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domenica 28 giugno 2015

vorrei amare, amare e vivere ancora ....

Quando un uomo anziano .....


è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare.
Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli infermieri di tutto l'ospedale.
Un'infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale.
E' stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa semplice ma eloquente poesia.
E così questo vecchio , che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l'autore di questa poesia ' anonima ' che vola attraverso la rete internet.
" Cranky " - uomo vecchio .....
Cosa vedi infermiera ? ... Cosa vedete ?
Che cosa stai pensando mentre mi guardi ?
" Un povero vecchio " .... non molto saggio ...
con lo sguardo incerto ed occhi lontani ...
Che schiva il cibo .... e non da risposte ....
..... e che quando provi a dirgli a voce alta:
.... " almeno assaggia " !!!
sembra nulla gli importi di quello che fai per lui ....
Uno che perde sempre il calzino o la scarpa ....
.... che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui ....
per fargli il bagno, per alimentarlo ...
e la giornata diviene lunga ....
Ma cosa stai pensando ? .... E cosa vedi ??
.... Apri gli occhi infermiera !! ....
perchè tu non sembri davvero interessata a me ....
Ora ti dirò chi sono .... mentre me ne stò ancora seduto quì
a ricevere le tue attenzioni ... lasciandomi imboccare per compiacerti.
" Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre
ed una madre ,
Fratelli e sorelle che si voglion bene ....
Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi ....
che sogna presto di incontrare l'amore ....
A vent'anni sono già sposo ... il mio cuore batte forte ....
giurando di mantener fede alle sue promesse ....
A venticinque ....ho già un figlio mio ....
che ha bisogno di me e di un tetto sicuro,
di una casa felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto ....
velocemente, siamo molto legati uno all'altro da un sentimento
che dovrebbe durare nel tempo.
Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto
e se ne và, ma la mia donna mi stà accanto ....
per consolarmi affinchè io non pianga.
A poco più di cinquant'anni ... i bambini mi giocano attorno
alle ginocchia .....
Ancora una volta , abbiamo con noi dei bambini io
e la mia amata..
Ma arrivano presto giorni bui .... mia moglie muore .....
.... guardando al futuro rabbrividisco con terrore ....
Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
..... e così penso agli anni vissuti ... all'amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio ... e la natura è crudele.
Si tratta di affrontare la vecchiaia ... con lo sguardo di un pazzo.
Il corpo lentamente si sbriciola ...
grazia e vigore mi abbandonano.
Ora c'è una pietra ... dove una volta ospitavo un cuore.
Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane
uomo vive ancora ....
e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia ....
Mi ricordo le gioie ... ricordo il dolore.
Io vorrei amare, amare e vivere ancora ....
ma gli anni che restano son pochissimi ....
tutto è scivolato via ..... veloce !!!
E devo accettare il fatto che niente può durare .....
Quindi aprite gli occhi gente .... apriteli e guardate ....
.... " Non un uomo vecchio " .....
avvicinatevi meglio e ... vedete ME !!!
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Ricordatevi questa poesia quando incontrate una persona anziana per evitare di metterla da parte senza guardare all'anima giovane che le stà all'interno perchè tutti noi un giorno, saremo così ...... purtroppo.

domenica 21 giugno 2015

non mi ha mai chiamato "amore"

GENITORI ITALIANI. 

GENITORI SCANDINAVI

Una differenza.


Una volta rimasi sconvolto: ero in un ristorante all'aperto sul lago di Bracciano. C'era una famiglia scandinava con due bellissimi bambini (fanno tutti figli belli gli scandinavi), che mentre i genitori e amici mangiavano (nessuno obbligava i figli a cibarsi) e parlavano tra di loro, questi se ne stavano a giocare stravaccati per terra nella piazzola: praticamente dipingendosi gli uni gli altri facce braccia e gambe con i colori a spirito, tranquilli. Senza che i genitori intervenissero.
Era un eccesso.

Più in là c'era una famigliola di italiani: poco creativi i bambini, al contrario degli scandinavi erano però terribilmente rumorosi, strillavano di continuo, non giocavano in modo creativo: guerreggiavano. Ma i genitori italiani erano e sono tutti veramente spossanti, castranti, invadenti: sempre lì a dire fermo, non toccare, non ti sporcare, non correre, ti fai male, mangia mangia mangia... l'ossessione del cibo dei genitori italiani, che si portano dentro ancora secoli di ricordi ancestrali di fame atavica. Ottenendo il risultato opposto a quello desiderato. Non riescono ad avere una vita sociale perché ossessionati dal controllo asfissiante sui figli, incapaci di assecondarne la creatività. Ergo i figli riescono solo a menasse nei giochi. Perché sono repressi.

