martedì 25 ottobre 2016

Lettera all'alba

Laura Fabbricino. Lettera all'alba

 

 


Sono giorni che sto male.
E lo dico raramente.
Ho visto i miei amici piangere ed essere soli. Soli nell' anima.
Nella mia impotenza e mediocre capacità di dire "c'è Gesù! "... ho pensato a chissà quanti stanno come loro.
Così stamattina ... ho chiesto di pubblicare il mio appello.
Ai miei amici ... e a tutti quelli che non riesco ad aiutare come vorrei.



  * * *
LETTERA ALL' ALBA

Spettabile redazione,
chi vi scrive è una anonima, una tra le 5000, e oltre, firmatarie della Supplica Filiale al nostro amato Santo Padre.
 
In questi ultimi tre anni e mezzo i lavori Sinodali promettevano una grande cura pastorale e una particolare attenzione ai disordini morali delle famiglie distrutte a causa del divorzio e a quelle che vivono in circostanze non compatibili con la Verità del Vangelo. 
 
Personalmente ho vissuto e vivo fianco a fianco con molte persone (sottolineo persone), veramente in grave difficoltà interiore e che avrebbero bisogno di una unica parola, bruciante e salata, forse, ma data con amorevole e sincera preoccupazione, dalla Chiesa. 
 
Ciò che si è verificato, però, è che non solo non è cambiato nulla nell' accompagnamento alla verità per il semplice fatto che bisognerebbe istituire percorsi di formazione e di istruzione in ogni diocesi, proprio nell' ambito della pastorale familiare e ciò non viene fatto, ma vi è smarrimento totale per le "soluzioni" soggettive/oggettive date in "foro interno" a seconda della logistica parrocchiale.
 
Io vedo e so di casi che ricevono alcune indicazioni in una parrocchia del paese, per essere poi ribaltate dal fraticello del convento dei cappuccini dello stesso paese! Con quale risultato? Il crollo ulteriore. O la rabbia.
Nel mezzo ci stanno anime che non vogliono andare all' inferno.
 
È il caso, per esempio, di due miei amici carissimi, divorziati e conviventi che però si trovano a dover affrontare una grave malattia terminale di uno dei due.
 
Non spetterebbe a me dire loro "siete in peccato mortale, perché conoscete il catechismo e avete solide formazioni morali per non poter invocare la santa ignoranza". Anche perché si tratta di una vita che sta per spegnersi ed è bene prepararsi ora all' incontro col Padreterno. Inoltre sono amica sincera e soffro per loro, sul serio. 
 
I nomi della maggior parte dei firmatari della Supplica, che, come tale si definisce da sola, sono di persone che non conosciamo. Potrebbero essere centinaia le anime che veramente attraverso la supplica chiedono soccorso e non appartengono a nessuna cordata teologica o barricata pro o contro Francesco.
 
Questa considerazione non la mette in buon conto nessun giornale. 
Ma i numeri contano e più ancora contano perché non sono numeri ma anime. 
 
Non rispondere a questa supplica è come dire "Arrangiatevi".
 
E la fede dei più semplici, oppure dei confusi dalle troppe parole senza averne una definitiva e certa da cui poter pensare una conversione, è praticamente ignorata.
 
Se questa è Misericordia, pastorale dell'accompagnamento o qualcosa del genere, è con grande amarezza che posso solo concludere che il silenzio è solo silenzio. È un ritirarsi dal rapporto con i figli della supplica. Non è proprio un comportamento da buon padre di famiglia.
 
Demandare e delegare ai confessionali locali è logisticamente impossibile: 
da una chiesa si esce assolti e da un'altra no!
 
A forza di evidenziare i firmatari illustri e i nomi di quelli che "contano" e che conoscono già la Dottrina, ci si è dimenticati di quelli che non contano niente.
Per gli uomini di Chiesa, per i giornali e persino per il S. Padre.
Chiesa in uscita ... Chiesa in periferia ... Chiesa della Misericordia...
Fino ad ora è solo la Chiesa del silenzio doloso e doloroso. 
 
Mi chiedo quanti laici dovranno prendere il posto del sacerdote, ruolo che non gli compete se non in virtù del Battesimo, per poter aiutare, sostenere e correggere con vera misericordia, i cuori e le anime distrutte che avranno presto il loro appuntamento con Dio? 
 
Perché perdere o prendere tempo è contro il Vangelo. Anche non dire nulla lo è.
 
"Vegliate perché non sapete l' ora in cui tornerà il vostro padrone", oppure "Stolto, non sai che proprio questa notte ti verrà chiesta la tua vita?" è la verità del tempo che non ci appartiene. È Parola indiscutibile.
 
E se per Nostro Signore una sola anima vale ben più di due passeri, perché per il pastore più di 5000 non valgono una parola?
 
Concludo con una sola "coincidenza" alla quale non credo più di tanto: erano circa cinquemila, senza contare le donne e i bambini, su quella Montagna delle Beatitudini ed ebbero pane, pesci e Parole definitive di speranza e di gioia eterna.
 
Con rispetto filiale verso il Santo Padre ....
 
Laura.
 
Col cuore afflitto chiedo preghiera.
 

Urgente.
Aiutatemi ad aiutarli

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