giovedì 27 ottobre 2016

IL FANTASMA DELL’ACCOGLIENZA

PROPONGO UNA INTERESSANTE RIFLESSIONE DEL PROF. FLAVIO CUNIBERTO, DOCENTE DI ESTETICA ALL'UNIVERSITA' DI PERUGIA, DA UNA POSIZIONE NON STRETTAMENTE CATTOLICA SUL TEMA DELL'ACCOGLIENZA AL MIGRANTE E LA SUA INTERAZIONE CON IL MAGISTERO DELLA CHIESA. CHE E' ANCORA IMPRONTATO AL REALISMO NONOSTANTE IL PARADIGMA APERTURISTA ATTUALE DELLA CHIESA.
IL FANTASMA DELL’ACCOGLIENZA.
 




Il paradigma cattolico dell’«accoglienza» - porte aperte a tutti – non aiuta risolvere il problema e nemmeno ad affrontarlo. Perché i «migranti» non sono affatto la massa omogenea e amorfa dei «disperati» e degli «ultimi».La varietà dei casi umani è enorme, come sono svariati i progetti personali dei «migranti»: raggiungere i parenti in Germania (sono moltissimi), tentare la sorte come capita, trovare un lavoro come capita ecc. 

Sarebbe perciò il primo compito di chi «accoglie» trattarli caso per caso (che poi significa identificarli), e valutare su questa base le richieste di asilo. (Accadeva così, del resto, a Long Island, coi bastimenti carichi di italiani).

Sarebbe anzitutto un comportamento più adeguato alla dignità del migrante: che la retorica pseudo-cristiana dell’accoglienza riduce a un essere anonimo, a un provvidenziale gingillo su cui riversare la propria quota di misericordia (e su cui lucrare i finanziamenti delle ONG). Così come la riduce all’anonimato la macchina dellì’informazione, assetata di «storie» possibilmente atroci o strappalacrime, ma sempre asservite allo spettacolo dell’informazione e non funzionali alla gestione del problema. 

Finché si andrà avanti a fare il computo degli arrivi e dei naufraghi, e a invocare una mitica «Europa» perché li distribuisca come si fa con i mazzi di carte tra i giocatori (le vergognose «quote»), il migrante sarà offeso nella sua dignità elementare, e il cittadino europeo sarà offeso nella sua concreta capacità di aiuto, che non può essere generica, ma ha bisogno di informazioni, di elementi per valutare, ossia di razionalità.

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