PROPONGO UNA INTERESSANTE RIFLESSIONE DEL PROF. FLAVIO CUNIBERTO,
DOCENTE DI ESTETICA ALL'UNIVERSITA' DI PERUGIA, DA UNA POSIZIONE NON
STRETTAMENTE CATTOLICA SUL TEMA DELL'ACCOGLIENZA AL MIGRANTE E LA SUA
INTERAZIONE CON IL MAGISTERO DELLA CHIESA. CHE E' ANCORA IMPRONTATO AL
REALISMO NONOSTANTE IL PARADIGMA APERTURISTA ATTUALE DELLA CHIESA.
IL FANTASMA DELL’ACCOGLIENZA.
Il paradigma cattolico dell’«accoglienza» - porte aperte a tutti – non aiuta risolvere il problema
e nemmeno ad affrontarlo. Perché i «migranti» non sono affatto la massa
omogenea e amorfa dei «disperati» e degli «ultimi».La varietà dei casi
umani è enorme, come sono svariati i progetti personali dei «migranti»:
raggiungere i parenti in Germania (sono moltissimi), tentare la sorte
come capita, trovare un lavoro come capita ecc.
Sarebbe perciò il primo
compito di chi «accoglie» trattarli caso per caso (che poi significa
identificarli), e valutare su questa base le richieste di asilo.
(Accadeva così, del resto, a Long Island, coi bastimenti carichi di
italiani).
Sarebbe anzitutto un comportamento più adeguato alla dignità
del migrante: che la retorica pseudo-cristiana dell’accoglienza riduce a
un essere anonimo, a un provvidenziale gingillo su cui riversare la
propria quota di misericordia (e su cui lucrare i finanziamenti delle
ONG). Così come la riduce all’anonimato la macchina dellì’informazione,
assetata di «storie» possibilmente atroci o strappalacrime, ma sempre
asservite allo spettacolo dell’informazione e non funzionali alla
gestione del problema.
Finché si andrà avanti a fare il computo degli
arrivi e dei naufraghi, e a invocare una mitica «Europa» perché li
distribuisca come si fa con i mazzi di carte tra i giocatori (le
vergognose «quote»), il migrante sarà offeso nella sua dignità
elementare, e il cittadino europeo sarà offeso nella sua concreta
capacità di aiuto, che non può essere generica, ma ha bisogno di
informazioni, di elementi per valutare, ossia di razionalità.
Nessun commento:
Posta un commento