Attenzione, Roma...
Riprendiamo dal Father Ed's Blog -
A Catholic priest reflects … [qui],
grazie alla prontezza del nostro traduttore, un testo che deve farci molto
riflettere.
L'Ordinariato
inglese di Nostra Signora di Walsingham è stato istituito per
offrire assistenza pastorale ai fedeli già anglicani desiderosi di entrare in
piena comunione con la Chiesa cattolica, ai sensi dell' Anglicanorum
Cœtibus di Benedetto XVI [Su Anglicanesimo e Ordinariato
vedi precedenti nel blog:
È
probabile che in questa settimana i media saranno intasati da meste notizie
sulla fine dell’unità dell’anglicanesimo: persino l’Arcivescovo di Canterbury
la riconosce! Egli ha infatti convocato una riunione in cui lo scisma possa
essere consumato, perché la comunione è compromessa ormai in modo irreparabile.
Ovviamente, sarà un processo doloroso e caotico, come tutti i divorzi.
Il
fatto che vi sia uno scisma in atto è fuori questione; ciò che risulta meno
chiaro a coloro cui interessa la verità più che le polemiche, è la sua causa.
Vi chiedo quindi di prestare attenzione a questo punto quando leggerete i
giornali o ascolterete la radio: verrà operata una distorsione intenzionale
della realtà, poiché le alte sfere esigono che le notizie siano conformi alla
loro agenda politica.
Prevedo
che la fine dell’unità dell’anglicanesimo verrà presentata come un caso
esemplare per il politicamente corretto, per i valori secolari e per il
marxismo culturale. Saremo indotti a credere che la divisione verta solo
sull’omosessualità; verrà architettato un teatrino in cui si contrapporranno
progressisti buoni e illuminati da una parte, conservatori cattivi e
intolleranti dall’altra. Se ciò succederà davvero, verrà offerto davvero un
pessimo servizio alla verità, perché ciò che sta succedendo ha motivazioni
molto più profonde e preoccupanti.
Bisogna
comprendere che le divisioni che esistono all’interno dell’anglicanesimo – e
che sono vive e pressanti anche nel cattolicesimo – non vertono su un solo tema
morale e dottrinale specifico. È normale che ci si trovi in disaccordo quando
sorgono questioni di questo tipo: tuttavia, esse sono solo sintomatiche, non
causali.
Ciò che
sta realmente facendo a pezzi il Corpo di Cristo è una ragione più profonda e
fondamentale che minaccia l’essenza stessa del cristianesimo. È sorta infatti
un’eresia che causa non solo differenze d’opinione, ma anche profonde
differenze su temi di fede, e che si estende oggi dalla base alle alte sfere di
ogni confessione cristiana principale. Per questo il problema è molto grave.
Il vero
problema è che esiste oggi una bipartizione: da una parte ci sono i cristiani
tradizionali, quelli che si attengono al chiaro insegnamento delle Scritture e
della dottrina tradizionale e che credono che la nostra fede sia sempre la
stessa, ieri, oggi e per sempre; un gruppo di credenti ortodossi che credono
che Maria sia veramente vergine, che Cristo sia realmente Dio incarnato, che i
miracoli esistano davvero, che il cielo e l’inferno siano delle realtà.
Questi fedeli si possono definire persone che credono che il mondo si debba
conformare al Cristo.
Dall’altra
parte ci sono i modernisti, quelli che in realtà si sono secolarizzati, che
hanno perso la loro fede ma non vogliono perdere la loro cultura e identità
cristiane. Molti di loro non credono che Gesù sia Dio e trovano spiegazioni
alternative per i miracoli e per il concepimento verginale. Queste persone non
vogliono che il mondo si conformi a Cristo, ma che la Chiesa si conformi al
mondo! Pretendono che aderiamo ai valori della società moderna, non alla fede e
ai valori della Chiesa tradizionale; non credono realmente nel cielo e
nell’inferno e vogliono pertanto annacquare la rivelazione e cambiare quanto la
Scrittura afferma chiaramente.
