Omelia del Card. Burke in Inghilterra
Dall'originale
inglese [qui]. Omelia del cardinale Raymond Leo Burke a Ramsgate il 9
marzo scorso, in occasione del Pontificale al trono - Feria II post Dom.
Tertiam in Quadragesima, che è anche una stupenda catechesi con riferimenti
inequivocabili all'ora presente.
Testo integrale
Messa votiva a Sant’Agostino, Vescovo, Apostolo dell’Inghilterra Santuario di Sant’Agostino
Chiesa cattolica di Ramsgate e Minster Ramsgate, Inghilterra - 9 marzo 2015
Chiesa cattolica di Ramsgate e Minster Ramsgate, Inghilterra - 9 marzo 2015
1 Tes 2, 2-9
Lc 10, 1-9
Lc 10, 1-9
È una grande grazia poter
offrire il Santo Sacrificio della Messa nel Santuario di Sant’Agostino,
Apostolo dell’Inghilterra, così vicino al luogo in cui egli arrivò, nel 597,
insieme a una quarantina di monaci, per svolgere una missione affidatagli dal
Romano Pontefice, Papa Gregorio Magno: la seconda evangelizzazione delle Isole
Britanniche. Qui ci è data la diretta testimonianza dell’infaticabile attività
di Cristo glorioso nella Sua Chiesa. Sant’Agostino e i suoi compagni, in modo
analogo ai 72 discepoli del Vangelo, sono stati inviati dal Vicario di Cristo
in terra per portare il Cristo, che è vivo nella Chiesa, in una terra lontana.
Venerando la tomba di Sant’Agostino riceviamo la grazia dello zelo missionario,
che si esprime pienamente e in modo perfetto nell’offerta della Santa Messa.
Le fonti storiche
riportano che Papa San Gregorio Magno desiderava ardentemente portare la verità
e l’amore di Cristo alla nazione inglese. Aveva visto molti giovani inglesi
mandati a Roma come schiavi, e il suo cuore era pieno di compassione per loro e
per i loro compatrioti. Sentiva nel suo cuore l’intenzione del Signore che
esortò i settantadue discepoli ad andare in missione con queste parole:
La messe è molta, ma gli
operai sono pochi; pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai
per la sua messe. (1)
Così, egli chiese ai
monaci del Monastero Romano di Sant’Andrea – da cui era stato chiamato per
salire al Soglio di Pietro e di cui Sant’Agostino era il priore – di
intraprendere il lungo e difficile viaggio in Inghilterra e predicare il
Vangelo in un luogo a loro completamente sconosciuto. (2)
Possiamo immaginare che le
sue istruzioni a Sant’Agostino e agli altri monaci siano state sostanzialmente
le stesse che il Signore dette ai discepoli:
Quando entrerete in una
città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i
malati che vi si trovano, e dite loro: “Si è avvicinato a voi il regno di Dio”.
(3)
Grazie a Dio,
Sant’Agostino e i suoi compagni hanno compiuto la loro missione con obbedienza
assoluta. L’integrità con cui essi hanno realizzato la loro opera sacerdotale è
ben descritta dalle parole di San Paolo nell’Epistola odierna:
E il nostro appello non è
stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode
alcuna; ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo così lo
predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri
cuori. (4)
Non hanno mai messo in
discussione il fatto che la loro opera fosse quella del Cristo e non la
propria. La misura del loro ministero era infatti solamente Cristo, la Sua
verità e il Suo amore. Così, la loro predicazione del Vangelo e il loro amministrare
i sacramenti ha portato frutto incessantemente, durante i secoli, nelle Isole
Britanniche e ben al di là di esse.
Prosper Guéranger, nel suo
commento alla festa di Sant’Agostino, riflette sui frutti durevoli della loro
opera missionaria con queste parole:
E così, la nuova razza che
abitò allora l’isola ricevette la fede come l’avevano ricevuta i Britanni
precedentemente: dalle mani di un Papa; i monaci furono i loro maestri nella
scienza della salvezza. La parola di Agostino e dei suoi compagni rese frutto
in questo suolo privilegiato. Ovviamente, ci volle tempo prima che egli potesse
istruire l’intera isola, ma né Roma né i Benedettini abbandonarono l’opera
iniziata. I membri superstiti dell’antica cristianità britannica si unirono ai
nuovi convertiti e l’Inghilterra meritò il suo appellativo plurisecolare di
“Isola dei Santi”. (5)
Si pensi, per esempio, a
illustri figure come quelle di Beda il Venerabile e di San Tommaso Becket.
