martedì 27 dicembre 2011



Ti adoro, Bambino Gesù

Ti adoro, bambino Gesù, riposto nudo nella mangiatoia. Ormai voglio solo amare la tua infanzia e la tua povertà. Chi mi accorderà di essere innocente e povero come te?
O sapienza eterna ridotta all'infanzia toglimi ogni presunzione di falsa sapienza, e fammi bambino come te.  Beati i poveri di spirito, che tu, Gesù, hai reso simili a te nella grotta di Betlemme. Voi tutti che vi ritenete saggi, nei vostri pensieri, previdenti nei vostri disegni, forbiti nei vostri discorsi, io vi temo: la vostra grandezza mi intimidisce, ma io non so che farmene, perché ho bisogno soltanto della semplicità dei bambini.
Mentre il Verbo incarnato, la parola onnipotente del Padre fattosi bimbo, tace, vagisce, piange e manda gemiti, posso io continuare a compiacermi delle elucubrazioni del mio spirito e a soffrire se questo mondo non ha un'idea abbastanza alta delle mie capacità? Il mondo creda pure quello che vuole e dia le sue preferenze a chi gli pare; quanto a me, tutta la mia gioia è ormai diminuirmi, essere nei silenzio e nell'oscurità, passare pure per stolto ed anche esserlo pur di unirmi alle umiliazioni di Gesù crocifisso, all'impotenza e ai vagiti del bambino Gesù. (Fr. De Fénelon)

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