mercoledì 16 marzo 2016

analisi del Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi

Voice of the Family sui pericoli della Relazione Finale del Sinodo

 
 
Voice of the Family ha pubblicato un’analisi esaustiva del Relazione Finale del Sinodo dei Vescovi al Santo Padre. Essa sostiene che la Relazione Finale, approvata dal Sinodo Ordinario sulla Famiglia il 24 ottobre 2015, pregiudica l’insegnamento della Chiesa Cattolica nelle questioni concernenti la vita umana, il matrimonio e la famiglia. Nel tentativo di allineare la morale cattolica alle norme prevalenti nel mondo moderno, la relazione persegue un approccio che contraddice la rivelazione divina e la legge morale naturale.
La Relazione Finale: avalla un aspetto centrale della “teoria del gender” quando afferma che il sesso biologico ed il “gender” socio-culturale possono essere distinti (paragrafo 58); minaccia i diritti dei genitori quali educatori principali dei figli quando afferma che la famiglia «non può essere l’unico luogo di formazione alla sessualità» dei «giovani nell’età della pubertà e dell’adolescenza» (paragrafo 58) mina l’insegnamento della Chiesa sulla natura ed i fini del matrimonio mediante l’uso di un linguaggio ambiguo e omettendo di esprimere in modo adeguato le dottrine centrali (paragrafi 1, 4, 39, 40, 47, 49, 84, 85, 86) tenta di preparare il terreno alla ricezione della Santa Comunione da parte dei cattolici “divorziati e risposati” senza un vero pentimento e cambiamento di vita, mediante l’uso di un linguaggio ideologico al posto della terminologia tradizionale della Chiesa, distorcendo l’insegnamento cattolico sulla natura e gli effetti del peccato mortale, occultando l’insegnamento precedente della Chiesa con l’omissione e la citazione selettiva (paragrafi 84, 85, 86) mina l’insegnamento cattolico riguardo alla contraccezione omettendo di riaffermare l’insegnamento della Chiesa e fornendo nel contempo un’esposizione confusa della natura della coscienza (paragrafi 63) mina l’insegnamento della Chiesa sui metodi artificiali di riproduzione omettendo di riaffermare che la ragione prima dell’immoralità di tali pratiche è la separazione degli elementi unitivi e procreativi della sessualità umana, sottintendendo così che i metodi che non provocano la distruzione degli embrioni umani potrebbero essere consentiti (paragrafo 33) afferma che la Chiesa «collabora allo sviluppo di una nuova cultura ecologica» che include «una nuova mentalità, nuove politiche, nuovi programmi educativi, un nuovo modo di vivere ed una nuova spiritualità».
L’analisi dimostra che il percorso di collaborazione conduce alcuni organismi del Vaticano a collaborare con la promozione dell’aborto e la contraccezione e con i tentativi di minare i diritti e l’autorità parentali (paragrafo 16).
L’analisi esamina il rapporto fra questi tentativi di adattare l’insegnamento cattolico all’ideologia moderna e l’eresia del modernismo (vedi Capitolo IV). Attira anche l’attenzione su ulteriori problemi nella Relazione Finale, tra cui: una presentazione distorta e naturalistica del Vangelo che mentre trascura la sua natura fondamentalmente soprannaturale, ne accentua l’associazione con “valori” come “l’apertura ad una diversità di popoli/genti”, “la protezione del creato” e la “trasformazione di strutture sociali inique” (Capitolo I) una visione antropocentrica del Vangelo che afferma, ad esempio, che il Vangelo concerne «la dignità della persona, la sua libertà e il rispetto dei suoi diritti» (Capitolo I) l’omissione di qualsiasi discussione sulla vocazione fondamentale della famiglia in relazione al fine ultimo dell’uomo, che è l’unione con Dio nella visione beatifica del cielo (Capitolo I) una presentazione fuorviante della natura della misericordia dovuta alla mancanza di una giusta considerazione della giustizia divina ed umana (Capitoli I e V) una visione confusa della relazione fra la Chiesa e i processi dello sviluppo storico (vedi Capitoli I e II) l’omissione di qualsiasi discussione sulla legge naturale che porta alla confusione fra gli ordini naturale e soprannaturale e minaccia la consapevolezza che i principi morali sono immutabili (Capitolo III) un invito a cambiare la terminologia utilizzata dalla Chiesa per comunicare i suoi insegnamenti, che minaccia la capacità della Chiesa di trasmettere correttamente la rivelazione divina affidatale (Capitolo VI).
La Relazione Finale, mediante le sue omissioni e distorsioni della dottrina cattolica, mette gravemente a rischio i membri più vulnerabili della famiglia umana. È un preciso dovere di tutti coloro che sono preoccupati della protezione della famiglia di opporsi in modo risoluto all’approccio adottato da entrambi i sinodi. Evitare di opporsi a dottrine ed azioni pericolosi per l’integrità della fede cattolica e della famiglia, a causa di un falso sentimento di obbedienza, sarebbe un tradimento grave del nostro dovere di fedeltà a Dio ed ai più fragili tra di noi.
 

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