lunedì 13 luglio 2015

denuncia di Mons. S. Oster verso il card. Kasper

Testo integrale della denuncia di Mons. Stefan Oster sulle posizioni eterodosse e potenzialmente scissionistiche di Kasper, Marx ...




S.E. STEFAN OSTER DENUNCIA LA SCANDALOSA RICHIESTA DI “BENEDIRE” I RAPPORTI SESSUALI AL DI FUORI DEL MATRIMONIO, AVANZATA DALLA ‘COMMISSIONE CENTRALE DEI CATTOLICI TEDESCHI’.
    
In Germania, parte dell’episcopato non è schierata sulle posizioni eterodosse e potenzialmente scissionistiche di Kasper, Marx .... Ha fatto coraggiosamente sentire la sua voce l’Ordinario della diocesi di Passau, S. E. mons. Stefan Oster con alcune “Riflessioni” pubblicate sul suo sito l’11 maggio 2015 dal titolo: “Alcuni pensieri su come orientarsi circa una recente dichiarazione a mio avviso problematica della Commissione Centrale dei Cattolici tedeschi”.
Alla sua denuncia e riprovazione degli errori contenuti in questa “dichiarazione”, si sono associati altri cinque vescovi, che è giusto ricordare: le Loro Ecc. Rudolf Voderholzer di Ratisbona, Konrad Zdarsa di Augsburg, Gregor M. Hanke di Eichstatt, Wolfgang Ipolt di Görlitz, Friedhelm Hofmann di Würzburg. [ne abbiamo parlato qui]
Ci sembra utile, oltreché doveroso, far conoscere ai fedeli italiani il testo dell’intervento di mons. Oster. Tutta la documentazione l’abbiamo ricavata dal sito chiesa.espresso.repubblica.it, in un intervento di Sandro Magister del 29 maggio scorso intitolato: La battaglia di Germania [qui]. Traduzione dal tedesco a cura della nostra Redazione. I numeretti dei paragrafi sono stati inseriti dal traduttore, sue sono altresì le parole in parentesi quadre, la nota che riporta il passo di S. Paolo citato nel testo.




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Il testo di mons. Oster si apre con il comunicato diramato dalle agenzie.
“ -- l’Agenzia cattolica d’informazione [KNA: Katholische Nachrichtenagentur] ha emesso il seguente comunicato:
     In un documento votato all’unanimità in una riunione plenaria di sabato 9 maggio 2015 a Würzburg in vista del Sinodo dei vescovi del prossimo autunno, la commissione centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) auspica [l’introduzione] di forme di benedizione delle convivenze omosessuali così come di quelle eterosessuali.  Si dovrebbero pertanto sviluppare forme liturgiche appropriate.  Occorre quindi ‘una accettazione incondizionata della vita in comune nelle convivenze omosessuali stabili’ e una chiara presa di posizione contro le attuali esclusioni nei confronti degli omosessuali.  La commissione cattolica centrale afferma che valori del matrimonio vengono vissuti anche in altre forme della vita comune, per esempio l’indissolubile Sì ad un’altra persona e la costante disponibilità alla riconciliazione reciproca. ‘Queste forme di vita e di famiglia meritano di esser apprezzate anche quando non corrispondono al matrimonio sacramentale’ “ [KNA]



