Solennità di tutti i Santi
Celebriamo
la solennità di tutti i Santi nel mese stesso in cui celebreremo la solennità
di Cristo re e la prima lettura ci aiuta a contemplare e ad unirci alla
liturgia degli angeli e dei beati in cielo: tutti
stavano in piedi davanti all’ Agnello, avvolti in vesti candide e portando
palme nelle mani. E tutti si inchinarono profondamente e adorarono Dio. Chi
sono quelli vestiti di bianco? Potremmo dire con il vangelo coloro che hanno
creduto e seguito l’ Agnello dovunque andasse, nello spirito delle Beatitudini.
Con la festa di oggi si svela il fine della storia dell’ esistenza di ogni
uomo; tutto va verso il suo intimo compimento: concittadini dei santi e
familiari di Dio, essere partecipi della vita della Trinità.
Il sigillo del Dio vivente ci fa
pensare al profeta Ezechiele (cap. 9): il segno distintivo di coloro
che non si sono dati all’ idolatria, ma anche al sangue con cui furono segnate
le porte delle case degli ebrei in Egitto per preservarle dall’ Angelo
sterminatore di Es 12. Per i Cristiani è chiaro che questo segno di
appartenenza e di inserimento nel numero dei salvati è lo Spirito santo che è
Signore e da la vita. La vita eterna per ogni uomo, perché Dio vuole che tutti
siano salvi e giungano alla conoscenza della Verità, e per questo ha inviato
gli Apostoli a predicare il vangelo a tutte le genti battezzandole nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito santo, chi crederà e sarà battezzato sarà
salvo. Con gioia e fiducia oggi la Chiesa militante guarda verso il cielo
contemplando una moltitudine immensa di ogni razza, popolo e lingua …. Si
contempla la salvezza universale dei singoli e dell’ intero universo. La
liturgia del Cielo, descritta dalla prima lettura di oggi, trasforma quanti vi
partecipano rendendoli un cuore solo ed un’ anima sola nella lode Dio, che si
compiace dell’ uomo vivente in pienezza.
La
contemplazione del fine della nostra esistenza e della storia deve corroborare
il quotidiano impegno nel mondo ed orientare coloro che sono nel mondo ma non
del mondo, giacchè il mondo odia ciò che non gli appartiene ( Gv 15,18-21). I santi padri ci
mettono in guardia ricordandoci che dobbiamo seguire l’ Angello come agnelli,
finchè saremo agnelli vinceremo ma se diventiamo lupi perderemo. Il schiettezza
del Vangelo di oggi ci invita ad assumere uno stile di vita estremamente
semplice nella sequela del Cristo evitando ragionamenti tortuosi nel tentativi
utopico di mettere insieme Cristo e lo spirito del mondo.
Poveri in spirito. Non si tratta con questa precisazione di
ovviare il fatto che possiamo essere comunque ricchi. Ma si tratta di rendersi
conto che la libertà del proprio spirito è fatta anche di libertà nei confronti
del proprio successo personale, dell’ attaccamento alle cose ….
Beati gli afflitti. I
santi padri chiedevano con insistenza il dono delle lacrime. Del resto il
dolore e l’ afflizione possono essere indicative della nostra presenza al
Regno, Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore.
Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato (Ps 33). Piangere per la
constatazione del peccato nel mondo può essere la spinta propulsiva per
affrontare il cammino che resta da fare per l’ avvento del Regno di Dio, ma è
anche un dono della grazia di Dio presente nel cristiano, chi soffre percepisce
che il regno di Dio è vicino (cfr Lc 10, 8-12).
Beati i miti. Non sono i deboli che non sanno imporsi per conquistare
il potere o la terra. La terra sarà loro perche essa è di Dio, è Lui che
detiene il dominium altum. Il potere appartiene a Dio (Ps 62, 11) , è Lui che abbatte uno e innalza l’ altro (Ps 74, 8).
Beato chi ha fame e sete della giustizia. Sperimentiamo che
non esiste una giustizia affidabile sulla terra, ma anche che nessuna
realizzazione personale ci rende giusti. La giustificazione viene solamente da
una azione gratuita di Dio. E’ Lui che ci rende giusti. Guariti da lui possiamo
praticare la giustizia attorno a noi.
Misericordiosi: essere misericordiosi
significa riflettere sul nostro volto di creature nuove il volto del Figlio di
Dio. La misericordia è l’ altro aspetto della giustizia di Dio (cfr. Mt 9,13). Essere misericordiosi significa
donare ciò che cerchiamo per noi: il perdono che ci salva
Puri di cuore: chi ha occhi puliti, riesce
a vedere la bellezza del mondo (cfr. Lc 11,34). Solo con questi occhi
possiamo accoglierci l’ un l’ altro, e riporre le maschere. Occhi puri e cuore
puro sono quanto ci permette di affrontare la verità della nostra storia in
piena fiducia, di guardare il mondo senza sgomento, perchè Dio continua a
operare per salvarlo.
Operatori di pace: operare la pace non è
semplicemente stringersi la mano dopo aver litigato. Non può dipendere semplicemente
alla nostro buona volontà. Operare la pace significa, seminare la pace di Dio. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il
mondo, io la do a voi
(Gv 14, 27)
Perseguitati per la
giustizia: questo
ultimo appello alla giustizia, ci costringe ad essere realisti: l’ amore non è
amato. Il vangelo non ci rende ingenui tappandosi gli occhi. Gli occhi devono
essere, invece, ben aperti sulla opera che stiamo compiendo, sull'amore che
stiamo donando, sulla fiducia di cui stiamo vivendo. Solo in questo modo non
pretenderemo che la nostra opera sia ripagata dal successo e riusciamo ad
accogliere qualsiasi risposta negativa senza farci travolgere e restando saldi
nella fede che ci salva. Con la vostra perseveranza salverete le
vostre anime” (Lc 21,12-19).
Nessun commento:
Posta un commento