MESSA IN COENA DOMINI
L'augusto Sacrificio dell'altare non è, dunque, una pura e
semplice commemorazione della passione e morte di Gesù Cristo, ma è un
vero e proprio sacrificio, nel quale, immolandosi
incruentamente, il Sommo Sacerdote fa ciò che fece una volta sulla Croce
offrendo al Padre tutto se stesso, vittima graditissima. «Una . . . e identica
è la vittima; egli medesimo, che adesso offre per ministero dei sacerdoti,
si offrì allora sulla Croce; è diverso soltanto il modo di fare
l'offerta». Identico, quindi, è il sacerdote, Gesù Cristo, la cui sacra persona
è rappresentata dal suo ministro. Questi, per la consacrazione sacerdotale
ricevuta, assomiglia al Sommo Sacerdote, ed ha il potere di agire in virtù e
nella persona di Cristo stesso; perciò, con la sua azione sacerdotale, in
certo modo «presta a Cristo la sua lingua, gli offre la sua mano».
Parimenti identica è la
vittima, cioè il Divin Redentore, secondo la sua umana natura e nella realtà
del suo Corpo e del suo Sangue. Differente, però, è il modo col quale
Cristo è offerto. Sulla Croce, difatti, Egli offrì a Dio tutto se stesso e le sue sofferenze, e l'immolazione
della vittima fu compiuta per mezzo di una morte cruenta
liberamente subita; sull'altare, invece, a causa dello stato glorioso
della sua umana natura, «la morte non ha più dominio su di Lui» e quindi
non è possibile l'effusione del sangue; ma la divina sapienza ha trovato il
modo mirabile di rendere manifesto il sacrificio del nostro Redentore con
segni esteriori che sono simboli di morte. Giacché, per mezzo della
transustanziazione del pane in corpo e del vino in sangue di Cristo, come si ha
realmente presente il suo corpo, così si ha il suo sangue; le specie
eucaristiche poi, sotto le quali è presente, simboleggiano la cruenta
separazione del corpo e del sangue. Così il memoriale della sua morte reale sul
Calvario si ripete in ogni sacrificio dell'altare, perché per mezzo di
simboli distinti si significa e dimostra che Gesù Cristo è in stato di vittima..."
(”MEDIATOR
DEI”
DI S. S. PIO XII)
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