sabato 11 luglio 2015

falce e martello al Papa

La gloria dei Martiri vittime del comunismo :“Regnavit a ligno Deus”


«Il dialogo tra comunisti e cattolici è diventato possibile da quando i
comunisti falsificano Marx e i cattolici Cristo» (Nicolás Gómez Dávila)



Da ieri sui Quotidiani, cartacei e on line, circolano le foto del "dono", spudoratamente intriso di irriverente propaganda  marxista, che il Presidente della Bolivia Evo Morales ha consegnato a Papa Francesco. 

In quell'episodio è riassunta tutta l'incomprensibile emblematicità di questo Pontifcato: pare che ci sia sempre qualcuno - una specie di un grande burattinaio in agguato - che "suggerisce" dei gesti, dei simboli da accostare al Pontefice riuscendo a mettere  in secondo piano ( come accadde  pure con San Giovanni Paolo II ) gli interventi, le omelie e quant'altro è giudicato scomodamente cattolico e quindi fuori dal coro del conformismo ideologico e politico imperante
«Taluni "pompieri" - più papalini del Papa -  - di fronte alla figuraccia - che tale  rimarrà - stanno oggi diffondendo la voce che Papa Francesco, davanti alla falce e martello col Cristo crocifisso, abbia risposto obiettando : “No está bien eso” ( questo non va bene). 

Tale versione è smentita dal video dove si vede che il Papa accetta il dono  (del resto porta quella stessa immagine blasfema nel medaglione che ha al collo). 

Invece le parole del Santo Padre sono state (come spiega il Corriere della Sera) «no lo savia, eso», non lo sapevo. 
A cosa si riferivano? 
Cos’è che non sapeva? 
A cosa annuisce con un sorriso? 
Ciò che Morales gli stava spiegando, ovvero che quel crocifisso con falce e martello fu disegnato proprio dal suo Confratello Gesuita Luis Espinal, che fu ucciso nel 1980 dai paramilitari e sulla cui tomba, a La Paz, il Santo Padre si era appena recato per rendere omaggio come si fa alla tomba di un martire. 

Lo stesso Padre Lombardi, sia pure a mezza bocca, ha confermato: “non lo sapevo neanche io”. Sono stati i gesuiti boliviani a spiegargli che il disegno è dovuto proprio a padre Espinal. 
Conoscere la paternità di quel simbolo è un flash che fa capire molte cose sulla Chiesa sudamericana… 
Fa capire quale influenza ha avuto (e in forme diverse ha ancora) l'ideologia marxista in quella Chiesa... »
«...Quando un Capo di Stato, un Monarca, un Presidente, un Capo di Governo, va in visita o riceve  il Papa, il Sommo Pontefice, il Capo della Chiesa Cattolica, il Vicario di Cristo in terra, il Successore dell’Apostolo Pietro ecc.ecc. s’informa , attraverso i canali della Diplomazia, su quale tipo di dono offrire al Pontefice. 
Avrebbe mai Krusciov, se fosse stato ricevuto da San Giovanni XXIII, potuto recare in dono un simile orrore? . 
O i Reali Inglesi, costituzionalmente antipapisti, avrebbero mai potuto regalare al Papa un ritratto di Enrico VIII? 
O un Presidente degli Stati Uniti, Nazione fondata da Protestanti Massoni antipapisti, potrebbe portare in dono al Papa una squadra e compasso? 
Morales ha fatto di testa sua senza informasi sul tipo di dono da offrire al Papa? 

Forse.  Quel che Castro NON fece (anche perché Castro era di tutt' altra educazione e cultura) con San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, lo ha fatto Morales con Papa Francesco… »

L'episodio accaduto ieri del "dono" irriverente del marxista Morales al Papa induce alla riflessione che è urgentemente necessario ripristinare, dalle aule catechistiche alle biennali d'arte contemporanea, la Magna Carta dei Diritti di Dio : è blasfemo, offensivo e vergognoso collocare Gesù Crocifisso sul simbolo politico laicista della più perversa e feroce ideologia anticristiana che, con la scusante della giustizia sociale dei poveri e dei bisognosi, ha cercato di cancellare in ogni parte del mondo la bellezza della Civiltà Cristiana.

L'affronto di Evo Morales al Papa, un Crocefisso
che gronda il sangue di almeno 100 milioni di morti
 
Il presidente comunista della Bolivia, Evo Morales, ha ricevuto Papa Francesco in visita apostolica nel Paese andino omaggiandolo con un orrendo manufatto in cui Gesù è crocefisso a una falce e martello, simbolo mondiale del comunismo internazionale. 
Forse Morales non si è reso conto del doppio senso del suo gesto: davvero, infatti, la falce e il martello comunisti sono un patibolo a cui Gesù è crocefisso. 
Probabilmente per questo il Papa sorride di candida ironia  davanti a quell’orripilante scultura blasfema, mentre Morales si tira la zappa sui piedi… 
Ma l’occasione è propizia per ricordare a tutti cosa è stato, anzi cosa è il comunismo. Il libro nero del comunismo. 
Crimini, terrore, repressione, opera di enorme sforzo e rigore scientifici, curato dallo storico ex comunista francese Stéphane Curtois (trad. it. Mondadori, Milano 1998), stila un primo (parziale) bilancio delle vittime ammazzate dal comunismo internazionale, un bilancio mai smentito semmai lacunoso per difetto, a fronte delle ricerche compiute successivamente e dell’apertura di alcuni archivi (ma i dati relativi alla Cina, per esempio, restano sono tutt’oggi parziali): 
Urss, 20 milioni di morti 
Cina, 65 milioni di morti 
Vietnam, 1 milione di morti 
Corea del Nord, 2 milioni di morti 
Cambogia, 2 milioni di morti 
Europa dell’Est, 1 milione di morti 
America Latina, 150mila morti
Africa, 1 milione 700mila morti
Afghanistan, 1 milione 500mila morti 
movimento comunista internazionale e partiti comunisti non al potere, circa 10mila morti
Il totale è prossimo ai 100 milioni di morti. 
Una catastrofe umana maggiore di qualsiasi catastrofe naturale, peggiore di qualunque altro delitto. 


Su L’Osservatore Romano del 29-30 settembre 2010, il padre redentorista polacco Jak Mikrut (1942-2013), della Pontifica Università Gregoriana, ha offerto un quadro prezioso della brutale persecuzione scatenata dal comunismo mondiale contro i cristiani, richiamando con grande precisione i numeri del tributo di sangue preteso dalla cristianofobia dell’ateismo marxista-leninista e ricordando che molte di quelle vittime sono state esaltate dalla Chiesa Cattolica alla gloria degli altari, che molte lo saranno presto (per esempio i martiri
spagnoli del secolo XX, o francescani gesuiti polacchi e il sacerdote bergamasco don Sandro Dordi uccisi nel 1991 dai terroristi filomaoisti di Sendero Luminoso) e che di moltissimi altri è in corso il processo. 

Fonte : Il Timone 

Su Rome Reports i commenti e i filmati sulla consegna del "dono" al Papa

Sul Timone I Martiri cattolici uccisi dai comunisti in America Latina
Un simpatico "accostamento" dell'episodio di ieri con l'immagine più celebre del film "Il compagno don Camillo" diretto da Luigi Comencini.

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