Goya - Saturno che divora i suoi figli - 1823 |
"Per il governo dell'economia mondiale;
per risanare le economie colpite dalla crisi,
per prevenire peggioramenti della stessa
e conseguenti maggiori squilibri;
per realizzare un opportuno disarmo integrale,
la sicurezza alimentare e la pace;
per garantire la salvaguardia dell'ambiente
e per regolamentare i flussi migratori,
urge la presenza di una vera
Autorità politica mondiale"
Benedetto XVI - Caritas in Veritate - n. 67
"Nell’occasione presente mi sia consentito sottolineare
che gli impegni per la pace non possono essere separati
dalla ricerca di una società giusta e di un reale sviluppo
di tutte le nazioni e di tutti i popoli.
Giustizia e sviluppo vanno per mano con la pace.
Sono parti essenziali di un
nuovo ordine mondiale ancora da edificare.
Sono una strada che conduce verso
un futuro di felicità e di dignità umana."
Giovanni Paolo II - Discorso al Corpo diplomatico - 24 Febbraio 1980
Come al solito, la Chiesa comincia a risvegliarsi solo quando viene colpita in qualità di istituzione terrena dotata di proprietà immobiliari e spesso guidata dall'interesse di qualche affarista travestito da chierico. Ma visto che facciamo parte della Chiesa intesa quale Corpo Mistico di Cristo e visto che l'attacco contingente alla Chiesa Cattolica in Italia e alla Santa Sede è guidato non certo da norme di equità terrena, ma da un inespresso anelito alla cancellazione del ruolo determinante della fede cattolica nella nostra società italiana, vale la pena spendere qualche parola in difesa di Santa Romana Chiesa. Nondimeno è opportuno oggi smascherare il vero e proprio golpe mondialista in fase di sviluppo, golpe che prevede e necessita l'annientamento dei due elementi di riferimento dell'ordine sociale italiano: la politica e la religione... con l'inconcepibile complicità della Chiesa stessa.
1. Come nasce la crisi
Per capire quello che sta accadendo in Italia e i futuri sviluppi degli eventi, bisogna guardare a ciò che è accaduto in Grecia negli ultimi 2 anni, a partire dall'elezione del premier nefasto e paranoico Giorgos Papandreou.
Nell'ottobre 2009 Papandreou, viene eletto dopo una campagna elettorale incentrata sulla redistribuzione della ricchezza a favore di pensionati, lavoratori pubblici, operai etc. Durante la campagna elettorale aveva affermato: "i soldi ci sono!". Evidentemente appena dopo l'elezione si rende conto che i soldi potrebbero finire. Perché? Per una serie di problemi strutturali dell'economia e dello Stato greco, ma principalmente perché il secondo governo Simitis (2000-2004), del quale Papandreou era ministro degli esteri, aveva architettato con la consulenza della Goldman Sachs, dei meccanismi per imbellettare i propri conti pubblici. Questi meccanismi hanno logorato lo Stato, costretto a pagare ingenti somme alle banche, e aiutato la Grecia ad entrare nell'Euro. Per entrare nell'Euro bisognava rispettare dei requisiti basati sulle cosiddette regole di Maastricht: mantenere il deficit al di sotto del 3% e il debito pubblico entro il 60% rispetto al Prodotto Interno Lodro. In soldoni: lo Stato non deve spendere più di quanto incassa per una percentuale superiore al 3% della produzione globale di beni e servizi nel corso di un anno.
Ora, che uno Stato debba necessariamente pareggiare il bilancio non sta scritto da nessuna parte. Solo alcuni modelli economici ritengono che così si avrebbe una maggiore stabilità. Al contrario, invece, altri modelli ritengono che un eccesso di spesa da parte dello Stato non costituisca necessariamente uno spreco, ma un veicolo di sviluppo e rilancio dell'economia. Sta di fatto che per quanto il debito pubblico Greco sia aumentato negli ultimi 4 anni, anche Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, hanno visto aumentare il debito in maniera esponenziale. E aumentare naturalmente anche il deficit. Quindi perché a febbraio/marzo 2010 si sono tutti scagliati contro la Grecia? Chi tra le Nazioni Europee era senza peccato tanto da poter scagliare la prima pietra?
La verità è che la crisi greca è stato l'avvio di una vero e proprio sconvolgimento sociale su scala mondiale. La Grecia diventava così un laboratorio le cui cavie erano i cittadini.
