Cardinale
Burke: "Sono molto preoccupato."
Jean-Marie Guénois Le Figaro Magazine 19 Dicembre 2014
Nominato
da Benedetto XVI Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica,
Dicastero della Curia Romana, il cardinale americano Raymond Burke è stato
rimosso da questa carica e nominato cappellano dell'Ordine di
Malta. Un evento estremamente raro nella storia della Chiesa. Egli ha osato
criticare pubblicamente il metodo seguito durante il Sinodo sulla
Famiglia.
Le Figaro Magazine - Può un
cardinale essere in disaccordo con il Papa?
Cardinale
Burke - È certamente possibile che un cardinale sia in disaccordo col Papa su
questioni di procedura o su una linea pastorale. È invece impossibile che vi
sia una divergenza su un tema di dottrina e disciplina della Chiesa. Ciò
significa quindi che un Cardinale, in certe situazioni, ha il dovere di dire al
papa ciò che pensa veramente. Ovviamente, deve sempre esprimersi in modo
rispettoso, perché il papa rappresenta il ministero petrino. Ma se il papa ha
intorno a sé dei cardinali, è proprio perché gli diano consigli.
Si è data troppa importanza alle
divergenze riscontrate durante il Sinodo sulla Famiglia?
Ciò che è
strano in questo dossier dei divorziati risposati è che coloro che hanno
ricordato e sostenuto quello che la Chiesa latina ha sempre insegnato sono
stati accusati di essere contro il Santo Padre, e di non essere in sintonia con
la Chiesa ... È incredibile! Detto questo, la Chiesa ha sempre conosciuto
dispute teologiche e forti scontri in cui teologi e cardinali sono stati
indotti a dare il loro parere. Se dunque ho pubblicato, insieme ad altri
cardinali, uno studio su questo tema per esprimere la mia opinione, è nello
spirito di fornire una vera discussione teologica allo scopo di raggiungere la
verità.
È rimasto turbato da ciò che è avvenuto nel Sinodo?
Il Sinodo
è stata un'esperienza difficile. C'era una linea, quella del cardinale Kasper,
potremmo dire, con la quale si sono allineati coloro che avevano nelle loro
mani la direzione del Sinodo. In realtà, il documento intermedio [Relatio
post disceptationem] sembrava già scritto prima degli interventi dei Padri
sinodali! E secondo una sola linea, a favore della posizione del cardinale
Kasper ... Inoltre è stata introdotta la questione omosessuale - che non ha
alcuna relazione col tema del matrimonio - cercando in essa elementi positivi.
Un altro punto molto preoccupante: il testo intermedio non ha fatto alcun
riferimento alla Scrittura, né alla Tradizione della Chiesa, né
all'insegnamento di san Giovanni Paolo II sull'amore coniugale. È stato quindi
molto sconcertante. Come pure il fatto che nella relazione finale sono stati
mantenuti i paragrafi sull'omosessualità e sui divorziati risposati che non
erano tuttavia stati adottati secondo la necessaria maggioranza dei vescovi.
Qual è la
posta in gioco in quella che è diventata una controversia?
In
un'epoca piena di confusione, come vediamo con la teoria del genere,
abbiamo bisogno dell'insegnamento della Chiesa sul matrimonio. Eppure siamo
spinti, al contrario, in direzione dell'ammissione dei divorziati risposati
alla comunione. Senza menzionare l'ossessione sull'alleggerimento delle
procedure di annullamento del vincolo coniugale. Tutto questo porterà, di
fatto, ad una sorta di "divorzio cattolico", e all'indebolimento
della indissolubilità del matrimonio, il cui principio è ciò nonostante
riaffermato. Tuttavia, la Chiesa deve difendere il matrimonio, e non
indebolirlo.
L'indissolubilità
del matrimonio non è una penitenza, né una sofferenza. Si tratta di una grande
bellezza per chi la vive, è una fonte di gioia. Sono quindi molto preoccupato,
e invito tutti i cattolici,
laici, sacerdoti e vescovi, di impegnarsi, da oggi fino alla prossima Assemblea
sinodale, al
fine di evidenziare la verità sul matrimonio.
- Intervista concessa a Roma a Jean-Marie Guénois
[Le Figaro Magazine, 19 Dicembre 2014, p. 46. - Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio byRorate caeli]
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