Contemplando i santi che
sono stati il frutto del ministero apostolico di Sant’Agostino e dei suoi
compagni, ricordiamo anche quanti hanno sofferto fino a spargere il loro sangue
per essere fedeli alla fede apostolica loro tramandata in linea ininterrotta a
partire dagli apostoli e, in particolare, a partire da Papa San Gregorio Magno,
eroico Successore di San Pietro, e da Sant’Agostino di Canterbury, illustre
successore degli apostoli. In modo eminente, ricordiamo le figure di San
Tommaso Moro e San Giovanni Fisher, che hanno aderito tenacemente alla
tradizione della fede ricevuta dal Vicario di Cristo sulla terra in un’epoca in
cui tanti tradivano e abbandonavano la fede apostolica. Nel suo processo del 1
luglio 1535, San Tommaso Moro rimase fermamente fedele alla viva Tradizione
della Chiesa, che gli proibiva, in coscienza, di riconoscere Re Enrico VIII
come Capo Supremo della Chiesa. Quando il Cancelliere lo riprese citandogli
l’accettazione del titolo da parte di tanti vescovi e nobili della nazione,
Tommaso Moro replicò: “Milord, per ogni vescovo che condivide la vostra
opinione, io ho cento santi che stanno dalla mia parte; e a cambio del vostro
parlamento – Dio solo sa di che sorta – io ho tutti i Concili Generali di mille
anni di storia...”. (6) I martiri inglesi hanno preferito dare le loro vite in
martirio piuttosto che rinunciare al loro tesoro più grande e duraturo, la vita
del Cristo vivo per noi nella Sua santa Chiesa. Molti altri – siano essi santi
canonizzati o eroi sconosciuti della fede – hanno professato con abnegazione e
costanza la fede cattolica che è stata portata nelle Isole Britanniche da
Sant’Agostino e dai suoi compagni.
Siamo sicuramente
coscienti delle grandi sfide inerenti al vivere la fede apostolica ai nostri
giorni. Certamente, Satana – che è “un assassino sin dal principio” e “il padre
di ogni menzogna” (7) – non può sopportare che la verità e l’amore di Cristo
risplendano nella Sua santa Chiesa. Non riposa mai dalla sua opera d’odio e
d’inganno. Cerca sempre di corrompere la verità, la bellezza e la bontà che
Cristo non cessa di infondere nelle nostre anime cristiane dal Suo glorioso
Cuore trafitto. Le insinuanti confusioni e i gravi errori sulle verità più
fondamentali, sulle realtà più belle e sul bene durevole della vita umana e del
suo nucleo, la famiglia umana, così come ci viene dato da Dio, sono i tragici
segni della presenza di Satana tra di noi. Quando osserviamo fino a che punto
sia riuscito a corrompere una cultura un tempo cristiana e a spargere i semi
della confusione e dell’errore persino all’interno della stessa Chiesa, possiamo
facilmente spaventarci e scoraggiarci.
Ma, come Sant’Agostino e i
suoi compagni sapevano ed hanno predicato, c’è un’altra presenza che sconfigge
sempre Satana. È la presenza di Nostro Signore Gesù Cristo nella Sua santa
Chiesa e – nel modo più pieno e perfetto – nel Santissimo Sacramento: la Sua
Presenza Reale. Se aderiamo strettamente a Cristo, alla Sua verità e al Suo
amore, anche di fronte alla persecuzione, la vittoria sul peccato, la vittoria
della vita eterna sarà certamente nostra. Proprio Nostro Signore, quando ha
collocato la Sua Chiesa sulle solide fondamenta dell’Ufficio Petrino, ci ha
promesso che le forze del male non prevarranno contro di essa. (8) L’ultimo
capitolo della storia della Chiesa è già scritto. È la storia della vittoria di
Cristo, quando tornerà nella gloria per portare a termine la Sua opera di
salvezza, per inaugurare “cieli nuovi e una terra nuova”. (9) Sta a noi
scrivere i capitoli intermedi, insieme a Cristo e ai Suoi fedeli e generosi
discepoli. Narreranno certamente la storia delle sofferenze per la verità e
l’amore di Cristo, ma narreranno anche sempre la storia della grazia divina che
opera in ogni anima cristiana, colmandola di gioia e pace anche di fronte a
grandi sofferenze e alla stessa morte. Non ci lasciamo prendere dalla paura o
dallo scoraggiamento, bensì rallegriamoci, insieme a San Paolo, di completare
nella nostra epoca le sofferenze di Cristo per la gloria di Dio e per la
salvezza del mondo. (10)
Venendo in pellegrinaggio
a questo tempio, non posso mancare di far notare l’esempio dell’architetto
cattolico Augustus Welby Northmore Pugin, che ha progettato questa bella chiesa
in cui è anche sepolto. Augustus Pugin venne attratto alla verità della fede
cattolica dalle sue riflessioni sulla bellezza delle grandiose architetture
delle chiese medievali, e cercò a sua volta di esprimere e ispirare, tramite la
sua architettura, la nobiltà e la bellezza della cultura cristiana in un’epoca
in cui i fondamenti cristiani della società erano già seriamente minacciati dal
secolarismo radicale del pensiero del cosiddetto Illuminismo. Celebrando la
Santa Messa in questa chiesa, che a giusto titolo può essere definita sua,
rendiamo grazie a Dio per lui e per il grande tesoro della bellezza della fede
che ci ha dato.