Il vero
vólto della Chiesa è rappresentato ovviamente dalle persone ortodosse, da
quanti si schierano coi martiri e coi santi di tutte le epoche, ossia da un
gruppo che è in minoranza all’interno della liberalizzata e decadente Chiesa
d’Occidente – dove per ragioni storiche risiede il potere politico ed economico
– ma che tende ad essere in maggioranza nei territori dove la fede sta
prosperando, per esempio nelle nazioni più povere dell’Africa e dell’Asia. E
che la fede sia più prospera dove ci sono più persone ortodosse non è una
coincidenza: Dio benedice infatti quanti Gli sono fedeli.
Capite
adesso perché gli anglicani africani non vogliono avere più nulla a che fare
con le loro controparti moderniste di Canterbury? Potete anche comprendere
quindi perché questa contrapposizione tra Africa ed Europa si rifletta anche
nel cattolicesimo romano: si pensi al conflitto verbale tra i cardinali Sarah e
Kasper durante il Sinodo per la famiglia! Il modernismo, patrocinato dal
potente apparato mediatico e dai governi della cultura secolare che esso
sostiene, sta conducendo una lotta accanita contro quanti continuano ad aderire
alla fede plurisecolare: è la dura battaglia dei nostri giorni.
E si
deve combattere, perché i due punti di vista sono diametralmente opposti: sono
come due binari le cui direzioni divergeranno sempre di più finché non sarà necessario
rimuovere ciò che cerca di mantenerli uniti. Ciononostante, la folle tattica
promossa tanto dai prelati anglicani come da quelli cattolici del XX secolo è
stata proprio quella di continuare a mantenerli uniti. Sono stati promossi
costantemente a posizioni importanti non degli energici e zelanti soldati di
Cristo, ma burocrati inoffensivi la cui stupidità non poteva arrecare danno
alcuno e manteneva in piedi le istituzioni. Almeno questo era il piano, che
tuttavia non ha funzionato: di lì la minaccia di scisma che aleggia in tutto il
mondo cristiano.
Al
giorno d’oggi, i modernisti hanno preso il controllo della Chiesa anglicana
solo in Occidente: ritengono che la perdita dell’Africa sia un prezzo
accettabile da pagare pur di poter introdurre il matrimonio gay, le donne
vescovo e tutte le altre medaglie al valore di una Chiesa che promuova i valori
del marxismo culturale.
Il
cattolicesimo non è ancóra arrivato a questi estremi... per il momento. Ma i
modernisti esistono, e dato che tendono ad appartenere tutti alla stessa
generazione, detengono un enorme potere e un’enorme influenza. Essi sono i
promotori del cosiddetto “Spirito del Vaticano II” – ossia di quanto non
è stato anticipato o disposto dal Concilio ma che è invece sorto sulla sua scia
[anche loro sembrano non riconoscere le distorsioni in nuce presenti
nei documenti conciliari]. Si tratta di una scuola di pensiero che disprezza la
fede solida, i valori irremovibili, la devozione, le balaustre, etc. e che in
compenso ha il culto della ‘comunità’, dell’attivismo politico, etc.
Come
detto, lo scisma ha ormai raggiunto Canterbury. Dobbiamo quindi pregare per i
nostri amici anglicani, ma anche per Roma: anche lì lo scisma è in agguato e
anzi, se non interviene un miracolo di Dio, è già quasi certo e potrebbe
portare a delle divisioni e a una confusione ancor più grandi.
Sia
chiaro che il miracolo per cui dobbiamo pregare non è che la Chiesa rimanga in
qualche modo unita, perché queste fedi così diverse non hanno alcuna
possibilità di rimanere insieme in uno spirito di rispetto reciproco: come
abbiamo già affermato, si oppongono reciprocamente. Il miracolo di cui abbiamo
bisogno è che la Chiesa si svegli dal suo sonno, si erga in difesa della verità
e rifiuti l’errore. Abbiamo bisogno di un martello degli eretici,
come venne definito un tempo San Domenico. Ma come possiamo sperare che arrivi
se sono così tanti i vescovi che sembrano essere proprio una parte del problema
piuttosto che la sua soluzione, e se la virilità sembra così fuori moda?
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Nessun commento:
Posta un commento