Gotti Tedeschi: "Fatima oggi sta significando irriconoscenza. Maria ci avverte dei rischi"
Le parole usate da Papa Bergoglio durante il suo pellegrinaggio a Fatima non hanno convinto tutti. Tra i tanti commentatori critici c'è chi ha parlato di una “piccola svista”: è Adriano Celentano che sul suo blog, non ha polemizzato sulle dichiarazioni rilasciate su Medjugorie. Infatti Francesco ha mostrato alcune aperture solo verso le apparizioni dei primi anni. Ma sono tanto i dubbi e le perplessità via web, per Socci addirittura il Papa in visita al Santuario per i 100 anni dalle apparizioni ha liquidato anche "Fatima e il messaggio della Madre di Dio". IntelligoNews ha intercettato Ettore Gotti Tedeschi, ex banchiere dello Ior, che anche in qualità di pellegrino ha espresso la sua opinione.
Ettore Gotti Tedeschi, cosa è stata Fatima e cosa rappresenta oggi?
"Fatima
è il luogo dove vado frequentemente a passare, con mia moglie, la fine
dell'anno e il primo giorno dell’anno nuovo, per dare loro un
significato speciale. Ci son stato anche a fine 2016 e ho iniziato il
2017 così. Fatima, oltre ai messaggi per l’umanità che tutti conosciamo,
significa in sintesi due cose distinte nel tempo. Riguardo a Ieri ha
significato: disobbedienza, indifferenza alla Madonna che chiese
soprattutto la consacrazione della Russia al Suo cuore immacolato. Oggi
sta significando irriconoscenza alla misericordia concessaci dalla
Vergine, non corrisposta, con tentativo “autoconsolazione”".
La
Madonna postina, al telegrafo, non convince il Papa (il riferimento è a
Medjugorje). Ma anche a Fatima la Vergine Maria "fissava appuntamenti"
e consegnava messaggi. Ci sono tuttora misteri, a lei cosa la sconvolge
e la interroga tuttora su quanto trasferito dalla Madonna ai tre
pastorelli?
"La
domanda che ci si può porre è se questa è stata una dimostrazione di
diffidenza verso le apparizioni mariane. Perché non dovrebbe essere
interpretabile come misericordia di Dio il fatto che Maria ci avverta
dei rischi che corriamo, anche con frequenza? A chi ricorreremo “noi
esuli figli di Eva” se ci privano della convinzione che Maria intercede
per noi, che Maria è "corredentrice"? Ho pensato a Gesù Cristo sul
monte delle beatitudini. Magari un giorno qualcuno considererà che anche
Nostro Signore non poteva che esser un conferenziere che si metteva
sulla cima di un monte per esporre le sue tesi…".
La
misericordia come messaggio principale, o il giudizio? I Pastorelli
videro l'inferno. Ma se ne è parlato poco questi giorni secondo il web.
"Mi
pare evidente che non si voglia più parlare di inferno, di diavolo (ma
neppure di morte), si ha forse paura di perdere i fedeli senza pensare
che si rischia che i fedeli cosi si perdano realmente. Basta veder i
risultati del non insegnamento dei novissimi cosa ha portato. Si deve
riscoprire il “timor di Dio", la natura del demonio, la realtà del
castigo eterno. E naturalmente la dolcissima misericordia di Dio verso i
nostri pentimenti e le nostre lotte contro il peccato. Timor di Dio non
è “terror di Dio”. Timor di Dio è uno dei sette doni dello Spirito
Santo all’uomo che pensa di farsi Dio, è rispetto verso il Creatore. Che
significa questa confusione?".
C'è chi non ha
gradito a Fatima altare e candelabri scuri, il Cristo moderno dietro al
Papa. Perchè tanta voglia di tradizione nel popolo?
"Secondo
me più che Tradizione, il cosiddetto popolo vuole “verità” vere, valori
forti di riferimento in questo mondo malglobalizzato e
malevangelizzato. I problemi che oggi riconosciamo son dovuti al fatto
che in passato non si è evangelizzato come si doveva. Ma chi ci ascolta?
Chi ci legge? Ma soprattutto, chi ha inteso cosa realmente sta
succedendo nella Chiesa ? Chi si sentirebbe di dire e spiegare quale
strategia è in corso di attuazione e se è corretta o no, guidata o no
dallo Spirito Santo?".
Ci dà la sua opinione in proposito?
"In
questo Pontificato sembrerebbe prevalere una considerazione di massima
che ne ispira alcuni tratti chiave. Sembrerebbe dire: "Riferiamoci
alla realtà, non agli ideali della tradizione, E’ insostenibile
confermare un magistero rigido, non recepibile ed attuabile secondo i
segni di questi tempi. Per convertire bisogna esser ascoltati, perciò è
necessario farsi apprezzare. Per farsi apprezzare è utile avvicinare il
mondo reale, lasciandogli immaginare che possa aver ragione, che lo
comprendiamo. Comunque si deve smettere di respingere i peccatori e
minacciare punizioni. Si deve piuttosto adattare la prassi dottrinaria
alla realtà. Così si potrà prendere tempo e sanare gli errori fatti in
passato manifestando una egemonia morale che non dialogava, ma
giudicava. Poi, senza esser percepiti come evangelizzatori, potremo
convertire ed integrare…". ( Ndr, Ettore Gotti Tedeschi ha
approfondito questi concetti in un libro che uscirà nei prossimi giorni:
“Dio è meritocratico” –Edizioni Giubilei Regnani) .
In
specifico riferendomi a Fatima, mi pare evidente che il messaggio
riportato da suor Lucia è dirompente. Così come sembra divergente dal
messaggio questa supposta percepita strategia. Il mondo, secondo questa
visione apparente del ruolo della Chiesa, è in fiamme, in guerra
potenziale. Per far cessare questi rischi e spegnere le fiamme si deve
riconciliarlo dialogando. Per riuscire a dialogare si “devono lavare i
piedi” di coloro con i quali si vuole e si deve dialogare. Ne consegue
che diventano intollerabili le opposizioni tradizionaliste. Chissà,
potrebbe esser corretto, anche se noi poveri testoni non lo capiamo.
Forse il ragionamento illuminato dallo Spirito Santo potrebbe essere che
per salvare il mondo da devastazioni (come proprio a Fatima era stato
annunciato) possa esser necessario porre basi di riconciliazione fra
tutti, che possano oscurare la Verità solo temporaneamente, e confidando
che la misericordia di Dio apprezzi il fine più che i mezzi. Ma perché
ciò si realizzi, forse potrebbe essere utile confidare nello Spirito
Santo e nel necessario suo dono di “timor di Dio".
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