2. Evoluzione della crisi greca e punti di contatto con quella italiana
Il 23 aprile del 2010 il premier greco Papandreou annuncia il ricorso al Fondo Monetario Internazionale. La Grecia non può ripagare il debito, ma può ancora vendere i suoi titoli del tesoro... se solo ciò fosse permesso dalla Banca Centrale Europea. E invece no, contrariamente a tutte le banche centrali, la BCE per statuto non può acquistare direttamente titoli di debito dei Paesi membri. La Grecia potrebbe far ricorso ad un prestito europeo, come poi farà, ma non basta. Il vero obiettivo è il ricorso al FMI. Perché? Perché rispetto alle Banche Centrali o alle altre Nazioni Europee, il FMI presta soldi ponendo delle condizioni estremamente vincolanti. In sostanza per piccola che sia l'entità del prestito, deve necessariamente imporre l'attuazione di misure neoliberiste (meno Stato, più impresa) prima di erogare il prestito. Capirete bene che alcune riforme impopolari, ossia non disgustose per il popolo ma rivolte contro il popolo, (parlo di tutte quelle riforme volte ad indebolire lo stato sociale e ad eliminare i principi di solidarietà e sussidiarietà garantiti dallo Stato) possono essere attuate solo con lo stratagemma del prestito chiesto al FMI.
Non stupirà dunque apprendere che Strauss-Kahn (all'epoca presidente del FMI) in una intervista televisiva rivelò successivamente di essere stato contattato da Papandreou già sul finire del 2009. In sostanza, Papandreou e i suoi complici attesero il peggioramento della situazione della Grecia per mettere di fronte al fatto compiuto la Nazione e convincere le forze politiche della necessità di ricorrere al FMI.
Una situazione analoga si verificherà prossimamente in Italia. Ricordo, per inciso, che nell'aprile del 2010 lo spread fra titoli del tesoro greci e bund tedeschi superò quota 400. Dunque noi siamo allo stesso livello della Grecia allorché fece ricorso al FMI.
A differenza della Grecia, per poter imporre le cosiddette norme lacrime e sangue, non abbiamo ancora avuto bisogno del FMI. Ci è bastato un governo di tecnocrati non eletti. Un obiettivo, questo, perseguito a lungo dalla Commissione Trilaterale, quel think-tank ideato da David Rockefeller nel 1973 di cui è presidente europeo un certo Mario Monti. E' del 1975, infatti, un documento della Trilaterale che illustra le difficoltà poste dal sistema democratico in Occidente e specialmente nella litigiosa Europa. Dopo trentasei anni, finalmente, il superamento della democrazia non solo è realtà, ma viene condiviso proprio da quelle forze democratiche che dovrebbero avversarlo. La politica è consapevole di essere incapace di riforme, di iniziative forti e cede il passo ai tecnocrati. Con la differenza che i programmi solitamente proposti dalla politica vengono questa volta sostituiti dai diktat del sistema bancario e finanziario. E' la loro visione del mondo e dell'economia a prevalere e così non si va certo incontro all'interesse nazionale e popolare, bensì a quello sovranazionale delle banche e degli alchimisti del "nuovo ordine mondiale".
Non è tuttavia da escludere un prossimo ricorso dell'Italia al FMI. Sarà la seconda parte di questo thriller o film dell'orrore che ci porterà nel baratro. Personalmente colloco questo evento nel primo semestre del 2012.
3. Il ruolo della Chiesa
Demolito il riferimento della politica, ora tocca alla Chiesa. Ma prima di analizzare questo aspetto del programma di "revisione" della società italiana, facciamo ancora un passo indietro per guardare alla Grecia. Lì la politica è stata distrutta da infiniti scandali legati alla corruzione dei politici. Scandali emersi potentemente fra 2008 e 2010. Hanno distrutto la fiducia dei cittadini nei confronti della classe politica. La loro diffusione era propedeutica alla giustificazione del passaggio da una democrazia corrotta ad una oligarchia tecnocratica sicura di sé e capace di attuare riforme (non importa se a proprio vantaggio e non a vantaggio del popolo). Tuttavia la delegittimazione della politica (in Italia il segnale è stato lanciato da Rizzo e Stella, giornalisti ben foraggiati, con lo slogan della "Casta") non poteva bastare. In Grecia il nazionalismo popolare è un dato di fatto, perciò era opportuno minarlo prima di andare oltre nell'alchimia mondialista. Così in piena crisi economica il governo Papandreou decide di naturalizzare centinaia di migliaia di figli di extracomunitari nati in Grecia (legge del marzo 2010). Una proposta già avanzata in Italia recentemente da Napolitano.
