“Siamo al disastro perché ci siamo illusi di integrare l'islam”
E' morto Giovanni Sartori, fiorentino, considerato fra i massimi esperti
di scienza politica a livello internazionale, attento osservatore delle
questioni chiave di oggi: immigrazione, Islam, Europa. Ѐ stato docente
in numerose università, incluse le straniere più prestigiose ed era tra i
più autorevoli e pungenti commentatori dell’attualità politica.
Ne riprendiamo l'intervista riportata di seguito, che risale ad un anno
fa ma non ha perso di attualità, con l'aggiunta di alcune delle sue
puntuali osservazioni all'ex ministro Kyenge sulla questione dello ius soli (ne parlavamo qui), tirato in ballo anche di recente in chiave pre-elettorale.
Cose già dette; ma purtroppo non abbastanza consolidate nell'opinione pubblica. E per questo repetita iuvant, soprattutto per chi si affaccia a queste pagine soltanto ora.
“Siamo al disastro perché ci siamo illusi di integrare l'islam”
Professore su queste parole si gioca il nostro futuro.
«Su queste parole si dicono molte sciocchezze».
Su queste parole, in Francia, intellettuali di sinistra ora
cominciano a parlare come la destra. Dicono che il multiculturalismo è
fallito, che i flussi migratori dai Paesi musulmani sono insostenibili,
che l'Islam non può integrarsi con l'Europa democratica...
«Sono cose che dico da decenni».
«Sono cose che dico da decenni».
Anche lei parla come la destra?
«Non mi importa nulla di destra e sinistra, a me importa il buonsenso.
Io parlo per esperienza delle cose, perché studio questi argomenti da
tanti anni, perché provo a capire i meccanismi politici, etici e
economici che regolano i rapporti tra Islam e Europa, per proporre
soluzioni al disastro in cui ci siamo cacciati».
Quale disastro?
«Illudersi che si possa integrare pacificamente un'ampia comunità
musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di
distinguere il potere politico da quello religioso, con la società
occidentale democratica. Su questo equivoco si è scatenata la guerra in
cui siamo».
Perché?
«Perché l'Islam che negli ultimi venti-trent'anni si è risvegliato in
forma acuta - infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove
tecnologie sempre più pericolose - è un Islam incapace di evolversi. È
un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam
incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla
battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si
scontrano di nuovo».
Perché non possono convivere?
«Perché le società libere, come l'Occidente, sono fondate sulla
democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L'Islam invece si fonda sulla
sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale
principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile».
Sta dicendo che l'integrazione per l'islamico è impossibile?
«Sto dicendo che dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in
cui l'integrazione di islamici all'interno di società non-islamiche sia
riuscita. Pensi all'India o all'Indonesia».
Quindi se nei loro Paesi i musulmani vivono sotto la sovranità di Allah va tutto bene, se invece...
«...se invece l'immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale
principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non
potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo
una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che
mai».
Ma il multiculturalismo...
«Cos'è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non
esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa
cosa sia l'Islam, fa discorsi da ignoranti. Ci pensi. I cinesi
continuano a essere cinesi anche dopo duemila anni, e convivono
tranquillamente con le loro tradizioni e usanze nelle nostre città. Così
gli ebrei. Ma i musulmani no. Nel privato possono e devono continuare a
professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la
nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene».
Se la sente un benpensante di sinistra le dà dello xenofobo.
«La sinistra è vergognosa. Non ha il coraggio di affrontare il problema.
Ha perso la sua ideologia e per fare la sua bella figura progressista
si aggrappa alla causa deleteria delle porte aperte a tutti. La
solidarietà va bene. Ma non basta».
Cosa serve?
«Regole. L'immigrazione verso l'Europa ha numeri insostenibili. Chi
entra, chiunque sia, deve avere un visto, documenti regolari,
un'identità certa. I clandestini, come persone che vivono in un Paese
illegalmente, devono essere espulsi. E chi rimane non può avere diritto
di voto, altrimenti i musulmani fondano un partito politico
e con i loro tassi di natalità micidiali fra 30 anni hanno la
maggioranza assoluta. E noi ci troviamo a vivere sotto la legge di
Allah. Ho vissuto trent'anni negli Usa. Avevo tutti i diritti, non
quello di voto. E stavo benissimo».
E gli sbarchi massicci di immigrati sulle nostre coste?
«Ogni emergenza ha diversi stadi di crisi. Ora siamo all'ultimo, lo
stadio della guerra - noi siamo gli aggrediti, sia chiaro - e in guerra
ci si difende con tutte le armi a disposizione, dai droni ai
siluramenti».