Stavo pensando tutto questo, mentre uscivo dal bar. Quando un gruppo di manco bambini ma quasi adolescenti di circa 11 anni stanno giocando sulla piazzetta, con le biciclette quelle piccole. Un giuggiolone de regazzino a momenti alto quanto me, cade con la bicicletta; chiaramente, siccome era una gara, simula dolori come si fa nei campi di calcio per ottenere l'ammonizione dell'arbitro verso il rivale.

Arriva di corsa la madre, sui 43 anni, tutta trafelata, con la faccia volta alla tragedia greca, come se il figlio fosse agonizzante, gli occhi prossimi a piangere: "Amore .... amore mio, tesoro che succede, bello mio, dove? dove? .... che ti sei fatto" e si piega ginocchioni a prestare i primi disperati soccorsi a quer cojone de minimo 11 anni. Poi dice che i figli oggi vengono su finocchi.

Se io non sono mai scappato di casa mia (e in realtà me ne sono andato assai presto) è perché mia madre 

1 non mi ha mai chiamato "amore"

2 perché quando giocavo non s'impicciava
3 quando mi facevo male me menava pure de sopra.



venerdì 30 novembre 2012

bambini


«Vedremo se chi ha votato la legge sull’incesto poi si riempirà ancora la bocca con gli slogan sulla difesa della famiglia»

Intervista ad Alfredo Mantovano (Pdl)

«Signor Presidente, onorevoli colleghi, un vecchio adagio popolare dice che la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni e io non nego la buona intenzione. Anzi la lodevole intenzione di eliminare una serie di presunte – spiegherò perché presunte – discriminazioni a carico dei figli di una unione incestuosa». Sono le parole di Alfredo Mantovano, deputato pidiellino, ex sottosegretario all’Interno, firmatario degli emendamenti bocciati e contrari al riconoscimento dei figli dell’incesto previsto dalla norma varata ieri dal Parlamento con 366 favorevoli, 31 contrari e 58 astenuti.
Lo scopo della legge era quello di riconoscere i diritti di tutti i figli naturali, nati anche al di fuori del matrimonio, ma il sapore della norma è più di una legittimazione dei diritti degli adulti, al di là di ogni responsabilità civile contratta attraverso il matrimonio. «Se davvero si volevano tutelare i figli, perché si è votato per dare ai responsabili di un incesto il diritto di riconoscere quel figlio, contro il suo vero interesse e contrastando con l’articolo 564 del Codice penale che prevede il carcere per chi pratica l’incesto? Il contrasto tra la nuova legislazione civile e il Codice penale porterà a una sua depenalizzazione. Vedere la gente esultare in aula per l’approvazione di questa legge è stato uno spettacolo grottesco».

Chi ha voluto questa norma ha parlato, come Rosy Bindi, di una civiltà liberata dal fardello del bigottismo che non tutela i figli nati fuori dal matrimonio, anche quelli dell’incesto che si dice non avessero diritti. È così?
In aula c’era chi citava santi e sacre scritture a favore di questa norma; io mi sono limitato laicamente a citare il diritto positivo e a svolgere considerazioni esclusivamente laiche. In primo luogo, oggi il divieto di riconoscimento – come tutti sanno, ma è il caso di ricordarlo – non è assoluto. Il riconoscimento è possibile in una serie di ipotesi: quando si ignorava al momento del concepimento l’esistenza di un vincolo parentale; quando, in epoca successiva al concepimento, è venuto meno per l’annullamento di un matrimonio il vincolo di affinità. Non solo, la giurisprudenza ha applicato la categoria della buona fede anche alla vittima di violenza, quindi la donna che subiva la violenza dell’incesto poteva già operare il riconoscimento. Il figlio, poi, come recita l’articolo 580 del Codice civile, non otteneva l’eredità ma solo da un punto di vista formale, perché – di fatto – aveva diritto ad un assegno vitalizio che corrispondeva all’eredità che gli sarebbe spettata. Il figlio naturale, senza essere costretto ad apparire figlio di un rapporto incestuoso, poteva quindi ottenere il mantenimento, l’istruzione e l’educazione e, se maggiorenne ed in stato di bisogno, ottenere anche gli alimenti, come prevede l’articolo 279 del Codice civile. È nell’interesse di un figlio, che si trovi in tale drammatica situazione, avere questo marchio, che non dipende dalla sua volontà, ma può dipendere anche dalla volontà di chi è stato autore di una violenza? Perché qui non è più il figlio che, maggiorenne – come dice l’attuale normativa -, decide sul riconoscimento o meno, ma è l’esatto contrario, è il padre o la madre, comunque chi ha commesso una violenza, che d’ora in poi potrà decidere autonomamente se riconoscerlo o meno. Si può arrivare a delle vere e propria assurdità: L’articolo 564 del Codice penale, che nessuno ancora ha abolito, punisce come un delitto con pena severa l’atto di incesto, che accadrà ora?