Dato un duro colpo alla consapevolezza nazionale greca, bisognava passare all'attacco alla Chiesa Ortodossa. Attacco che ha prodotto nel 2010 più o meno ciò che si vuol fare oggi in Italia con la Chiesa Cattolica: tassare le attività a scopo di lucro di proprietà della Chiesa, tassare le rendite provenienti dall'affitto di terreni e immobili di proprietà della Chiesa.
Ma questa legge non è bastata, evidentemente. Bisogna andare oltre e ottenere ciò che nemmeno i più illuminati massoni del XVIII secolo avrebbero potuto escogitare: tassare tutti gli immobili di proprietà della Chiesa, anche quelli adibiti al culto (chiese, monasteri, romitaggi, etc.). A questo si è arrivati oggi e non credo che basteranno gli statements del Santo Sinodo a frenare l'offensiva.
In Italia abbiamo una situazione analoga a quella greca, con la differenza che da noi la Chiesa Cattolica si è organizzata molto meglio... E' dal 1992, data di introduzione dell'imposta comunale sugli immobili, che la Chiesa usufruisce dell'esenzione anche per le attività ricettive (al centro delle scandalizzate reazioni odierne). E non è solo la Chiesa ad usufruirne, ma anche la Chiesa Valdese, le Comunità Ebraiche, etc. Il punto è che l'esenzione dall'ICI è stata spesso sfruttata per poter metter su attività a scopo di lucro chiaramente competitive. Si tratta per lo più di alberghi e foresterie, ma non solo.
Ricordo personalmente, ad esempio, di aver pernottato due anni fa a Roma presso delle suore. Al risveglio mi ritrovai con un conto salatissimo da pagare per una celletta anni '70: 120 euro. Ebbene potrei capire delle suore che dell'ospitalità fanno il loro ministero e che ospitino chiunque facendogli versare un'offerta a piacere, ma non certo suore che non pagano l'ICI, godono di regimi fiscali agevolati e poi ti fanno anche pagare 120 euro a notte per una celletta d'altri tempi. Di esempi del genere ce ne sono a bizzeffe e bene ha fatto, a mio parere, il Cardinal Bagnasco, a dirsi pronto a rivedere le norme che esentano la Chiesa dal pagamento dell'ICI sugli immobili ad uso commerciale. Questo perché la Chiesa dovrebbe pagare le tasse - come previsto dal Concordato - su tutto ciò che esula il culto e le attività culturali.
Il problema è che oggi la polemica contro la Chiesa che non paga l'ICI (tra l'altro fino a ieri l'ICI era una tassa abolita) non è volta alla "moralizzazione" di una Chiesa che "si allarga", che si è fatta "Casta". Si tratta, invece, di una polemica psicologica, volta ad alleggerire il peso dei sacrifici popolari, convogliando la rabbia e l'ostilità sociale verso l'altro cardine dell' "autorità" dopo la politica: la religione. E vale la pena ricordare che questa offensiva segue di un anno l'offensiva anticattolica e delegittimante sui casi di pedofilia nel clero. Solo delegittimando e privando di autorevolezza la Chiesa e la politica, i tecnocrati oligarchici possono attuare i propri programmi. E la Chiesa è paradossalmente complice dei suoi carnefici, visto che non solo ha rinunciato nel corso degli anni alla propria autorevolezza cedendo alla corruzione e alle lusinghe mondane, facendosi infiltrare da sacerdoti e pastori corrotti, difendendo talvolta la corruzione al suo interno; la Chiesa è complice di tutto ciò anche perché non combatte i propri carnefici, non sembra comprendere quanto sta accadendo, non si oppone a un potere anticristiano ma cerca di blandirlo, s'illude di controllarlo, addirittura talvolta lo evoca... E' il caso - il più recente - del documento del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, pubblicato il 24 ottobre scorso. Un documento agghiacciante perché evocatore del mondialismo più esplicito e drammatico, ma non solo. Nel documento si auspica addirittura la creazione di una Banca Centrale Mondiale capace di controllare il destino di tutte le nazioni e di tutti i popoli. E si conclude con queste tremende parole:
"I tempi per concepire istituzioni con competenza universale arrivano quando sono in gioco beni vitali e condivisi dall’intera famiglia umana, che i singoli Stati non sono in grado di promuovere e proteggere da soli. Esistono, quindi, le condizioni per il definitivo superamento di un ordine internazionale «westphaliano», nel quale gli Stati sentono l’esigenza della cooperazione, ma non colgono l’opportunità di un’integrazione delle rispettive sovranità per il bene comune dei popoli. È compito delle generazioni presenti riconoscere e accettare consapevolmente questa nuova dinamica mondiale verso la realizzazione di un bene comune universale. Certo, questa trasformazione si farà al prezzo di un trasferimento graduale ed equilibrato di una parte delle attribuzioni nazionali ad un’Autorità mondiale e alle Autorità regionali, ma questo è necessario in un momento in cui il dinamismo della società umana e dell’economia e il progresso della tecnologia trascendono le frontiere, che nel mondo globalizzato sono di fatto già erose. La concezione di una nuova società, la costruzione di nuove istituzioni dalla vocazione e competenza universali, sono una prerogativa e un dovere per tutti, senza distinzione alcuna. È in gioco il bene comune dell’umanità e il futuro stesso."
