Come far tornare le pecore all’ovile
Se i pastori lasciano il gregge incustodito con la scusa di andare a cercare pecorelle, fuggite perché il recinto è, per loro incuria rotto, senza prima ripararlo, che potrà mai succedere? Succederà che i lupi faranno festa…
di Ettore Gotti Tedeschi
Riferendosi al Sinodo sulla famiglia, l’arcivescovo Bruno Forte spiega che “non è un Sinodo dottrinale, ma pastorale, come fu il Concilio Vaticano II …” Rinuncio a ricordare i successi dell’applicazione della pastorale, separata dal dogma, del Vaticano II, mi limito ad una riflessione su “pastorale e pastori”, immaginando cosa potrà diventare la separazione tra dottrina e prassi post Sinodo, applicata da quei pastori cui siano attribuibili, per estensione, le famose 15 “virtù” che Papa Francesco riconobbe nella curia romana (Discorso sulle 15 malattie curiali, in occasione degli auguri natalizi – 22 dicembre 2014).
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Io temo che per convincere le pecorelle fuggite a tornare all’ovile, non bastino lusinghe di perdono (senza pentimento), ma siano necessari gli stessi argomenti che hanno convinto le pecorelle rimaste nell’ovile a non lasciarlo: credere e cercare la Verità e la vita eterna. Ora per riuscire a riportate (correttamente ) all’ovile la parte di gregge fuggito (grazie alla incuria dei pastori) e confermare (nella fede) la parte di gregge rimasto, sarebbe necessario un esercito di Santi Curato d’Ars (cha sappiano confessare), altro che un adattamento della prassi (o pastorale) alle modalità dei tempi…
© La Nuova BQ (07/10/2015)
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