Card. Müller. La dottrina non può avere significati contrapposti
Le recenti interviste del card. Muller sono state riprese anche nel
Regno unito: di seguito, nella nostra traduzione la sintesi del Catholic Herald. Dichiarazioni
già note riprese dalla stessa fonte. Qui è interessante anche il punto
con la sottolineatura sui Sacramenti e in particolare su quello della
Confessione.
Il Cardinal Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina
della fede, afferma che i vescovi locali non possono reinterpretare
soggettivamente gli insegnamenti della Chiesa.
In una intervista del 15 febbraio scorso al magazine tedesco Reinische Post ha
detto che non è il suo stile criticare le pubblicazioni dei vescovi.
Tuttavia ha aggiunto: “Non credo che sia particolarmente benefico che
ogni singolo vescovo commenti i documenti papali spiegando come lui
stesso, soggettivamente, li interpreta”.
C'è da tener conto che attualmente nella Chiesa universale vi sono state interpretazioni di Amoris Laetitia
assolutamente contrapposte fra loro, come, ad esempio, quelle delle
conferenze episcopali maltese e tedesca da una parte e polacca
dall'altra.
Il card. Müller ha recentemente confermato l'insegnamento tradizionale.
In questa nuova intervista ha detto: "Non è possibile che la Dottrina
formulata dal Papa, che è universalmente vincolante, sia interpretata in
maniera differente o persino contraddittoria a livello locale".
Poi precisa che il peccato di adulterio per essere assolto deve
implicare l'intenzione di non peccare più. Infatti dice: "Nessuno può
alterare i sacramenti come mezzi di grazia secondo la propria scelta. Ad
esempio, di poter accedere al sacramento della Confessione senza
l'intenzione di non peccare più".
Il card. Müller sottolinea come sia importante onorare le personalità
della gerarchia ecclesiale per le loro funzioni, non per le loro qualità
umane: "Ognuno è debole e mortale. (...) Gesù non scelse i più saggi, i
più ricchi, le persone di prim'ordine tra i sui apostoli, ma le persone
semplici, artigiani, pescatori. Noi dipendiamo dalla grazia di Dio e
non da ciò che riusciamo a compiere ogni giorno".
"Ecco perché è importante non vedere dei superman nel Papa, nei vescovi,
o nei sacerdoti e, nel caso non fossero capaci di corrispondere a
queste esigenti attese, non allontanarsi delusi dallo Spirito Santo e
dalla Chiesa. Ognuno ha bisogno di perdono. Ma la grazia di Dio riluce
nella debolezza umana. Noi non onoriamo il Papa per i suoi risultati
umani, ma perché Cristo gli ha dato uno speciale ministero per l'intera
Chiesa".
Il cardinale rende omaggio all'"autorità morale" di papa Francesco mettendo in evidenza che è stato riconosciuto come un'"guida autentica" dagli atei.
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