Cosa sta dicendo?
«Sto dicendo che nello stadio di guerra non si rispettano le acque
territoriali. Si mandano gli aerei verso le coste libiche e si affondano
i barconi prima che partano. Ovviamente senza la gente sopra. È l'unico
deterrente all'assalto all'Europa. Due-tre affondamenti e rinunceranno.
Così se vogliono entrare in Europa saranno costretti a cercare altre
vie ordinarie, più controllabili».
Se la sente uno di quegli intellettuali per i quali la colpa è sempre dell'Occidente...
«Intellettuali stupidi e autolesionisti. Lo so anch'io che
l'Inquisizione è stata un orrore. Ma quella fase di fanatismo
l'Occidente l'ha superata da secoli. L'Islam no. L'Islam non ha capacità
di evoluzione. È, e sarà sempre, ciò che era dieci secoli fa. È un
mondo immobile, che non è mai entrato nella società industriale. Neppure
i Paesi più ricchi, come l'Arabia Saudita. Hanno il petrolio e
tantissimi soldi, ma non fabbricano nulla, acquistano da fuori qualsiasi
prodotto finito. Il simbolo della loro civiltà, infatti, non è
l'industria, ma il mercato, il suq».
Si dice che il contatto tra civiltà diverse sia un arricchimento per entrambe.
«Se c'è rispetto reciproco e la volontà di convivere sì. Altrimenti non è un arricchimento, è una guerra. Guerra dove l'arma più potente è quella demografica, tutta a loro favore».
E l'Europa cosa fa?
«L'Europa non esiste. Non si è mai visto un edificio politico più
stupido di questa Europa. È un mostro. Non è neppure in grado di fermare
l'immigrazione di persone che lavorano al 10 per cento del costo della
manodopera europea, devastando l'economia continentale. Non è questa la
mia Europa».
Qual è la sua Europa?
«Un'Europa confederale, composta solo dai primi sei/sette stati membri,
il cui presidente dev'essere anche capo della Banca europea così da
avere sia il potere politico sia quello economico-finanziario, e una
sola Suprema corte come negli Usa. L'Europa di Bruxelles con 28 Paesi e
28 lingue diverse è un'entità morta. Un'Europa che vuole estendersi fino
all'Ucraina... Ridicolo. Non sa neanche difenderci dal fanatismo
islamico».
Come finirà con l'Islam?
«Quando si arriva all'uomo-bomba, al martire per la fede che si fa
esplodere in mezzo ai civili, significa che lo scontro è arrivato
all'entità massima».
* * *
“Giuridicamente parlando, la cittadinanza italiana è fondata sullo ius sanguinis: siamo cittadini italiani se siamo nati in Italia da cittadini italiani”.
Lo ius soli, la “soluzione opposta”, prevede che “si diventa
cittadini del Paese nel quale entriamo e ci insediamo”. Una soluzione
adottata storicamente, ricorda, “dai Paesi sotto-popolati”, che
“adottano lo ius soli perché hanno bisogno di popolazione”. Per
Sartori la “distinzione in questione è logica e storicamente
giustificata”. Secondo le statistiche “i Paesi che adottano il criterio
dello ius sanguinis sono ancora una maggioranza. Ma molti Paesi – sottolinea – sono oggi piccole isole sperdute nei vari oceani”.
“Lo ius soli è un errore gravissimo. Sarebbe un disastro in un
paese con altissima disoccupazione. Aumenterebbe le file dei lavoratori
sottopagati e la delinquenza per le strade. Io non sono mai stato di
destra ma non sto con una sinistra che pensa a quote riservate agli
immigrati nella società. Siamo alla demenza. La gente ormai ha paura ad
uscire la sera e si vuole favorire la negritudine come in Francia. Ma
noi possiamo farne a meno”.
“Tutti meticci? Mai” – Sartori ricorda poi alla Kyenge che “integrare
non è lo stesso che assimilare, e che la integrazione in questione è
soltanto l’integrazione etico-politica”. Per esempio, “per i musulmani
tutto è deciso dal volere di Allah, dal volere di Dio. Qui il potere
discende soltanto dall’alto. Per le nostre democrazie, invece, il potere
deriva dalla volontà popolare, e quindi nasce dal basso, deve essere
legittimato dal demos”. Infine l’ultima bordata: “L’ex ministro
Kyenge ha dichiarato che siamo tutti meticci. Si sbaglia. Qualsiasi buon
dizionario glielo può spiegare”.
[Fonte]
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