Vademecum contro le Confessioni e Comunioni sacrileghe
Oggi più di sempre gli apostoli ci mettono in guardia:
Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di
questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
(1 Corinzi 11:27-29)
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, meditiamo e diffondiamo questo vademecum per evitare di offendere gravemente il Cuore Sacro del nostro Salvatore accostandoci indegnamente ai santissimi sacramenti del Perdono e dell’Eucarestia.
Troppi cristiani rischiano l’inferno (questo misconosciuto e miscreduto, ma tremendo, biblico e realissimo pericolo!) e feriscono gravemente il Cuore del nostro Signore, senza nemmeno rendersene conto!
Per ricevere in modo degno e non sacrilego il Cuore del Nostro Dio, nella Sacra Comunione, dobbiamo tutti essere:
1. In Grazia, ossia non in peccato mortale. Dobbiamo prima confessarci, con sincero pentimento e proponimento di non ricadere, se abbiamo infranto uno solo dei dieci comandamenti, o praticato spiritismo, predizioni del futuro, adulterio, aborto, menzogne, affiliazioni a massoneria o altre sette e sessualità cattiva (altra grande misconosciuta: abusare del dono del sesso in amore e dono totale, praticandolo per lussuria al di fuori del santo matrimonio e del disegno di procreazione del nostro Creatore).
Non facciamoci ingannare: Dio non è soggetto alle mode dei tempi: “Egli è lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Ebrei 13:8; vedere anche Isaia 43:13).
Se siamo divorziati risposati o separati conviventi con un’altra persona dobbiamo attingere al fiume di grazie spirituali di una santa Messa ben partecipata, ma NON dobbiamo commettere il sacrilegio di ricevere la sacra Comunione.
Invece i separati – non conviventi con altri – e gli/le abbandonati/e che rifiutano il divorzio dal loro coniuge possono accedere alla santa Comunione, a condizione che vivano in castità fino all’eventuale ricongiungimento col legittimo/a consorte, con un dovuto cammino di fede e di riparazione d’un eventuale male commesso al coniuge.
Non trattiamo con disprezzo Dio, che ha sancito l’indissolubilità del matrimonio per bocca di Gesù in persona: “Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (Marco10:11-12).
Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio».
(Matteo 19:3-9)
2. In Amore di Dio e del prossimo: non dobbiamo avere odio per nessuno (nella volontà: il cuore non possiamo comandarlo, ma con la volontà sincera dobbiamo perdonare e pregare il bene di chi ci ha fatto del male. Non possiamo accostarci al Cuore di Dio che è Amore e Perdono, se non vogliamo noi stessi perdonarci o farci perdonare da chi abbiamo offeso).
3. In fede: dobbiamo credere che stiamo per ricevere Dio in persona e il Suo Amore salvifico, nell’Ostia consacrata: se in cuor nostro dubitiamo di questo o di altri dogmi di fede, dobbiamo prima parlarne con un direttore spirituale e pregare lo Spirito Santo per il dono della fede piena e senza eresie.
4. In sommo rispetto e gratitudine: dobbiamo rispettare il digiuno eucaristico (almeno 1 ora prima non dobbiamo bere o mangiare nulla a parte l’acqua; almeno 15 minuti prima nel caso invece si sia molto malati).
Trattiamo il Signore da Signore!
Anche se è tragicamente permessa (per colpa della massoneria ecclesiastica) la comunione nella mano (che è una profanazione!), chiediamoci: “Quanto rispetto e devozione dimostro al Dio altissimo che mi si dona in cibo, se lo ricevo come fosse un cracker? Se cadesse il velo dai miei occhi e potessi vederlo in tutta la Sua gloria che fa prostrare a terra gli angeli, Lo riceverei davvero come fosse una patatina fritta, o piuttosto con la massima devozione, in ginocchio e senza mani? E quanto devo fermarmi, dopo, a ringraziarLo nel mio cuore, pregandolo di perdonare le mie mancanze e colpe passate, Amandolo pieno di gratitudine, adorandolo in silenzio e chiedendogli di trasformarmi in un suo vero seguace? (invece di andarmene come niente fosse o, peggio, fermarmi in chiesa a chiacchierare, appena il sacerdote conclude la sacra Messa)”.
Accostiamoci al confessionale con regolarità, come una casa e un corpo fisico vanno con regolarità lavati da polvere e sporco. E facciamolo con fede, buon esame di coscienza basato sui dieci comandamenti e sul vangelo, con sincero pentimento, senza nascondere nessun peccato che ricordiamo (sarebbe sacrilegio!), con sincero proposito di non ricadere e fuggire le occasioni prossime di peccato. E volontà di riparazione al male fatto.
Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di
questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
(1 Corinzi 11:27-29)
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, meditiamo e diffondiamo questo vademecum per evitare di offendere gravemente il Cuore Sacro del nostro Salvatore accostandoci indegnamente ai santissimi sacramenti del Perdono e dell’Eucarestia.
Troppi cristiani rischiano l’inferno (questo misconosciuto e miscreduto, ma tremendo, biblico e realissimo pericolo!) e feriscono gravemente il Cuore del nostro Signore, senza nemmeno rendersene conto!
