Terza Domenica di Quaresima
Cresime di Adulti
19 Marzo 2017 - Cham
Ex 17:3-7
Rom 5:1-2, 5-8
Jn 4:5-42 or 4:5-15, 19b-26, 39a, 40-42
“In quel luogo dunque il popolo
soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e
disse: "Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete
noi, i nostri figli e il nostro bestiame?". …Si chiamò quel luogo Massa e
Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla
prova il Signore, dicendo: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?".”
Quaresima, anche se un tempo sobrio
di penitenza nell’anno liturgico della Chiesa, è quasi ottimale per
celebrare la confirmazione degli adulti. Passa bene nonostante tutto,
cioè conviene, direi, di cresimare ora, confermare nella grazia dello
Spirito Santo, consapevoli della consuetudine cristiana che dai primi
tempi della Chiesa, utilizzava la Quaresima soprattutto per preparare
gli adulti per il battesimo, cresima e prima Comunione a Pasqua.
La Cresima, con il Battesimo e la
Santa Comunione sono i tre sacramenti dell’iniziazione alla fede
cristiana; questi tre sono la porta che dà accesso ai due sacramenti
vocazionali, cioè, al Matrimonio oppure agli Ordini Sacri (diacono,
sacerdote, vescovo). Voglio dire che, anche festeggiando la Cresima di
questi dodici persone qui oggi, siamo in sintonia con la Chiesa
Universale nella sua osservanza quaresimale. In questo tempo forte la
Chiesa si prepara di ammettere alla vita di fede nuovi membri del suo
popolo santo e per noi altri, già pienamente parte della Chiesa
attraverso i tre sacramenti, ci offre ampia occasione attraverso la
preghiera, la penitenza e riflessione, confessando i nostri peccati e
mancanze e poi rinnovati nella grazia, di trovare Cristo Dio in mezzo a
noi.
"Il Signore è in mezzo a noi sì o no?".
La tentazione di Israele nel
deserto, anche ai piedi del Monte di Dio, Oreb, è quello dell’ateismo,
cioè di negare a Dio il suo ruolo conduttore nella nostra vita. Il Dio
che ci ama e ci conduce verso la patria eterna va tradito o respinto
purtroppo, non solo allora tra il popolo eletto nel deserto ma anche
nella nostra vita di oggi, respinto in favore di uno stomaco pieno o,
nel senso della prima lettura di oggi, del voler essere sempre dissetato
e senza preoccupazioni per l’acqua e così via di ogni giorno. Per
mettere il buon Dio di nuovo al centro della vita del suo popolo che
protestava e ribellava, si può dire se volete: a Massa e Meriba l’acqua
viva e zampillante è diventata un sacramento della presenza in mezzo al
Popolo di Israele di Dio che ama e custodisce il Suo Popolo. Mosè fa
sgorgare acqua in abbondanza dalla roccia per il Suo popolo e Gesù, a
Sicàr al pozzo di Giacobbe, offre a dissetare la Samaritana con l’acqua
viva che sgorga dal Suo Sacro Cuore:
"Chiunque beve di quest'acqua
avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai
più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di
acqua che zampilla per la vita eterna".
La vita cristiana è una sfida. Non
v’è nulla di pacifica nella vita cristiana su questa terra, si parla
anzi dell’osservanza quaresimale come una lotta, di una lotta per
rinunciare a tutto che sa del diavolo, per rinunciare a tutto di questo
mondo che è passeggero, per rinunciare alle cose che sono qui oggi ma
domani spariscono in ceneri.
Gesù è la roccia che ha accompagnato
il Suo Popolo nel deserto. Che l’acqua dovesse sgorgare in abbondanza
per il popolo e il suo bestiame non è evidente, anzi, si tratta di
qualcosa inverosimile. Inverosimile anche la storia del Vangelo, dove
Gesù apparentemente un uomo straniero al pozzo chiede un bicchiere di
acqua da una donna sconosciuta e poi prima di riceverlo sfida quella
donna a chiedere a Lui di dissetarla. Lui sprovvisto di secchio e di
tutto offre alla donna acqua viva: "Chiunque beve di quest'acqua avrà
di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più
sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua
che zampilla per la vita eterna". Inverosimile è quello venuto
fuori da questo scambio in questa scena dal villaggio samaritano di
Sicàr? Forse sì! D’altronde, si può anche chiamare inverosimile la vita
che la Chiesa ci offre attraverso i sacramenti? Forse sì! Ma, attraverso
questo scambio, la Samaritana al pozzo di Giacobbe si è accorta di aver
incontrato il Messia, il Promesso, l’Unto di Dio, il Salvatore del
mondo. Lo stesso vale anche per noi. Attraverso un impegno a vivere i
sacramenti nella Chiesa, cari confirmandi, scegliamo la strada giusta,
che ci disseta ora e che ci conduca nel corso della nostra vita verso la
casa dell’Eterno Padre, alla nostra vera Patria nei Cieli.
Abbiamo bisogno di quest’acqua della
Spirito Santo, non data come al bestiame al pozzo, ma dato come si fa
tra persone umane, con uno scambio non di parole superficiali ma parole
profonde ed essenziali che vengono dal cuore. L’acqua disseta e ristora,
cioè dà vita a tutto e a tutti in questo mondo. Si lava con l’acqua: in
Battesimo dal peccato originale ed attuale; nel Sacramento della
Riconciliazione in dialogo e attraverso l’acqua delle lacrime di
pentimento, confessando come ha fatto la Samaritana, che Dio in Cristo
sa e vede tutto: “Molti Samaritani di quella città credettero in lui
per le parole della donna che dichiarava: "Mi ha detto tutto quello che
ho fatto".
La nostra Messa di Domenica, le
nostre preghiere di ogni giorno, ai pasti e quando ci alziamo e ci
mettiamo a dormire, i nostri sacrifici quotidiani per confessare che Dio
in Cristo regna nella nostra vita umana: voglio incoraggiare non solo i
nostri dodici confirmandi ma tutti qui presenti e a casa di vivere non
da atei ma da credenti vivendo nel mondo creato da Dio e sovra il quale
mondo Egli regna con potere e per amore di noi che stiamo alla cima
della Sua creazione e al centro del Suo piano di salvezza per il mondo.
Quando ero bambino con 10 anni,
preparando per la Cresima, abbiamo imparato che questo Sacramento ci
rafforza per essere soldati di Gesù Cristo, per lottare contro il male e
per il nome e l’onore di Gesù. Nella Cresima ci riconosciamo nella vera
costellazione del mondo voluto da Dio. Si tratta di un mondo non senza
deprivazioni e sofferenze come nel deserto. L’acqua che Dio garantisce
deve soddisfarci. Nelle parole di Gesù, con quest’acqua che Egli dà non
v’è altra a desiderare.
Insieme con questi dodici vi invito
tutti qui presenti a dare testimonianza semplice con la vostra vita al
fatto non solo che Dio esiste ma che comanda con un amore abbondante che
ci dà vita per ora e per sempre.
“E quando i Samaritani giunsero
da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.
Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: "Non è
più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo
udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".
Resta con noi, Signore! La Tua presenza, quell’acqua ci basta!
Auguri a tutti i Giuseppi oggi nella festa del grande patrono della Chiesa Universale!
Sia lodato Gesù Cristo!
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