[Questo il testo d’agenzia della scandalosa presa di posizione della ZdK o Zentralkomitee der deutschen Katholiken.  Ed ecco le “considerazioni” di S.E. mons. Stefan Oster].
  1. Questa dunque la dichiarazione di Würzburg.  Prima di esprimermi nel merito, vorrei dire:  ogni uomo è una persona con una sua unica dignità.  Ogni uomo possiede una coscienza e il diritto di modellare la sua vita secondo la sua volontà, le sue capacità, la sua coscienza, nella misura in cui non danneggia gli altri.  Ciò vale anche per l’impostazione che si dà alle relazioni intime e alla vita sessuale.  Quest’opinione circa l’incondizionato riconoscimento di ogni uomo in quanto persona dotata di dignità, libertà e coscienza appartiene in modo insopprimibile ai fondamenti della fede della Chiesa e della sua visione dell’uomo.
    Tuttavia, se qualcuno volesse informarsi in modo più preciso su quale sia il credo in senso stretto della nostra Chiesa sui temi delle convivenze, della famiglia e della sessualità; e se questo qualcuno volesse in coscienza istruirsi sull’insegnamento della Chiesa, per voler sapere ciò che da questo credo risulta esser vero o falso in relazione ai temi suddetti; allora devo dire quanto segue  sulle istanze avanzate dalla ZdK:
    Considerando la fede della Chiesa vissuta e partecipata finora su questi temi, basandosi sulla Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero, ne seguirebbe che una positiva accettazione delle richieste della ZdK significherebbe un drammatico stravolgimento [Veränderung] di molti aspetti della dottrina sinora insegnata in tema di matrimonio e sessualità.  In base alla Rivelazione che le è stata affidata, la Chiesa crede infatti che i rapporti sessuali naturali hanno il loro luogo genuino legittimo ed anzi l’unico legittimo esattamente nel matrimonio tra un uomo e una donna, entrambi aperti alla trasmissione della vita [ad aver figli]  e legati in un vincolo indissolubile sino alla morte di uno dei due.  Nello stesso tempo la Chiesa è perfettamente consapevole del fatto che tutto ciò rappresenta un comandamento elevato e severo, per osservare il quale nessun uomo o coppia di coniugi può contare sulle sue sole forze.  Non per nulla il vincolo matrimoniale si denomina anche Sacramento,  rafforzato e potenziato con la fede nella espressa promessa di Dio, di essere il Terzo nell’unione dei due: ovvero Colui che congiunge in quest’unione, la santifica, la rende indissolubile, rimanendo nello stesso tempo sempre sorgente di salute e salvezza in relazione ad essa.
    Pertanto, secondo  la mia conoscenza della Sacra Scrittura per ciò che riguarda i temi appena richiamati, ogni altra forma di comportamento sessuale attuata del tutto al di fuori del matrimonio altro non è che fornicazione [Unzucht] o adulterio [Ehebruch] – senza dimenticare l’annuncio delle conseguenze, che possono essere piuttosto drammatiche per una parte di quelli che vi si abbandonino.  
  2. La tradizione della Chiesa ha sempre condiviso e mantenuto il giudizio della Scrittura [su queste cose], pur se in modo non indifferenziato.  È da sempre pacifico che si deve riservare la dovuta considerazione al caso singolo al fine della formazione di un giudizio.  Così come è ovvia per la Chiesa l’esperienza secondo la quale nei rapporti sessuali vi sono anche deviazioni  -  e che coloro che deviano richiedono in special modo l’aiuto del sacerdote.
    Ma quando oggi si pretende che altre forme di vita in comune produttrici di obblighi tra gli uomini debbano esser valutate positivamente solo in quanto siano vissute secondo fedeltà, disposizione alla riconciliazione e al rispetto degli obblighi reciproci, è del tutto ovvio concludere che tale richiesta  della ZdK include il comportamento sessuale [sexuelle Praxis] di queste coppie, invece di escluderlo.  Altrimenti, tali unioni sarebbero semplicemente dei rapporti d’amicizia e non convivenze sulla base di una sessualità [reciprocamente] condivisa. Che la Chiesa approvi sempre ed anzi benedica la pura e semplice amicizia, ciò non costituirebbe per me alcun problema.  Ma qui il nocciolo della questione riguarda i rapporti sessuali tra due persone.
