Pio VII, Papa eroico e dimenticato. Arrestato e deportato, non si piegò mai a Napoleone
La
Chiesa e i grandi poteri non hanno mai avuto ottimi rapporti. Lo Stato
Pontificio è sempre stato un luogo di conflitto. Nel 1797 Pio VI venne
arrestato e deportato da alcuni rivoluzionari in Francia, dove morì tre
anni dopo. Anche Napoleone ha avuto i suoi conflitti con il Successore
di Pietro.
Napoleone voleva estendere il proprio
potere in tutta l’Europa, aspirava a creare un impero che non avesse
fine e si vedeva come il grande imperatore onnipotente del continente
europeo. Tutto doveva essere sotto il suo controllo e il suo potere,
anche il nuovo papa, Pio VII.
All’inizio
Napoleone voleva essere un alleato di Roma. Non voleva agire come i
rivoluzionari, ma giungere a un accordo con lo Stato Pontificio. Venne
firmato un concordato, con il quale si pensava di pacificare gli animi.
Nonostante questo, Napoleone portò avanti i suoi piani. Per lui il
pontificato era una semplice pedina della sua strategia militare.
Voleva umiliare papa Pio VII. La prima cosa che fece fu obbligarlo ad andare a Parigi alla sua incoronazione. Circolano due versioni: la prima parla di come Napoleone avesse preparato una sorpresa per il papa – si sarebbe incoronato da solo –, la seconda dice che fu il papa che in un atto di dignità si rifiutò e diede solo una benedizione con riluttanza.
Voleva umiliare papa Pio VII. La prima cosa che fece fu obbligarlo ad andare a Parigi alla sua incoronazione. Circolano due versioni: la prima parla di come Napoleone avesse preparato una sorpresa per il papa – si sarebbe incoronato da solo –, la seconda dice che fu il papa che in un atto di dignità si rifiutò e diede solo una benedizione con riluttanza.
Ma
perché Napoleone volle obbligare il papa ad assistere alla sua
incoronazione? L’idea di Napoleone era trattenere il pontefice in
Francia, ma desistette rendendosi conto che se il papa non fosse tornato
i cardinali avrebbero pensato che aveva rinunciato e avrebbero eletto
un nuovo pontefice. Fu la prima delle tensioni.
Nel 1806 Napoleone minacciò il papa quando la Gran Bretagna chiese al pontefice di astenersi davanti al blocco continentale alla Francia. “Sua Santità è sovrano di Roma, ma io sono l’imperatore; tutti i miei nemici devono essere i suoi”, gli scrisse.
Nel 1806 Napoleone minacciò il papa quando la Gran Bretagna chiese al pontefice di astenersi davanti al blocco continentale alla Francia. “Sua Santità è sovrano di Roma, ma io sono l’imperatore; tutti i miei nemici devono essere i suoi”, gli scrisse.
Nel 1808 le tensioni
aumentarono. Le truppe dell’imperatore entrarono nella Città Eterna, e
il papa si ritirò nel Quirinale. Napoleone riuscì ad annettere parte del
territorio, ma voleva di più.
Nel 1809 decretò l’annessione del resto dei territori e lasciò che il pontefice restasse nella sua residenza di Roma. Pio VII eseguì la condanna più grave che si può verificare nella Chiesa e scomunicò l’imperatore. Alcuni diranno che non fu una scomunica perché non citava il nome del pontefice, ma non serviva. La bolla Quam memorandum era molto chiara: “scomunicava i ladri del patrimonio di San Pietro”.
I rapporti finirono per rompersi, e Napoleone decise di arrestare il papa. Quando le truppe entrarono nel Quirinale, Pio VII non oppose resistenza. In quel momento il papa pronunciò la frase più famosa del suo pontificato. Gli venne chiesto se rinunciava allo Stato Pontificio e se ritirava la scomunica, ma la risposta fu netta: “Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo”.
Nel 1809 decretò l’annessione del resto dei territori e lasciò che il pontefice restasse nella sua residenza di Roma. Pio VII eseguì la condanna più grave che si può verificare nella Chiesa e scomunicò l’imperatore. Alcuni diranno che non fu una scomunica perché non citava il nome del pontefice, ma non serviva. La bolla Quam memorandum era molto chiara: “scomunicava i ladri del patrimonio di San Pietro”.
I rapporti finirono per rompersi, e Napoleone decise di arrestare il papa. Quando le truppe entrarono nel Quirinale, Pio VII non oppose resistenza. In quel momento il papa pronunciò la frase più famosa del suo pontificato. Gli venne chiesto se rinunciava allo Stato Pontificio e se ritirava la scomunica, ma la risposta fu netta: “Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo”.
Venne portato a Savona,
in un viaggio disumano con il quale Napoleone voleva continuare a
umiliarlo. Cercò di far sì che il papa sostenesse la sua causa, ma Pio
VII rifiutò i vescovi designati dall’imperatore e il suo divorzio e
successivo matrimonio. Napoleone convocò un concilio a Parigi per
umiliare ancor di più il pontefice, ma i vescovi appoggiarono Pio VII.
La tremenda storia di Pio VII non finì qui. Venne trasferito nel palazzo di Napoleone, e nel trasferimento fu sul punto di morire. Sopravvisse a una grave malattia, e l’imperatore pensò che il papa avrebbe potuto essergli più utile se lo avesse liberato. Si sbagliava. Pio VII non si lasciò manipolare, e Napoleone lo arrestò e lo deportò nuovamente. Venne portato da un luogo all’altro, da una città all’altra.
La tremenda storia di Pio VII non finì qui. Venne trasferito nel palazzo di Napoleone, e nel trasferimento fu sul punto di morire. Sopravvisse a una grave malattia, e l’imperatore pensò che il papa avrebbe potuto essergli più utile se lo avesse liberato. Si sbagliava. Pio VII non si lasciò manipolare, e Napoleone lo arrestò e lo deportò nuovamente. Venne portato da un luogo all’altro, da una città all’altra.
Pio VII potrebbe arrivare agli altari, e forse presto sarà santo. Benedetto XVI rimase così colpito dalla sua storia, dal suo coraggio e dalla sua forza da dichiarare il “nihil obstat” e da concedergli il titolo di Servo di Dio. Attualmente nella diocesi di Savona-Noli è aperta la sua causa.
Anche la storia di Napoleone è forse finita in modo positivo, o almeno strano. Esiliato nell’isola di Sant’Elena, disse del pontefice: “È davvero un uomo buono, amabile e coraggioso. È un agnello, un vero uomo, che mi fa sentire piccolo”. Fu forse la conseguenza degli anni di lotte con il pontefice, della determinazione di Pio VII o di una caduta da cavallo come per San Paolo. Perché alla fine dei suoi giorni Napoleone parlò così del pontefice? Lo sa solo lui.
Il fatto è che l’imperatore francese alla fine venne sconfitto. Non il suo esercito né il suo potere, ma il suo egoismo e la sua lotta personale. In esilio si convertì e abbracciò la fede. Ma questa è un’altra storia.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
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