7 DICEMBRE
S. AMBROGIO
Hymnus
Fortem piúmque præsulem
canámus omnes, túrbidas
qui fluctuántis sæculi
terris procéllas éxpulit.
canámus omnes, túrbidas
qui fluctuántis sæculi
terris procéllas éxpulit.
Non sceptra concússus timet,
non imperántem féminam,
templóque, clausis póstibus,
arcet cruéntum cæsarem.
non imperántem féminam,
templóque, clausis póstibus,
arcet cruéntum cæsarem.
Arcána sacræ páginæ
altus magíster éxplicat;
divína pandens dógmata,
mira nitet facúndia.
altus magíster éxplicat;
divína pandens dógmata,
mira nitet facúndia.
Fide ciénte spíritum,
præclára fundit cármina;
fide coæquans mártyres,
depréndit artus mártyrum.
præclára fundit cármina;
fide coæquans mártyres,
depréndit artus mártyrum.
Iam nunc furéntem tártari
lupum flagéllo súbmove;
sciéntiæ nos lúmine
fove, tuére iúgiter.
lupum flagéllo súbmove;
sciéntiæ nos lúmine
fove, tuére iúgiter.
Sit Trinitáti glória,
quam, te rogánte próspere,
hymnis in aula cælica
laudémus usque in sæculum. Amen.
quam, te rogánte próspere,
hymnis in aula cælica
laudémus usque in sæculum. Amen.
Seconda Lettura
Dalle «Lettere» di sant'Ambrogio, vescovo (Lett. 2, 1-2. 4-5; PL 16, 847-881)
La grazia delle tue parole conquista il popolo
Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché «E' lui che l'ha fondata sui mari, e sui fiumi l'ha stabilita «(Sal 23, 2).
Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l'infuriare del mare in tempesta. E' battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato. Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: I fiumi hanno innalzato la loro voce (cfr. Sal 92, 3). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l'evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire.
Raccogli l'acqua di Cristo, quell'acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l'acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri.La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11, 3).I tuoi sermoni siano fluenti, puri, cristallini, si che il tuo insegnamento morale suoni dolce alle orecchie della gente e la grazia delle tue parole conquisti gli ascoltatori perché ti seguano docilmente dove tu li conduci. Il tuo dire sia pieno di sapienza. Anche Salomone afferma: Le labbra del sapiente sono le armi della Sapienza, e altrove: Le tue labbra siano ben aderenti all'idea: vale a dire, l'esposizione dei tuoi discorsi sia lucida, splenda chiaro il senso senza bisogno di spiegazioni aggiunte; il tuo discorso si sappia sostenere e difendere da se stesso e non esca da te parola vana o priva di senso.
Raccogli l'acqua di Cristo, quell'acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l'acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri.
Responsorio 2 Tm 4, 2; Sir 48, 4. 8
Annunzia il vangelo, insisti in ogni occasione ammonisci, rimprovera, esorta
* con grande pazienza e dottrina.
Chi può vantarsi di esserti uguale? Tu hai consacrato i re e li hai indotti a penitenza,
con grande pazienza e dottrina.
con grande pazienza e dottrina.
R. Johanny, L'Eucharistie centre de l'histoire de salut, pp. 14-20.
Sant'Ambrogio e la Parola di Dio
Tutta l'opera di Ambrogio appare come un vasto commento della Scrittura. Questo è vero non solo per le opere propriamente esegetiche, ma anche per quelle morali e dogmatiche, i discorsi e le lettere. Tutto è ricolmo di Parola di Dio, tutto riposa su di essa. Questa centralità della Scrittura nell'insegnamento di Ambrogio non ci deve stupire; la Scrittura è il libro per eccellenza che trasmette la Parola capace di far vivere e di guidare lungo le vie infallibili dello Spirito. La Parola deve regnare sulla vita dell'uomo. Il discepolo del Signore deve meditarla, ruminarla, assimilarla, farla propria e vivere di essa.
Ambrogio insiste con forza sulla necessità di dimorare nella Parola. Occorre perseverare in essa; a imitazione di Davide, dobbiamo provare desiderio di saziarci di essa. La Parola ci guida ad aderire a Cristo, ci stabilisce in lui strappandoci all'instabilità dell'esistenza. «La Parola di Dio respinge ogni noia, non offre varchi al sonno dell'anima, all'assopimento dello spirito. Il sonno infatti si insinua laddove c'è tristezza e preoccupazione per le cose di questo mondo, ma l'uomo che aderisce a Dio fuggendo le preoccupazioni ottiene il godimento della conoscenza eterna, dove svanisce il timore legato alla mutevolezza delle cose di questo mondo» (Exp. ps., 118,7,7).
Così ogni nostra parola deve rinviare alla Parola di Dio, dalla quale trae la propria forza e alla quale ci fa comunicare. La Parola deve entrare in noi, o piuttosto dobbiamo entrare in essa per divenire, in certo senso, noi stessi Parola. Ambrogio ricorre a esempi in grado di far comprendere al suo uditorio la forza, la tensione, il tormento della Parola. Come il profeta Davide ci sentiamo consumare da un vivo desiderio e da una veemente passione per la Parola che ci attira con più forza quanto più le siamo vicini. Consumarsi per la Pa rola significa consacrarsi interamente ad essa senza lasciarci distrarre dalla vanità delle cose passeggere e ingannevoli.