Perché sono stati respinti gli emendamenti alla legge, anche se contrari solo a questo passaggio?
Per un insieme di ragioni gravi. Da una parte la sinistra ormai non si presenta più come un alternativa sul piano economico e politico, ma ha spostato la sua attenzione, come tutti i partiti europei, verso temi antropologici di matrice libertaria e radicale. Questo purtroppo accade perché ormai le politiche economiche, strutturali e di sviluppo sono stabilite dall’Europa. C’è poi una ragione politica: si sta rinforzando il patto con Sel a cui si dà carta bianca su tutte le proposte più ideologiche. Non meno grave il fatto che, dall’altra parte, il Pdl sia assente. Siamo pochi ad avere le idee chiare sull’importanza di queste tematiche per la società futura. Perciò è mancata, anche in questo caso, la volontà di agire con decisione. Peggio: il partito non è stato capace di fare una battaglia e un terzo di noi ha votato a favore della norma. e così hanno agito anche ad alcuni parlamentari della Lega, ma anche dell’Udc. Vedremo se questi stessi saranno quelli che sentiremo riempirsi la bocca di slogan sulla famiglia durante la prossima campagna elettorale. Perciò dico che bisogna leggere bene le analisi del sangue di chi parlerà: si può già fare guardando chi ha votato la norma sull’incesto. Perché, come diceva Jean-Paul Sartre, «quanto alla famiglia, scomparirà soltanto quando avremo cominciato a sbarazzarci del tabù dell’incesto; la libertà deve essere pagata a questo prezzo».

Hanno votato la legge sull’incesto. Qualcuno si è spinto fino a teorizzare che sia lecito?
Chi teorizza che i figli si possono fare in qualsiasi caso e che i genitori non devono essere discriminati rispetto a quelli sposati sono molti, con Paola Concia in testa. Solo che la cosa è subdola perché la lesione dei diritti dei bambini non è esplicita, ma passa con il vessillo della difesa dei diritti degli adulti: bisogna avere diritti senza responsabilità delle proprie azioni. Questa è l’idea di libertà teorizzata dai più radicali. Poi, di fatto, pagano i bambini, ma intanto le norme passano anche con lo sponsor di certi cattolici che sempre più ingrossano le cifre dei voti radicali.

Sui temi antropologici le differenze fra i partiti vanno sempre più assottigliandosi. Cosa accadrà alle prossime elezioni?
Nella prossima legislazione la maggioranza sarà ancora più libertaria. Date le forze in campo, mi pare evidente che stiamo andando verso un’estremizzazione dei temi etici. Si proporrà il riconoscimento della famiglia omosessuale, la legalizzazione dell’eutanasia, la legge sull’omofobia. E tutto avverrà anche grazie al silenzio imbarazzato di molti, come ormai accade da tempo. Forse ci si accorgerà di quello che sta accadendo quando dovranno chiudere i seminari o le scuole paritarie, come sta succedendo Oltreoceano, ma sarà tardi.

Le spinte libertarie e l’assenza di un’alternativa e un’azione forte ci stanno portando a quello che Pier Paolo Pasolini dichiarò negli anni Settanta, quando profetizzo la svolta del Pci, favorevole ad aborto e divorzio, verso un grande partito radicale di massa?
Ci stiamo tutti omologando. Ma a quanti hanno citato il Vangelo e i santi a sproposito per giustificare la norma a favore dell’incesto vorrei ricordare le cronache di Sodoma e Gomorra e la fine dell’impero romano imploso nella sua immoralità. Mentre a chi tace dico che, come Sodoma e Gomorra, forse meritiamo la distruzione dei partiti e della politica già in atto.
[Fonte: Tempi.it, 28.11.12]

Leggi anche: In nome dell’uguaglianza, la legge sull’incesto è cieca e sorda alla realtà (Tempi, 27.11.12)

Maschio e femmina?

