mercoledì 6 novembre 2013

“Parleremo anche di incesto”.

TEMPORA FLAMMAS 

LAETA VOMUNT

Titolo tratto da “La Repubblica” del 6 Novembre 2013

“Che pensate di coppie gay e contraccettivi?”
il referendum globale di Papa Francesco
Pubblicato il questionario per parrocchie e fedeli. “Parleremo anche di incesto”.

DIALOGO DI ASCLEPIO E PAOLINO

Asclepio: Hai sentito, Paolino, la novità?
Paolino: Sì … Forse non è l’apostasia prevista da numerosi veggenti, annunciata a Fatima, ma ci si avvicina di molto …
Asclepio: Ma dai! Possibile che tu sappia essere solo un pessimista? Possibile che non sappia renderti conto della necessaria rivoluzione copernicana introdotta da questo Papa. Era ora!
Paolino: Secondo me, caro Asclepio, bisognerebbe darti un po’ di elleboro. Qui non si tratta di giudicare il Papa. Certe questioni nascono all’interno della Chiesa e sono condivise da numerosi cardinali e vescovi. D’altro canto non si è eletto da solo. L’hanno eletto a maggioranza assoluta. Perché? Perché volevano questo cambiamento. Ma temo che il cambiamento sia come al solito un facile mimetismo …
Asclepio: Ma va la … bacucco di un tradizionalista!
Paolino: Sarà, eppure, il tradizionalismo – te l’assicuro – non c’entra nulla.
Asclepio: Quindi secondo te le coppie gay, quelle di fatto fra etero e i divorziati risposati non dovrebbero neppure essere avvicinati dalla Chiesa. Sono dei reietti?
Paolino: Niente affatto. C’è modo e modo, però. Se io sviluppo programmi pastorali per queste categorie sociali, implicitamente riconosco il loro status. Annunciare il Vangelo significa anche fare delle scelte. Essere lievito per la società, non subire i mutamenti della società, ma cambiarla. Se mi accosto ad una coppia non sposata il mio obiettivo dovrebbe essere quello di aiutarla a comprendere il sacramento del matrimonio. Se d’altro canto rendo più spedite le pratiche di annullamento e riammetto ai sacramenti i divorziati risposati, cosa faccio?
Asclepio: Uso la misericordia?
Paolino: No. Indebolisco il vincolo. Lo rendo una specie di stanza nella quale si può facilmente entrare salvo poi facilmente uscirne. E’ la flessibilità, è la provvisorietà consumistica di cui si nutre l’attuale società. I rapporti al consumo, e non per sempre. E la Chiesa sembra adattarsi a questa mentalità. Non spiega invece al mondo che è succube, schiavo di una mentalità economica perversa, che asserve l’uomo alle esigenze dei mercati, che lo trasforma in un consumatore di emozioni, di sentimenti, di sacramenti …
Asclepio: Vabbè, ma sugli innocenti figli di coppie gay, allora?
Paolino: A parte il fatto che mi sembra del tutto improbabile che delle coppie gay possano voler battezzare i propri figli. Nessuno li porterebbe spontaneamente da un prete dopo secoli di esplicita ostilità, dopo decenni di proclami magisteriali contro il matrimonio gay. C’è da dire altresì che mi riesce difficile immaginare cosa potrebbe insegnare un sacerdote ad un figlio di una coppia gay: che la madre o il padre naturale sono dei “donatori” di ovulo o di seme? Che i suoi “genitori” in realtà vivono costantemente in stato di peccato? Che “maschio e femmina li creò”? E’ una roba da idioti più che da evangelizzatori.
Asclepio: Come sei disfattista!
Paolino: No. Sei tu a non essere realista. Sei ideologico. Perché, vedi, l’ideologia alimenta l’idea che la società sia in perpetuo mutamento e che dunque l’antropologia stessa e la pastorale che ne deriva e anche la teologia morale, debbano aggiornarsi. Questo è ideologico. E’ pensare ad una utopia del cambiamento dell’uomo che ci condurrebbe ad annullare ciò che è contenuto nel Nuovo Testamento. Prendiamo ciò che ci piace e buttiamo alle ortiche ciò che ci sembra “condizionato dal tempo”. Questo modo di fare è realmente ipocrita, comodo, ideologico. Guardiamo invece alla realtà. Alla crisi economica, a chi detiene il potere. A chi condiziona le masse permeandole di nuove istanze e di ideologie di cambiamento sociale. Chi sono questi signori? E’ un processo automatico e naturale o un processo indotto. Io credo sia indotto. Perché l’intero mondo contemporaneo è mosso da esigenze economiche. E’ guidato dalla finanza che fa e disfa le nazioni, che acquista e vende i loro debiti, che le può mettere in ginocchio o può dar loro l’ossigeno. E questo sistema deve trasformare sempre più gli uomini in cose, in oggetti. E far perdere loro ogni contatto con la loro natura. Deve anche impossessarsi del controllo della vita, del concepimento e della morte. Deve sottrarlo al controllo della Chiesa.
Asclepio: Paolino, ma questo è complottismo.
Paolino: Forse. Per me è puro realismo.
Asclepio: Quindi, fammi capire, la Chiesa per te sarebbe asservita a questi poteri?
Paolino: Sì e no. E’ una Chiesa fragile, che ha paura di essere minoritaria. Tende a preservare se stessa dall’annullamento e cerca in sé qualche strumento per autorizzare il cambiamento, per renderlo naturale. In questo caso abbiamo scoperto il mantra della misericordia, del perdono (per lo più senza conversione e senza cambiamento di vita), dell’inclusione  e compagnia cantando … Un mantra che funziona!
Asclepio: Eccome! E’ scritto nel Vangelo, è la vita di Cristo. Non ricordi il caso della Maddalena?
Paolino: Io ti dico invece: ricordi il caso del figliol prodigo? C’è conversione prima di tutto. Conversione. Ma non è questo il punto. Facciamo cadere per un attimo il velo evangelico che viene calato su questioni di mero potere geopolitico. Cosa vediamo? Vediamo una società disgregata dalla cultura dell’usa e getta, del provvisorio, della tecnologia isolante, dagli impulsi e dagli stimoli di internet, tutti più soli, tutti più disgregati, tutti più egoisti e terrigni. Una società colpita per soprammercato da una drammatica crisi economica che non è naturale, ma creata a tavolino. E in tutto questo la Chiesa che fa? Combatte i potenti per nome? Chiama le Banche e la Finanza a rendere conto dei loro crimini? Chiama le lobbies a render conto della loro disumana distorsione della nostra natura di creature? Chiama la politica a ricostruire il suo ruolo: preservare e custodire gli Stati e non darli in pasto agli speculatori? Sì … ogni tanto c’è un accenno vago, retorico, a queste questioni. Ma nulla di più.
Asclepio: Va bene. Ti ho ascoltato per un pezzo. Ora non ne posso più. Io voglio una Chiesa che venga incontro ai miei problemi e ai miei drammi, che mi ascolti e mi accolga, che mi consoli e mi dia il conforto di Cristo. Voglio una Chiesa povera, una Chiesa che sia vera testimonianza di Cristo, non una Chiesa arroccata nelle sue liturgie e nei suoi predicozzi moraleggianti. Voglio una Chiesa comprensibile, moderna, non ferma all’ottocento …
Paolino: Ne parli come se fosse una cosa distante da te. Come se tu non vi avessi alcun posto.
Asclepio: Si capisce!
Paolino: Come se non avessi responsabilità. Se non fossi tu a doverti conformare alla dottrina morale della Chiesa, ma questa a te e alla tua visione della morale. Non ti pare un po’ comodo.
Asclepio
: Bah… Perché nei secoli quante porcate hanno fatto gli uomini di Chiesa? E la dottrina predicata da preti pedofili o papi sposati secondo te è l’unica e vera dottrina?