«Quali sono gli occhi che si consumano nella Parola del Signore se non gli occhi dell'uomo interiore e lo sguardo dell'anima teso alla Parola di Dio, e nell'esasperata tensione dell'attesa si consumano aspettando la salvezza di Dio, disposti a consumare se stessi per assimilare la Parola » (Exp. ps., 118,16,17). Dalla «Parola» Ambrogio passa alla «salvezza». La Parola è salvezza, la Parola che noi meditiamo ci fa cogliere le ricchezze della Parola che da salvezza e fa vivere. (...).
Ignorare la Parola significa condannarsi al mutismo, alla lebbra dell'anima che divora e annienta. «Se dunque rimedio per la lebbra è la Parola , il disprezzo della Parola è certamente la lebbra dell'anima» (Exp.ev.sec. Luc., 5,5). Ignorare la Parola è fare dei nostri corpi dei sepolcri, condannarci a morire di fame. A questa condanna sfuggiremo soltanto se prenderemo risolutamente su di noi il giogo della Parola. Allora l'anima, fecondata dal seme della Parola, porterà frutti abbondanti e cammineremo sulla via del Signore.
C.M. MARTINI
Ambrogio fu maestro di dogmatica e di morale, oratore di grande eloquenza e umile catechista, esegeta, uomo pubblico e tenerissirno fratello, pastore forte e amabile, difensore strenuo della chiesa e costruttore di chiese, cultore dei martiri, geniale innovatore dei riti e della liturgia. Egli esercitò sui suoi fedeli la più benefica e straordinaria influenza per mezzo della predicazione che si distingueva per lo stile più catechistico che speculativo.
Dai suoi scritti si ricava l'impressione di trovarci davanti ad un uomo innamorato di Cristo e della Sacra Scrittura, che contemplando la chiesa la vede immensa come il mondo e come il cielo, con Gesù per sole. Ambrogio ha la profonda coscienza che tutti, qualunque sia la loro origine, razza e condizione, sono chiamati a diventare 'uno' nel Figlio di Dio da cui deriva ogni bene e ogni dono di pace e di giustizia [...].
[Nelle sue opere] possiamo scoprire l'atteggiamento mistico-contemplativo del nostro Padre e Pastore, ed intuire almeno qualche cosa di quanto attesta il biografo Paolino nella Vita Ambrosii: "Grande era la sua assiduita alla preghiera, di giorno e di notte» (38,1). E ancora, là dove descrive gli ultimi momenti della vita del vescovo: «Dalle ore cinque del pomeriggio fino all'ora in cui rese l'anima, pregò con le braccia aperte in forma di croce: noi vedevamo le sue labbra muoversi ma non udivamo nessun suono di voce» (47,1 ) [...].
[Conoscere meglio Ambrogio attraverso i suoi scritti aiuti tutti noi] a ritrovare il Cristo con amore appassionato, nelle lacrime e nella compunzione per i nostri peccati e per quelli dei nostri fratelli; a vivere la trepida certezza della misericordia perdonante di Dio, fonte di ogni riconciliazione, ad avere una ferma speranza nella potenza della Parola e nella grazia della chiesa (C.M. MARTINI, Prefazione, in ambrogio di milano, Preghiere, a cura di I. Biffi, Casale Monf. 1996').
In Cristo abbiamo tutto.
Siamo tutti del Signore e Cristo è tutto per noi:
se desideri risanare le tue ferite, egli è medico;
se sei angustiato dall'arsura della febbre, egli è fonte;
se ti trovi oppresso dalla colpa, egli è giustizia;
se hai bisogno di aiuto, egli è potenza;
se hai paura della morte, egli è vita;
se desideri il paradiso, egli è via;
se rifuggi le tenebre, egli è luce;
se sei in cerca di cibo, egli è nutrimento. (ambrogio di milano, Sulla verginità 99)
Bevi per prima cosa l'Antico Testamento, per bere poi anche il Nuovo Testamento [...]. Bevi tutt'e due i calici, dell'Antico e del Nuovo Testamento, perché in entrambi bevi Cristo. Bevi Cristo che è la vite; bevi Cristo che è la pietra che ha sprizzato l'acqua. Bevi Cristo che è la fontana di vita; bevi Cristo che è il fiume la cui corrente feconda la città di Dio; bevi Cristo che è la pace; bevi Cristo che è il ventre da cui sgorgano vene d'acqua viva; bevi Cristo per bere il suo discorso. Il suo discorso è l'Antico Testamento, il suo discorso è il Nuovo Testamento. La Scrittura divina si beve, la Scrittura divina si divora, quando il succo della parola eterna discende nelle vene della mente e nelle energie dell'anima (S. AMBROGIO, Commento ai salmi I, 33).
Orazione O Dio, che nel vescovo sant'Ambrogio ci hai dato un insigne maestro della fede cattolica e un esempio di apostolica fortezza, suscita nella Chiesa uomini secondo il tuo cuore, che la guidino con coraggio e sapienza. Per il nostro Signore.
Deus, qui beátum Ambrósium epíscopum cathólicæ fídei doctórem et apostólicæ fortitúdinis exémplum effecísti, éxcita in Ecclésia tua viros secúndum cor tuum, qui eam fórtiter et sapiénter gubérnent. Per Dóminum..
Orazione Concedi, o Dio, alla tua Chiesa; ai suoi vescovi e a tutti i fratelli che vogliono seguire l'esempio di sant'Ambrogio di arrivare insieme al possesso del regno dei cieli. Per il nostro Signore ...
Orazione O Dio, creatore del mondo, che hai consacrato questo giorno all'elezione episcopale di sant'Ambrogio, concedi al tuo popolo che ne celebra devotamente la beata memoria di ottenere, per sua intercessione, iI soccorso del tuo paterno amore. Per Cristo nostro Signore.
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