alto e più impegnativo e fu consacrato Vescovo (1677): allora pellegrinò come pastore di anime e autentico missionario nei paesi del Nord Europa. Nominato Vicario Apostolico dell'intera Germania nord-occidentale e della Danimarca - Norvegia, con sede ad Hannover, si distinse per grande carità e gentilezza verso tutti ed insieme per la fermezza nella difesa della verità cattolica. Lo stesso filosofo Leibniz lo stimò per la sua «grande pietà e dottrina» nonostante le personali divergenze circa la riunione delle Chiese, divise da guerre di religione. A Munster, dove fu inviato come Vescovo «suffraganeo», molto si adoprò e soffrì per il basso livello religioso della popolazione, la miseria sociale, il carrierismo ecclesiastico e le negligenze del clero per il quale scrisse il libro «Doveri pastorali». Fu il Vescovo della carità, della pazienza e del dialogo, ma anche della fermezza come attesta la sua fuga dalla città per opporsi all'elezione simoniaca del nuovo vescovo residenziale. Si trasferì ad Amburgo per riassumere gli impegni di Vicario Apostolico; ma, invitato dal duca di Schweverin, accettò l'umile incarico di costituire in quel paese una comunità cattolica prendendo cura dei pochi cattolici ivi residenti. Qui visse come semplice prete, tutto dedito al bene altrui, dimentico di sè, ricco d'amore e nella più grande sofferenza che univa ai dolori di Cristo crocifisso. Stroncato da una malattia maligna rendeva l'anima a Dio pregando «Gesù, sii il mio Gesù». Era il 25 novembre (5 dicembre del calendario gregoriano) del 1628. Deposto con le vesti pontificali nella cappella del palazzo reale, fu sepolto nella cattedrale luterana della città. Il Granduca Cosimo III di Toscana, suo grande amico e benefattore, volle dargli «sepoltura più condegna» e non avendolo potuto avere come Proposto della Collegiata di Livorno, ne volle almeno la salma nei suoi Stati. Il suo corpo, imbarcato ad Amburgo, approdò al porto della sua indimenticabile Livorno e, trasferito a Firenze, riposa nella basilia di S. Lorenzo. Il Papa Giovanni Paolo Il lo ha iscritto tra i «beati» il 23 ottobre 1988. La liturgia ne celebra la memoria annuale il 5 dicembre.

     MESSA PROPRIA

 
Ant. di ingresso   Sei tu, mio Dio, che hai creato le mie viscere
                             e mi hai tessuto nel seno di mia madre.

Colletta     O Dio , che al beato vescovo Nicolò hai dato di contemplare mirabilmente la tua sapienza nelle opere della creazione e di essere rapito d’ amore per la croce del tuo Figlio, fà che anche noi per sua intercessione, in questo nostro pellegrinaggio sulla terra, seguiamo sempre Cristo nostro unico pastore e meritiamo di vedere il tuo volto nel Cielo. Per il nostro Signore…

Prima lettura  Dal libro del Siracide 17, 1 - 11
Il Signore creò l'uomo dalla terra e ad essa lo fa tornare di nuovo. Egli assegnò agli uomini giorni contati e un tempo fissato, diede loro il dominio di quanto è sulla terra.  Secondo la sua natura li rivestì di forza, e a sua immagine li formò. Egli infuse in ogni essere vivente il timore dell'uomo, perché l'uomo dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro perché ragionassero. Li riempì di dottrina e d'intelligenza, e indicò loro anche il bene e il male. Pose lo sguardo nei loro cuori per mostrar loro la grandezza delle sue opere. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Inoltre pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita. Stabilì con loro un'alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la magnificenza della sua voce. Parola di Dio.

Salmo responsoriale 139  
Rit.    Stupenda per me la tua saggezza, Signore.
 Oppure:  Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino
e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, gia la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.


Ti lodo, perché mi hai fatto
come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe
mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.

Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio;
se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.

Alleluia, alleluia.  Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia
                               e tutto il resto vi sarà dato in più. Alleluia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo 6, 24 – 33.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Parola del Signore.

Sulle offerte    Accetta, o Padre, l’ offerta di questo pane e di queso vino, nella memoria del beato Nicolò Stenone, come segno di ringraziamento per i tuoi benefici e rendili per noi sacramento di salvezza per il perdono dei peccati. Per Cristo…


PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
lodarti e ringraziarti sempre, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Tu doni alla tua Chiesa la gioia
di celebrare la memoria del beato Nicola Stenone
con i suoi esempi la rafforzi,
con i suoi insegnamenti l'ammaestri,
con la sua intercessione la proteggi.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime,
cantiamo l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo, …

Ant. di Comunione   Hai spezzato le mie catene, Signore,
                                  a te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.

Dopo la Comunione     Per la comunione al corpo e sangue del tuo Figlio, ti preghiamo, o Padre, di infondere nel nostro spirito quella luce di sapienza che illuminò il vescovo Nicolò Stenone e la carità pastorale che illuminò il suo ministero. Per Cristo… 

Nessun commento:

Posta un commento