di Tommaso Scandroglio
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La notizia sta invece nel fatto che questa pièce teatrale sarebbe dovuta essere interpretata da alcuni bambini. L’iniziativa arcobaleno è stata presa dalla scuola elementare nonché cattolica Sacro Cuore di Atherton, cittadina vicino a Manchester. Al Sacro Cuore di Gesù speriamo che non sia venuto un infarto dopo l’annuncio di questa proposta da parte dei dirigenti scolastici.
Sui social per fortuna i genitori hanno fatto sentire tutta la loro indignazione e lo spettacolo è saltato. Ad esempio il signor Julian Marsh ha scritto sulla sua pagina Facebook che è rimasto profondamente seccato quando il figlio è tornato a casa e gli ha raccontato che in questa fiaba impersonata da under 11 si parla di gay e che «aveva imparato a conoscere i gay». Ha poi aggiunto in un altro post: «Penso che le persone che promuovano il sesso a bambini sotto gli undici anni camminino sul filo della pedofilia e siano dei depravati». Inoltre si è detto scandalizzato dal fatto che il tutto è avvenuto alle spalle dei genitori che nulla sapevano di questa rappresentazione teatrale. «È un po’ come se la scuola avesse deciso di vaccinare i bambini a vostra insaputa – ha scritto Marsh - perché loro sanno meglio di voi cosa è giusto fare». Infine ha accusato la scuola di mettere in piedi un’operazione di vera e propria «ingegneria sociale».
I post del sig. Marsh e quelli di un altro padre di famiglia sono stato inoltrati da un utente alle forze di polizia e così alcuni agenti hanno fatto visita a casa di entrambi. Marsh ha detto loro solo che non era omofobo e che non voleva aggiungere nulla. Gli agenti hanno concluso che nessun reato era stato commesso, ma hanno intimato al sig. Marsh e all’altro uomo di usare espressioni più pacate in internet d’ora in poi. Ma più che la polizia, i gentori devono temere i dirigenti della scuola cattolica: «Non ci faremo intimidire – ha commentato infatti Carrie Morrow, preside della scuola inglese – dal momento che tali atteggiamenti omofobici provengono solo da una minoranza di persone».
Dato che si parla di spettacolo teatrale, quello che è successo in quel di Manchester rappresenta il classico canovaccio della propaganda gender. Diffusione del pensiero gay usando i bambini – perché nell’immaginario collettivo questi sono puri ed innocenti – espropriazione del diritto all’educazione dei minori a danno della famiglia, intimidazione degli avversari e portare dalla propria parte una scuola cattolica.
In merito a quest’ultimo aspetto stiamo assistendo ad un fenomeno oramai assai diffuso che potremmo chiamare “omosessualità confessionale”. Si sostanzia nel far dire e nel far compiere a laici sedicenti cattolici ed ad alti prelati cose condannate dalla dottrina del Magistero, ma facendole passare all’opposto come vera espressione dello “spirito del Vangelo”. E così l’accoglienza doverosa della persona omosessuale ha comportato l’accoglienza dell’omosessualità. Il divieto di ingiusta discriminazione è trasceso nell’accettazione indiscriminata della teoria del gender. Il dialogo teso alla conversione della persona omosessuale è diventata una dogana sottoposta al Trattato di Schengen aperta alla libera circolazione di qualsiasi idea e all’importazione di teorie contraffatte, spacciate come cattoliche, ma che di cattolico hanno solo il nome, come il Parmigiano Reggiano fatto in Cina.
Il fenomeno dell’adulterazione gay della sana dottrina è così esteso e capillare in casa cattolica che potremmo dire che l’omosessualità da condizione intrinsecamente disordinata è diventa un virus ideologico. Una specie di contagio che provoca allucinazioni nel malato cattolico che lo porta a vedere il mondo con categorie di giudizio inesistenti per il Magistero. Allucinazioni così reali che spingono insegnanti a far innamorare per finta sul palco di una scuola cattolica due maschietti e a dire «siamo molto orgogliosi di ciò che abbiamo fatto».
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