    Altri positivi “valori della vita in comune” si ritrovano in verità presso tutti gli altri gruppi umani, p.e. tra nipotini e nonni, tra compagni di lavoro, membri di un’associazione calcistica o persino tra i membri di una banda criminale.  Anche in quest’ultima non raramente si apprezzano altamente “valori” quali la fidatezza, l’assistenza reciproca, la lealtà.  Con ciò voglio dire che, a mio avviso, la ZdK dovrebbe dimostrarsi in primo luogo sincera in quello che dice. Pertanto, accanto alla richiesta di apprezzamento di “valori” che da ogni punto di vista si possono approvare (ossia: benedicere, benedire), la ZdK dovrebbe chiedere apertamente che tra i valori venga alla fine approvata, benedetta dalla Chiesa anche la sessualità praticata al di fuori del matrimonio.  Ma, in questo campo, ogni discorso sui valori, se pur animato da buone intenzioni, tuttavia al dunque altro non è che carta straccia, facendogli difetto il punto essenziale dell’argomentazione.
  3. Infatti, quando, sul fondamento dei “valori”, si vogliono far approntare forme di benedizione liturgica per rapporti di ogni tipo [etero e omosessuali], rapporti tutti aventi luogo al di fuori del matrimonio sacramentale, non posso fare a meno di pormi questa domanda:  perché in verità solo per rapporti tra due persone?  Se tre o più persone dello stesso o di diverso sesso, da un lato avessero il letto in comune e dall’altro volessero metter su insieme un ambiente per i bambini che fosse confortevole e sicuro, perché non si potrebbero benedire anche qui '“valori” condivisi?  Se noi ci affidiamo ai soli “valori”, come si giustifica poi l’idea che lo “spazio protetto” nel quale deve adagiarsi la sessualità secondo la ZdK, debba esser tale unicamente per rapporti fra due persone, quale che sia il loro sesso, e non invece anche per rapporti che ne coinvolgano più di due, se sessualmente in accordo e con reciproca soddisfazione?
    Dall’esempio apportato vediamo che il criterio di tali cosiddetti “valori” non fornisce alcun fondamento affidabile per giustificare la benedizione di rapporti che siano esclusivamente di coppia, quale che sia la combinazione [sessuale] nella quale essa si situi.   Vediamo inoltre che, con il criterio dei “valori”, ci si procurerebbe a mio avviso nient’altro che una caterva di problemi, tanto più che sarebbe di nuovo necessario elaborare i criteri per stabilire come e perché qualcosa diventa un “valore”.
  4. La Fede e la Scrittura non si fondano tuttavia in primo luogo su valori bensì sulla Rivelazione, su Cristo stesso.  Egli non è un “valore” ma la Parola di Dio stesso; Colui che nella sua persona ama l’uomo, lo tocca nell’anima, lo libera, lo rende capace di un’altra vita e in primo luogo di un amore e una fedeltà che l’uomo non possiede di per sé ma solo ad opera di Lui.  Essendo pertanto proprio Gesù stesso “il criterio” [di giudizio], ed avendo pertanto noi una sicura conoscenza della sua volontà in relazione ai temi qui discussi attraverso la Scrittura, la Tradizione e il Magistero (si veda: 1 Cr 7, 10-11), credo occorra molto di più di un appello ai “valori”, per dimostrare in maniera inequivocabile  per qual motivo la volontà di Gesù sui temi della sessualità e del matrimonio dovrebbe esser cambiata dopo 2000 anni.
    Anche i tanto incomodati “segni dei tempi” non rappresentano secondo me una risposta a questa domanda.   Chi stabilisce in primo luogo quali sarebbero questi segni e per qual motivo dovrebbero mostrare ora qualcosa di nuovo proprio nell’ambito di convivenze e matrimonio?  A mio avviso, proprio questo è l’ambito nel quale l’uomo è rimasto in sostanza sempre lo stesso.  E difatti quest’ambito è stato già ampiamente dibattuto nella Chiesa antica, come se  il dettato di Gesù non fosse presente nella S. Scrittura con la dovuta chiarezza.  Un segno dei tempi odierni potrebbe essere, secondo me, la nuova dimensione del problema dei profughi, per il quale il mondo e la Chiesa dovrebbero trovare nuove risposte.  Ma non certo il dover rispondere a chi vorrebbe oggi che il sesso praticato fuori del matrimonio sia considerato una benedizione, quando per 2000 anni dal punto di vista della fede è stato considerato del tutto all’opposto [cioè una maledizione].
