lunedì 19 ottobre 2015

togliere il microfono a Gesù Cristo

Dalla “centralità” della Parola al Gesù imbavagliato


Gagging1
Sinodo dei vescovi
C’è da rifletterci, e per conto mio con la consueta pietosa crudeltà ci rifletto.
Per esempio penso ai protestantesimi storici. Hanno soppresso praticamente tutti i sacramenti per preservare il “sola scriptura”, pura, alla lettera, senza mediazioni e senza tradizione, facendo in una religione che non è “del libro”, del libro un idolo. E come è finita? Che hanno dovuto infine, volta per volta, riscrivere e tagliare o tacere Il Libro per accomodarlo a tutte le mode del momento, e continuano così. Sino al parossismo estremo di abbandonare il Libro direttamente e adottare l’agenda liberal-radicale.
Come è successo ai valdesi, i primi che si ribellarono a Roma in nome, anche, del Libro e sempre si sono fatti vanto di questa loro fedeltà alla “pura” Parola. Negli ultimi anni invece hanno man mano cassato dal Libro le parti che parlano in termini “politicamente scorretti” di omosessualità, matrimonio indissolubile e tutto il resto che allude alle “conquiste civili” in modo non allineato con lo “spirito dei tempi”, ossia l’agenda radicale, comprensiva di aborto, eutanasia, contraccezione, atti impuri, femminismo più radicale etc etc., cose in favore delle quali oggi dai loro desolati pulpiti predicano.
L’Eterogenesi dei fini!
Poi faccio comparazioni tra Concilio ultimo e Sinodo attuale.
Il primo disse, giacchè si voleva imitare i protestantesimi europei in disarmo come fossero in rimonta, che bisognava ridare “centralità” alla Parola nella liturgia: e ci sta! Tanto di cappello!
E glissiamo pure sull’insignificante particolare che da allora in poi mai c’è stata tanta ignoranza delle Scritture tra i laici e tanto analfabetismo sui novissimi; mai quanto da allora i sacerdoti avendo ottenuto la “centralità della Parola”, la parola l’hanno tolta a Dio per prendersela loro con i “secondo me” succeduti al “Secondo Giovanni… Marco… Luca”. E sono diventati gli oracoli delle mode del momento che rimpiazzano gli Oracoli del Signore che non avevano tempo.
jesus-christ-gaggedGlissiamo. E veniamo al secondo, il Sinodo. I cui soloni liberal, quegli stessi liberal che all’epoca del Concilio dopo aver ottenuto la “centralità della Parola” e averla subito messa da parte per poter meglio dire che gli pareva, adesso sono giunti alla resa dei conti: la Parola “è lettera morta” dicono, “è solo un simbolo”, una “mitologia”, in ogni caso da non prendere “alla lettera”… come per dire “seriamente”. Anzi, già che ci si trova, specificano di non prenderla proprio in considerazione, perché adesso come adesso “c’è la parola viva”, dice Kasper al Corriere e dice che pure il papa gliel’ha avrebbe detta, e sarebbe:  la sua  e quella dei media.
Quindi proprio i teorici dell’esaltazione della “Parola”, della chiesa “più evangelica”, in un paradosso estremo, sono infine giunti, al pari dei protestanti, a censurare la Parola, tagliando via i passi poco accomodanti o, peggio, in contrasto con la parola d’ordine in vigore nel mondo. Insomma: volevano far parlare Gesù a messa, e dopo avergli dato sulla voce, gli hanno tolto il microfono, e siccome ancora qualcuno poteva sentirlo urlare, hanno finito per mettergli il bavaglio. Perché non disturbi il Manovratore. Nemmeno al Sinodo.
A quei “tradizionalisti” che un tempo storcevano il naso dinanzi a tutta questa “centralità della Parola” a messa e che furono tacciati allora dai liberal d’essere farisei e anti-evangelici e per giunta contrari al dialogo coi “fratelli separati” protestanti, adesso dinanzi alle loro richieste di dare “centralità alla Parola” di Gesù nel Sinodo, gli stessi liberal indispettiti li accusano sempre di essere non solo “farisei e anti-evangelici” ma per giunta “calvinisti”. Peggio: di essere “i soliti protestanti convertiti al cattolicesimo”, così hanno scritto gli amichetti di Kasper sul Venerdì di Repubblica. Alla faccia dei “fratelli separati!”.
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