GENITORI ITALIANI.
GENITORI SCANDINAVI
Una differenza.
Una volta rimasi sconvolto: ero in
un ristorante all'aperto sul lago di Bracciano. C'era una famiglia scandinava
con due bellissimi bambini (fanno tutti figli belli gli scandinavi), che mentre
i genitori e amici mangiavano (nessuno obbligava i figli a cibarsi) e parlavano
tra di loro, questi se ne stavano a giocare stravaccati per terra nella
piazzola: praticamente dipingendosi gli uni gli altri facce braccia e gambe con
i colori a spirito, tranquilli. Senza che i genitori intervenissero.
Era un eccesso.
Più in là c'era una famigliola di
italiani: poco creativi i bambini, al contrario degli scandinavi erano però
terribilmente rumorosi, strillavano di continuo, non giocavano in modo
creativo: guerreggiavano. Ma i genitori italiani erano e sono tutti veramente
spossanti, castranti, invadenti: sempre lì a dire fermo, non toccare, non ti
sporcare, non correre, ti fai male, mangia mangia mangia... l'ossessione del
cibo dei genitori italiani, che si portano dentro ancora secoli di ricordi
ancestrali di fame atavica. Ottenendo il risultato opposto a quello desiderato.
Non riescono ad avere una vita sociale perché ossessionati dal controllo
asfissiante sui figli, incapaci di assecondarne la creatività. Ergo i figli
riescono solo a menasse nei giochi. Perché sono repressi.
Stavo pensando tutto questo, mentre
uscivo dal bar. Quando un gruppo di manco bambini ma quasi adolescenti di circa
11 anni stanno giocando sulla piazzetta, con le biciclette quelle piccole. Un
giuggiolone de regazzino a momenti alto quanto me, cade con la bicicletta;
chiaramente, siccome era una gara, simula dolori come si fa nei campi di calcio
per ottenere l'ammonizione dell'arbitro verso il rivale.
Arriva di corsa la madre, sui 43
anni, tutta trafelata, con la faccia volta alla tragedia greca, come se il
figlio fosse agonizzante, gli occhi prossimi a piangere: "Amore ....
amore mio, tesoro che succede, bello mio, dove? dove? .... che ti sei
fatto" e si piega ginocchioni a prestare i primi disperati soccorsi a
quer cojone de minimo 11 anni. Poi dice che i figli oggi vengono su finocchi.
Se io non sono mai scappato di casa
mia (e in realtà me ne sono andato assai presto) è perché mia madre
1 non mi ha mai chiamato
"amore"
2 perché quando giocavo non
s'impicciava
3 quando mi facevo male me menava
pure de sopra.
Esclusivo : dai Giardini Vaticani
RispondiEliminaÈ l’ufficialità di questo GRANDIOSO ED UNICO EVENTO
che creerà la divisione nella Santa Chiesa Cattolica e Apostolica
comunicata dalla Madre Mia a Fatima ai Pastorelli...
Gesù a Conchiglia, 27 dicembre 2005
http://gloria.tv/media/ZRzBfgChpik