  5. Sulla base di queste ed altre considerazioni, mi è davvero del tutto impossibile condividere la risoluzione della ZdK.  Come uomo che vive in questo mondo sempre più secolarizzato, lo potrei sicuramente, poiché tale è il mondo nel quale viviamo, simile in queste cose al mondo antico, quando furono elaborati i testi della Sacra Scrittura.  Ma come uomo che, pur vivendo dentro questo mondo, si è vincolato alla fede della Chiesa e si sente da essa continuamente pungolato, la cosa mi è assolutamente impossibile.
    Faccio notare che, con questa dichiarazione, la ZdK si è ben avviata sul cammino che porta ad abbandonare aspetti fondamentali dell’immagine biblica dell’uomo e della comprensione della rivelazione biblica. E veramente mi disturba il fatto che imbocchi questa via con la stragrande maggioranza dei suoi rappresentanti.  Inoltre, il suo rinnovato appello a Papa Francesco per  avere un appoggio al suo nuovo programma, è incompatibile con un mutamento di corso così spettacolare.  (Si veda la versione ufficiale della dichiarazione sulla ZdK-homepage, www.zdk.de, intitolata: “Costruire ponti tra dottrina e realtà di vita”. [Nel dettaglio, tale versione chiede anche di riconsiderare il controllo delle nascite, di “benedire” i divorziati risposati, etc. – vedi:  Rorate Caeli, 29.5.2015 – qui]).
    Certo, il Papa ha inviato un questionario su questi temi  e convocato un Sinodo nel quale egli vuole si tenga un dibattito pubblico sull’Evangelo della Famiglia. Meraviglioso!  Si può e si deve discutere!  Che bello!  Tuttavia, non scorgo alcuna pubblica dichiarazione del Papa o del Magistero attuale, che possa avvicinarsi anche solo lontanamente alle esternazioni della citata dichiarazione della ZdK.  È altamente verosimile che l’incipiente Sinodo mostrerà quanto il nome e il programma di Papa Francesco siano stati strumentalizzati dalla ZdK per i suoi fini, politici e per ciò stesso niente affatto in accordo con la Bibbia.   Mi sembra del resto significativo che nella lista delle pretese della ZdK, con le relative giustificazioni, non si menzionino mai argomenti tratti dalla Bibbia.
  6. I vescovi tedeschi hanno da poco pubblicato una nuova redazione dei principi fondamentali cui devono attenersi collaboratrici e collaboratori civili nella Chiesa.  Anche in questa nuova redazione viene ribadita la totale inammissibilità per i cattolici del matrimonio civile e delle convivenze registrate [allo stato civile].  Andar contro questa normativa costituirebbe di per sé “violazione grave dell’obbligo di lealtà” nei confronti della Chiesa, intesa come datore di lavoro.  Mi chiedo allora in che modo la ZdK, con la sua pretesa di benedizione e appropriate liturgie proprio per legami di questo tipo, si stia effettivamente comportando per ciò che riguarda la sua lealtà nei confronti dell’episcopato e del suo insegnamento consolidato.  Perciò il fatto che oggi tanti cattolici – dopo testi come questo – non si sentano più rappresentati dalla ZdK, non è secondo me da imputare a questi stessi cattolici.  E circa le tendenze alla costruzione di ghetti, che si denunciano oggi nella Chiesa, secondo me risultano innanzitutto proprio da iniziative come questa [della ZdK].  Chi, inoltre, volesse informarsi senza pregiudizi sulle posizioni della fede tradizionale dell’unica Chiesa diffusa in tutto il mondo e di quelle professate dalla ZdK, si troverebbe subito in completa confusione a causa della contrapposizione emergente nei suddetti punti [per colpa della ZdK].  Egregi membri della ZdK:  può esser questo il vostro scopo?  
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio] 
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1.  1 Cr 7, 10-11 :  “Ai coniugati invece ordino, non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito, ma qualora si separasse non passi ad altre nozze o si riconcili col marito; e il marito non ripudi la moglie”.

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