Per ricevere in modo degno e non sacrilego il Cuore del Nostro Dio, nella Sacra Comunione, dobbiamo tutti essere:
1. In Grazia, ossia non in peccato mortale. Dobbiamo prima confessarci, con sincero pentimento e proponimento di non ricadere, se abbiamo infranto uno solo dei dieci comandamenti, o praticato spiritismo, predizioni del futuro, adulterio, aborto, menzogne, affiliazioni a massoneria o altre sette e sessualità cattiva (altra grande misconosciuta: abusare del dono del sesso in amore e dono totale, praticandolo per lussuria al di fuori del santo matrimonio e del disegno di procreazione del nostro Creatore).
Non facciamoci ingannare: Dio non è soggetto alle mode dei tempi: “Egli è lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Ebrei 13:8; vedere anche Isaia 43:13).
Se siamo divorziati risposati o separati conviventi con un’altra persona dobbiamo attingere al fiume di grazie spirituali di una santa Messa ben partecipata, ma NON dobbiamo commettere il sacrilegio di ricevere la sacra Comunione.
Invece i separati – non conviventi con altri – e gli/le abbandonati/e che rifiutano il divorzio dal loro coniuge possono accedere alla santa Comunione, a condizione che vivano in castità fino all’eventuale ricongiungimento col legittimo/a consorte, con un dovuto cammino di fede e di riparazione d’un eventuale male commesso al coniuge.
Non trattiamo con disprezzo Dio, che ha sancito l’indissolubilità del matrimonio per bocca di Gesù in persona: “Egli disse loro: «Chiunque manda via sua moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se la moglie ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (Marco10:11-12).
Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio».
(Matteo 19:3-9)
2. In Amore di Dio e del prossimo: non dobbiamo avere odio per nessuno (nella volontà: il cuore non possiamo comandarlo, ma con la volontà sincera dobbiamo perdonare e pregare il bene di chi ci ha fatto del male. Non possiamo accostarci al Cuore di Dio che è Amore e Perdono, se non vogliamo noi stessi perdonarci o farci perdonare da chi abbiamo offeso).
3. In fede: dobbiamo credere che stiamo per ricevere Dio in persona e il Suo Amore salvifico, nell’Ostia consacrata: se in cuor nostro dubitiamo di questo o di altri dogmi di fede, dobbiamo prima parlarne con un direttore spirituale e pregare lo Spirito Santo per il dono della fede piena e senza eresie.
4. In sommo rispetto e gratitudine: dobbiamo rispettare il digiuno eucaristico (almeno 1 ora prima non dobbiamo bere o mangiare nulla a parte l’acqua; almeno 15 minuti prima nel caso invece si sia molto malati).
Trattiamo il Signore da Signore!
Anche se è tragicamente permessa (per colpa della massoneria ecclesiastica) la comunione nella mano (che è una profanazione!), chiediamoci: “Quanto rispetto e devozione dimostro al Dio altissimo che mi si dona in cibo, se lo ricevo come fosse un cracker? Se cadesse il velo dai miei occhi e potessi vederlo in tutta la Sua gloria che fa prostrare a terra gli angeli, Lo riceverei davvero come fosse una patatina fritta, o piuttosto con la massima devozione, in ginocchio e senza mani? E quanto devo fermarmi, dopo, a ringraziarLo nel mio cuore, pregandolo di perdonare le mie mancanze e colpe passate, Amandolo pieno di gratitudine, adorandolo in silenzio e chiedendogli di trasformarmi in un suo vero seguace? (invece di andarmene come niente fosse o, peggio, fermarmi in chiesa a chiacchierare, appena il sacerdote conclude la sacra Messa)”.
Accostiamoci al confessionale con regolarità, come una casa e un corpo fisico vanno con regolarità lavati da polvere e sporco. E facciamolo con fede, buon esame di coscienza basato sui dieci comandamenti e sul vangelo, con sincero pentimento, senza nascondere nessun peccato che ricordiamo (sarebbe sacrilegio!), con sincero proposito di non ricadere e fuggire le occasioni prossime di peccato. E volontà di riparazione al male fatto.
E solo dopo uniamoci in Amore al Dio-Amore che si fa cibo di Vita eterna per noi.
Altrimenti, ci avvertono i santi, se ci confessiamo come fosse un andare in lavanderia, senza vero pentimento, o peggio se non ci confessiamo mai o di rado, o se andiamo a ricevere il Cuore di Cristo-Eucarestia senza il sacro rispetto a Dio dovuto, trattiamo Cristo da re finto, da re da burla, come i soldati romani lo trattarono 2000 anni fa, vestendolo da re, coronandolo di spine, inginocchiandosi davanti a Lui salutandolo come un re, per deriderlo, e poi lo prendevano a schiaffi, sputi e bastonate sul suo sacro capo!
Altrimenti, ci avvertono i santi, se ci confessiamo come fosse un andare in lavanderia, senza vero pentimento, o peggio se non ci confessiamo mai o di rado, o se andiamo a ricevere il Cuore di Cristo-Eucarestia senza il sacro rispetto a Dio dovuto, trattiamo Cristo da re finto, da re da burla, come i soldati romani lo trattarono 2000 anni fa, vestendolo da re, coronandolo di spine, inginocchiandosi davanti a Lui salutandolo come un re, per deriderlo, e poi lo prendevano a schiaffi, sputi e bastonate sul suo sacro capo!
Trattiamo il nostro Salvatore, da Vero Re dei re!
Basta con l’”ateismo cristiano”!
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