Paolino
:
Vedo che hanno fatto effetto su di te quasi dieci anni di scandali pedofili – cominciati nel 2000 per attaccare il malato Giovanni Paolo II – e di distruzione dell’autorità morale della Chiesa. Oggi pensa che si è ridotta a dover parlare di incesto per recuperare un po’ di autorevolezza e di appeal sui media …
Asclepio: Senti, adesso devo lasciarti. Mi sono rotto di queste tue lamentele. Tu non riesci a comprendere il mondo in cui viviamo, saresti dovuto nascere in un altro secolo. Se questa Chiesa non ti piace creati la tua, vai coi lefebvriani! Ti saluto, ciao …

Paolino: Questo sempre per la serie “infinita misericordia”! Io rivoglio la Chiesa che ho conosciuto da quando sono nato, non questo teatrino vomitevole. Rivoglio l’inflessibile fermezza della Chiesa di Giovanni Paolo II, rivoglio l’impegno etico per cambiare questa società depravata, per aprire le coscienze alla luce di Cristo. Si parla di nuova evangelizzazione ma qui la gente, i fedeli comuni, non sanno neppure cosa sia l’abc della fede. E noi non proclamiamo una filosofia, non raccontiamo regole di vita, amore e pace …  Noi proclamiamo il Cristo che ha vinto la morte, la resurrezione delle nostre anime e dei nostri corpi. Proclamiamo l’annuncio della vita eterna, della redenzione dei nostri peccati per mezzo dell’Agnello che si è immolato per noi. Noi dovremmo proclamare al mondo la necessità di una radicale conversione. E dare testimonianza della nostra. Certo, con carità e misericordia, ma non calandoci le braghe! Altrimenti finiamo per non sapere neppure in cosa crediamo. E per farlo dovremmo conoscere la fede che proclamiamo, ma il più delle volte ignoriamo le questioni basilari della nostra fede. E i Vescovi che fanno? Fanno i questionari per capire meglio quanto stia sprofondando nell’abisso una società priva di guide morali, anzi esplicitamente amorale … Ma, Asclepio, mi stai ascoltando? Asclepio, Asclepio, aspetta, non te ne andare!

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