mercoledì 16 marzo 2016

cambiare la Messa X cambiare la Chiesa

Per cambiare la Chiesa

bisognava cambiare la Messa...

 
Attendevano una nuova Chiesa, per questo si sono messi a cambiare la messa.

Volevano una chiesa con nuovi dogmi e nuova morale, allora hanno dovuto ritoccare la messa cattolica, così tanto da renderla uno scheletro di se stessa.

E a messa scheletrica, corrisponde uno scheletro di Chiesa, fatta di una dogmatica e una morale scheletriche.

La nuova liturgia ha preteso di saltare due millenni di storia cristiana, con l'illusione di ricollegarsi ad un mitico inizio del cristianesimo. Hanno detto, i signori della riforma post-conciliare, che occorreva semplificare, per far emergere la nobile essenzialità del rito cattolico. Hanno ritenuto sostanzialmente negativo tutto il lavoro di secoli e secoli che la Chiesa aveva fatto, per rendere sempre più limpido ed educativo il rito cattolico. Hanno tolto e tolto, considerando quasi tutto aggiunta negativa, e ne è venuto fuori uno scheletro di messa. Una messa piena di vuoti e di non-detto, vuoti e non-detto riempiti dalla fantasia del celebrante e dei fedeli. E le fantasie si sono moltiplicate quante sono le chiese del mondo, perché si sa che non si può vivere di uno scheletro: gli uomini lo rimpolpano lo scheletro, ma la carne e il sangue che gli danno non sono quelli di Dio, ma quelli normalmente della dittatura della mentalità comune. Così, a seconda delle stagioni, abbiamo avuto le messe socialiste, le messe impegnate, le messe intimiste, le messe allegre, le messe verbose, le messe catechistiche, le messe di guarigione, le messe carismatiche, le messe missionarie, le messe veloci e cosi via... insomma, la messa la costruisci tu, perché corrisponda a te e al tuo cristianesimo.

La messa così impoverita non ha nutrito più, e ci si è dovuti volgere alle varie ideologie del momento per rimpolparla. Togliendo molto di Dio, la messa la si è dovuta riempire molto dell'uomo, per ritenerla ancora utile: una tragedia, la perdita del cuore cattolico, cioè la redenzione operata da Cristo Crocifisso.

E la tragedia si propaga a tutto l'organismo cattolico: la messa nuova, scheletrica, piena di vuoti, è diventata così tanto ambigua da produrre un cristianesimo scheletrico, dal dogma e dalla morale scheletriche; un cristianesimo ambiguo.

I sacerdoti, ridotti a celebrare uno scheletro di messa, non sono stati più nutriti e difesi dalla messa stessa, così che a loro volta non hanno nutrito e difeso il popolo.

Dicevamo di un Cristianesimo dal dogma scheletrico:

cosa è rimasto, nella maggioranza dei cristiani di oggi, del dogma cattolico che sorge dalla Divina Rivelazione? Quasi nulla. Forse resta che esiste Dio, e che alla fine ci salverà: non c'è che dire, di tutta la Rivelazione, di tutto il dogma, di tutto il catechismo non resta quasi nulla, nel vissuto della maggioranza dei cristiani; ma allora, perché Dio si è rivelato, perché ha parlato nell'Antico e nel Nuovo Testamento, perché ha portato a compimento la Rivelazione in Gesù Cristo? Certamente non lo ha fatto per vedersi “semplificare” orrendamente nel cristianesimo moderno.

Qualcuno dirà che dimentichiamo la ricchezza biblica della riforma liturgica! Certo, di Bibbia se ne è letta tanta, ma ha vinto la messa scheletrica anche sulla Bibbia, tanto è vero che mai i cristiani sono stati tanto ignoranti come oggi nella Storia Sacra e nella Sacra Scrittura. Hanno letto sì la Bibbia in ogni occasione, ma sono stati formati come mentalità dall'ideologia di turno, che rimpolpava la messa scheletrica.

Dicevamo di un Cristianesimo dalla morale scheletrica:

cosa resta, nella maggioranza dei cristiani di oggi, della ricchezza morale cattolica? Sanno forse che Dio è amore, che dobbiamo volerci bene, e poco più: non c'è che dire, resta un po' poco. Della Morale Cattolica, della legge e della grazia, non si sa quasi più nulla. Ecco perché siamo terribilmente indifesi di fronte alla dilagante immoralità e di fronte, soprattutto, all’ideologia dell'immoralità, che vuole ammettere tutto sotto la scusa del voler bene. Assisteremo al compimento dell’apostasia: saranno varate le leggi più immorali con il silenzio dei cattolici, con il plauso di alcuni, e con la falsa prudenza dei pastori, che taceranno in nome della libertà e del rispetto umano. Più che morale scheletrica, è la sua morte vera e propria.
Tutto è cominciato con la scarnificazione della messa, svuotandola delle sue difese dogmatiche nelle parole e nei gesti.

E la rinascita inizierà con il ritorno alla vera e totale messa cattolica.

I riformatori post-conciliari volevano un nuovo cristianesimo più libero, più umanamente accattivante, per far questo hanno privato la messa delle sue difese, e non hanno voluto difendere il Cristianesimo di Dio.

... il linguaggio è contenuto; e i vuoti di linguaggio sono vuoti di contenuto, che il mondo si premura di riempire come vuole.

Un Papa non potrà più fermare la deriva, senza accettare il martirio. Sì, dovrà accettare il martirio, perché se tenterà veramente di porre rimedio, sarà attaccato dal mondo e da quel mondo che si è infiltrato nella casa di Dio. Ma se non accetterà il martirio, rischierà di non fare il Papa.

di Don Alberto Secci

1 commento:

  1. Sono d'accordo con quanto scritto nell'articolo, ma fino ad un certo punto. La differenza, circa l'efficacia pastorale e spirituale di una Messa, la fa il celebrante, non l'assemblea dei fedeli : se il celebrante ha Fede, zelo (inteso in senso vocazionale e in senso apostolico) e ha uno stile liturgico (come già detto, in un altro articolo in questo blog) le cose cambiano, eccome !

    Se ci si inginocchiasse OGNI volta che si passa davanti al Tabernacolo,
    se si recitassero TUTTE le antifone,
    se ci fossero dei lettori DEGNI di questa funzione,
    se all'offertorio si permettesse all'assemblea di rispondere ("Benedetto nei secoli il Signore"), invece, spesso, solo di cantare....
    se allo scambio della pace si salutasse SOLO il vicino affianco a destra e quello a sinistra e BASTA,
    se alla Comunione ci fosse SOLO l'accompagnamento musicale (volume minimo, in musica si indica con la p) invece della musica cantata e schitarrata (che NON favorisce affatto il raccoglimento del momento),
    se il celebrante dopo la Comunione pregasse anche lui per il tempo dovuto a Nostro Signore,
    se dopo la preghiera finale, prima della Benedizione, il celebrante praticasse il Ringraziamento, in silenzio, insieme a tutta l'assemblea e per il tempo dovuto (invece di 'dare gli avvisi, che si possono leggere tranquillamente in bacheca o sul foglietto settimanale).....insomma la Santa Messa tornerebbe ad essere (come lo è, ovviamente) un incontro mistico con il Signore.

    Insomma, molto dipende dallo stile e dalla Fede del celebrante, a mio parere. I fedeli/parrocchiani, sono 'figli', in qualche modo, del celebrante/parroco : l'educazione (ovvero come si sta in Chiesa, cosa è la Santa Messa e come ci si comporta a Messa) DEVE, prima di tutto, insegnarla e praticarla lui.

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