Cristo fa ora presente
sacramentalmente il Suo Sacrificio sul Calvario. Cristo ci offre ora il grande
frutto del Suo Sacrificio, che ha offerto in primo luogo agli apostoli
nell’ultima cena e che Sant’Agostino ha introdotto in Inghilterra nel 597: il
Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Cristo, unico Salvatore del mondo.
Mentre Cristo glorioso discende sull’altare di questo grande santuario,
innalziamo i nostri cuori al Suo glorioso Cuore trafitto. Mentre Egli offre la
Sua vita per noi nel Sacrificio Eucaristico, offriamo le nostre vite insieme a
Lui come un’oblazione d’amore a Dio Padre per la salvezza di tutti i nostri
fratelli e sorelle. Con la Vergine Maria, Maria dell’Annunciazione venerata
come Nostra Signora di Walsingham su quest’amata isola, formiamo un solo cuore
con il Cuore Eucaristico di Gesù. Nel Cuore di Gesù i nostri cuori troveranno
il coraggio e al forza di rimanere fedeli alla fede apostolica, per la gloria
di Dio e per la salvezza dell’Inghilterra e di tutto il mondo.
Cuore di Gesù, salvezza di quanti hanno fede in Te, abbi pietà di noi.
Cuore di Gesù, salvezza di quanti hanno fede in Te, abbi pietà di noi.
Nostra Signora di Walsingham, prega per noi.
San Giuseppe, Sposo di Maria e Padre Putativo di Gesù, prega per noi.
San Gregorio Magno, prega per noi.
Sant’Agostino, Apostolo dell’Inghilterra, prega per noi.
San Giuseppe, Sposo di Maria e Padre Putativo di Gesù, prega per noi.
San Gregorio Magno, prega per noi.
Sant’Agostino, Apostolo dell’Inghilterra, prega per noi.
Raymond Leo Cardinal BURKE
______________________________
NOTE
1. Lc 10, 2.
NOTE
1. Lc 10, 2.
2. Cfr.
Prosper Guéranger, L’année
liturgique, Le temps pascal, Tome III, 19ème éd. (Tours, Maison Alfred Mame
et Fils, 1925), p. 571. [Qui sotto citato come Guéranger]. Traduzione inglese:
Prosper Guéranger, The
Liturgical Year, Paschal Time, Book II, tr. Laurence Shepherd (Fitzwilliam,
NH, Loreto Publications, 2000), p. 606. [Qui sotto citato come
GuérangerEng].
3. Lc 10, 8-9.
4. 1 Tes 2, 3-4.
4. 1 Tes 2, 3-4.
5. “Ainsi
la nouvelle race qui peuplait cette île recevait à son tour la foi par les
mains d’un pape : des moines étaient ses initiateurs à la doctrine du salut. La
parole d’Augustin et de ses compagnons germa sur ce sol privilégié. Il lui
fallut, sans doute, du temps pour étendre à l’île tout entière ; mais ni Rome,
ni l’ordre monastique n’abandonnèrent l’œuvre commencée ; les débris de
l’ancien christianisme breton finirent par s’unir aux nouvelles recrues, et
l’Angleterre mérita d’être appelée longtemps l’île des saints.” Guéranger, p. 570. Traduzione inglese: GuérangerEng,
p. 605.
6. A cura di Gerard B. Wegemer e Stephen W. Smith, A Thomas More Source Book,
Washington, D.C., The Catholic University of America Press, 2004, p. 354.
7. Gv 8, 44.
8. Cfr. Mt 16, 18.
9. Ap 21, 1. Cfr. 2 Pt 3, 13.
10. Cfr. Col 1, 24-26.
Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio
8. Cfr. Mt 16, 18.
9. Ap 21, 1. Cfr. 2 Pt 3, 13.
10. Cfr. Col 1, 24-26.
Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio
Nessun commento:
Posta un commento