Una differenza da superare

(di Federico Catani) Risale a circa due anni fa l’istituzione, in Svezia, dell’asilo statale Egalia, dove i bambini vengono, se così si può dire, privati della propria sessualità. In nome delle pari opportunità, infatti, i fanciulli dell’istituto scandinavo ricevono un’educazione tale per cui l’essere maschio o femmina viene messo tra parentesi, in quanto sarebbe pregiudizievole per un corretto e libero sviluppo della personalità e per la tutela del diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione tra i sessi.

Maschio e femmina- Una differenza da superareIl 15 novembre scorso, su “Repubblica” è stato ripreso un articolo di John Tagliabue, in cui il giornalista del “New York Times” esprime viva soddisfazione per questa inquietante iniziativa. «Nella piccola biblioteca della scuola – nota compiaciuto Tagliabue – sono presenti poche fiabe tradizionali, come Cenerentola o Biancaneve, con i loro rigidi stereotipi maschili e femminili, però ci sono molti racconti i cui protagonisti sono genitori single, figli adottivi o coppie dello stesso sesso». Inoltre, il pezzo prosegue spiegando che «le bambine non vengono spinte a giocare con cucine-giocattolo e i mattoncini del Lego non sono considerati giochi per maschi. Quando un alunno si fa male, gli insegnanti lo confortano come farebbero con le bambine. E tutti possono giocare con le bambole, alcune delle quali sono di colore».

In pratica si è davanti al trionfo del politicamente e sessualmente corretto e un quotidiano laicista, relativista e anticristiano come “Repubblica” non può che gongolare. Sono ben quaranta i piccoli iscritti ad Egalia e non è difficile provare una profonda pena per questi poveri bambini vittime dell’insensataggine dei propri genitori. Chi mai potrà quantificare i danni psicologici che subiranno?

Nell’articolo, Tagliabue nota con malcelato entusiasmo che «la Svezia è probabilmente altrettanto celebre per la sua mentalità egualitaria quanto lo è per i mobili Ikea». E noi aggiungiamo che le due realtà si fondono: non è un caso infatti, che gli spot pubblicitari di Ikea, di cui uno molto recente e trasmesso su tutte le televisioni, hanno più volte promosso l’omosessualità, facendola apparire come uno dei tanti comportamenti possibili. Non c’è da stupirsi quindi se per difendere l’uguaglianza e le pari opportunità uno Stato ritenuto avanzato e di esempio per tutti come la Svezia arrivi a consentire oscenità come l’asilo “desessualizzato”. In questa struttura, «evitiamo di usare parole come bambino o bambina. ‒ dice una maestra intervistata dal giornalista americano ‒ Preferiamo usare il nome, oppure diciamo andiamo, ragazzi!».

Insomma, con la scusa della non discriminazione, così solennemente sbandierata ai nostri giorni, si arriva a giustificare un’aberrazione vera e propria. Dalla Svezia, poi, l’invenzione si è diffusa in Danimarca, Islanda e Lituania. In quest’ultima nazione, un tempo cattolicissima, si è deciso di dare il via a un progetto, finanziato dall’Unione Europea, che prevede negli asili la lettura di testi che dovrebbero aiutare i bambini a comprendere il valore della cosiddetta “flessibilità sessuale”: si tratta per lo più di storie in cui si raccontano le avventure di maschi e femmine che si scambiano i ruoli. I toni enfatici usati da Tagliabue e fatti propri dal giornale di Ezio Mauro nel parlare dell’asilo svedese non possono essere tollerati.

L’ideologia del gender ormai prende sempre più piede e in Francia il presidente Hollande ha deciso di legalizzare i matrimoni omosessuali con possibilità di adozione. In Italia la questione delle unioni civili ritornerà nella imminente campagna elettorale. Certo, forse la vicenda di Egalia resta al momento un fatto isolato. Ma poiché nessuno sembra badare allo scandalo e anzi in uno dei più importanti quotidiani italiani se ne parla con soddisfazione, i motivi di preoccupazione sono tanti.

http://www.corrispondenzaromana.it/maschio-e-femmina-una-differenza-da-superare/