venerdì 10 luglio 2015

non sono fatti per essere vescovi

Card. Sarah. A volte eccellenti sacerdoti non sono fatti per essere vescovi


Nostra traduzione da Riposte catholique.
Ricordo il precedente: Staccare la pastorale dalla dottrina è eresia, e altro tratti dal suo libro Dieu ou rien [qui].




Interrogato a lungo nel bisettimanale l'Homme Nouveau, il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha reso interessanti dichiarazioni sui vescovi. Eccole:

Sembra che oggi nella Chiesa non ci un sia limite definito tra coloro che sono fuori e coloro che sono dentro. In Francia, per esempio, ci sono università cattoliche in cui sono esplicitamente insegnate eresie e rimangono « cattoliche ». Nell'ultimo Sinodo, alcuni hanno sostenuto la sua linea, ma altri hanno detto il contrario. Ora tutti sono dati come « cattolici ». Per il bene delle anime, non dovremmo tornare, non solo ad un insegnamento chiaro, ma anche all'affermazione esplicita che questo o quello non è cattolico?

Penso sia grave lasciare che un sacerdote o un vescovo dica cose che minano o rovinano il deposito della fede, senza chiedergliene conto. Come minimo, Bisognerebbe interpellarlo e chiedergli di spiegare i motivi delle sue osservazioni, senza esitare a richiedere la riformulazione in modo coerente con la dottrina e l'insegnamento secolare della Chiesa. Non possiamo permettere che la gente dica o scriva qualunque cosa sulla dottrina, la morale; cosa che attualmente disorienta i cristiani e crea grande confusione su ciò che Cristo e la Chiesa ha sempre insegnato. La Chiesa non deve mai rinunciare al suo titolo di  Mater et Magistra  : il suo ruolo di madre e di educatrice del popolo. Come sacerdoti, vescovi o semplici laici, sbagliamo a non dire che qualcosa non va. La Chiesa non deve esitare a denunciare il peccato, il male e ogni cattiva condotta o perversione umana. La Chiesa assume, per conto di Dio, un'autorità paterna e materna. E questa autorità è un servizio umile per il bene dell'umanità. Oggi soffriamo un deficit di paternità. Se un padre di famiglia non dice nulla ai suoi figli sul loro comportamento, non agisce come un vero padre. Egli tradisce la sua ragione e la sua missione paterna. Il primo dovere di un vescovo, quindi, è quello di interpellare un prete, quando le su dichiarazioni non sono conformi alla dottrina. Questa è una responsabilità pesante. Quando Giovanni Battista ha detto ad Erode:  «Tu non hai il diritto di prendere la moglie di tuo fratello» , ci ha rimesso la vita. Purtroppo, oggi l'autorità spesso tace per paura di passare come particolarmente intollerante o di capitolare. Come se mostrare la verità a qualcuno significasse volgersi agli intolleranti o fondamentalisti mentre si tratta di un atto di amore.

In Francia, il cattolicesimo istituzionale è in declino mentre la base - il cosiddetto «nuovo cattolicesimo» - è giovane e dinamico. Ma c'è un divario tra questo cattolicesimo di base e molti pastori. Non c'è un problema nella nomina dei vescovi?

Mi ponete una domanda difficile. Lasciamo che lo Spirito Santo ci lavori, trasformi e rinnovi. Fu lui infatti a rinnovare la faccia della terra. È lui che vivifica e santifica la Chiesa. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, vorrei semplicemente dare questa informazione. La lista dei nomi dei candidati all'episcopato di solito è offerta dalla Conferenza Episcopale Nazionale. La Conferenza Episcopale, consapevole delle sfide di oggi, dei problemi della Chiesa di Francia e della diocesi a provvedervi, suggerisce candidati degni e idonei. La nomina di un vescovo è una enorme responsabilità di fronte a Dio e alla Chiesa. I nomi dei candidati all'episcopato, in altre parole, la « terna » sono presentati al Nunzio Apostolico. Il Nunzio Apostolico, dopo aver ottenuto l'approvazione del dicastero competente, conduce indagini su ciascun candidato. Il nunzio e Roma danno totale fiducia alla coscienza, alla giustizia e all'onestà delle informazioni. Se tutto è fatto nel timore di Dio e per il bene della Chiesa, non c'è ragione che il contributo degli informatori non possa aiutare il Papa a scegliere buoni vescovi. Tutto dipende dalla chiesa locale. Ma vorrei anche sottolineare che a volte ottimi preti non sono fatti per essere vescovi. A volte un buon sacerdote, una volta vescovo divenga irriconoscibile, perché l'autorità, l'esercizio del potere lo hanno cambiato profondamente. Invece di essere un padre, un leader spirituale e un pastore, diventa un capo difficile e povero nei rapporti umani.

[Fonte: Riposte catholique - Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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