Cardinal Turkson – «L'immigrazione è come acqua che scorre dal rubinetto : non bisogna solo asciugarla, ma chiudere il rubinetto»
Certamente il titolo ad effetto rispecchia il sentire più realista e
responsabile rispetto al 'pensiero unico' di un'accoglienza
indiscriminata che vorrebbero imporci.
Tuttavia sembra riduttivo
agganciare, poi, al calo demografico i motivi della preoccupazione non
più latente ma manifesta delle popolazioni dei Paesi invasi tra cui il
nostro. Il calo demografico, oltre ad essere una delle facce della crisi
dell'occidente (della quale sono ben note le cause) è soltanto uno
degli aspetti della complessità del fenomeno soprattutto per le
conseguenze a medio-lungo termine; ma la preoccupazione vera è la
minaccia alla nostra fede, alla nostra cultura, alla nostra civiltà, la
cui soluzione non è questione di fertilità biologica. Tuttavia si tratta
di un dato messo in risalto dall'Agenzia, mentre occorrerebbe conoscere
il testo integrale della relazione del Cardinale, per avere un'idea più
precisa dell'intero discorso.
“L’immigrazione è come acqua che scorre dal rubinetto: non bisogna solo asciugarla, ma chiudere il rubinetto”. Lo ha detto il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, presentando ai giornalisti il Convegno organizzato dal citato dicastero il 3 e 4 aprile, sul tema: “Prospettive per il servizio dello sviluppo umano integrale a 50 anni dalla Populorum progressio”. L’immigrazione, ha spiegato il cardinale, è un fenomeno di lungo periodo: per questo “bisogna programmare in maniera più sistematica e chiudere il rubinetto”, promuovendo progetti nei Paesi di provenienza dei migranti “per prevenire la necessità delle persone di emigrare”. Altra priorità, per Turkson, è “permettere l’accesso ai mercati da parte dei Paesi in via di sviluppo”. Il cardinale ha messo, inoltre, l’accento sulla “preoccupazione che l’arrivo di tante popolazioni suscita in Paesi dove c’è un calo demografico: dove ci sono più ospiti che figli, c’è sempre tensione. Dare asilo è realizzabile quando c’è sicurezza nella demografia locale, ma quando siamo in presenza di un calo delle nascite l’arrivo di queste persone preoccupa le popolazioni locali. La nascita dei nazionalismi deriva proprio da qui, dalla preoccupazione, da parte di un Paese, di essere inghiottiti dall’arrivo in massa di nuove popolazioni”.
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