La Chiesa del 2011 auspica dunque l'instaurazione di un governo mondialismo anticristiano e invece ne resterà inesorabilmente vittima!
4. Il futuro è stato già scritto
Le ragioni del cambiamento in atto in Europa, nel Nord Africa e in altre parti del mondo, non sono frutto di un mero complotto, perché ormai sono evidenti a chi abbia un minimo di buon senso. Il nostro amato Occidente, dimentico degli anticorpi della propria storia e della propria cultura, consuma (spreca) dosi di energia superiori al resto del mondo. Le risorse energetiche sono scarse e le multinazionali, le banche, i gangli del potere mondiale devono prendere delle decisioni per noi. Omogeneizzare il mondo, ridurre i nostri consumi e aprire nuove prospettive di sviluppo laddove quanto noi consumiamo basterebbe per venti, cinquanta individui. Non basta più controllare il gas e il petrolio. E' arrivato il momento di controllare e ridurre i consumi e lo sviluppo dei popoli. Un domani, forse, anche i numeri della popolazione mondiale...
Ma per dimostrarvi che quanto da me affermato non è mera fantasia vorrei concludere questa lunga riflessione citandovi alcuni estratti di un famoso volume di Pierre Virion "Il Governo Mondiale e la Contro-Chiesa" scritto nel 1966. Estratti che dovrebbero farci riflettere e soprattutto pregare.
"La Chiesa non si suicida. In effetti, il modernismo di oggi, a paragone del quale quello di ieri non è presso a poco niente, compiendo la propria opera, non è che uno strumento consacrato, esattamente come il comunismo, alle ideologie più assorbenti e più totalitarie, di cui quegli ecclesiastici considerano il successo come un'inevitabile fatalità. Allora, volendo preparare la Chiesa a trovarsi presente con essi a degli appuntamenti creduti imminenti, questi preti, a volte elevati nella gerarchia, rivelano un messianismo dell'avvenimento, che deve, pensano, determinare l'atteggiamento e la sorte della Chiesa e, finalmente, dar loro ragione.
E' vero, noi viviamo sotto la minaccia di avvenimenti che la congiuntura ha già preparato per far accettare un Governo Mondiale. Ma, non essendo illuminati, noi non crediamo che i Grandi Eletti accomoderanno tutto ciò con un colpo di bacchetta magica per la soddisfazione di tutti. Il miracolo che essi tengono in riserva non si produrrà nell'etere delle 'spirali nebulose', ma sulla terraferma a forza di colpi politici e sociali, che rivalità feroci, all'interno del Sistema, trasformeranno in catastrofi." (...)
"Le alte potenze segrete e dagli interessi terribili (l'oro giallo e nero) sono determinate a scatenare battaglie selvagge. Quelle potenze, dove che sia la loro sede, non hanno nazionalità; esse non rinunceranno, qualunque sia il rischio, a far uso delle mine esplosive disseminate dappertutto per far entrare i popoli, con il terrore o con la violenza, in un altro complesso internazionale, un complesso internazionale senza patria, che nel 1946 il Fratello Riandley, sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio di Francia, annunciava come imminente realtà: '...la necessità di un'organizzazione totalitaria del mondo, da dove ogni concetto di primato di una nazione sarà escluso, non c'è ancora. Essa si realizzerà ineluttabilmente, ala sua ora che non è ancora venuta... Questo passaggio non sarà definitivamente compiuto che quando tutto il mondo avrà riconosciuto l'autorità di un agente unico, regolatore e coordinatore universale. Con quale mezzo questo agente si imporrà? Probabilmente con la guerra, con una terza e - speriamo - ultima convulsione mondiale, poiché l'umanità è condannata, come tutto ciò che vive, a procreare nel dolore e nel sangue.'" (pp.477, 483)
di Francesco Colafemmina
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