La Parola di Dio per la
XXIII Domenica C
La prima
lettura di questa domenica riecheggia il Salmo 8: O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli
angeli, di gloria e di onore lo hai coronato.
Ma essa ci ricorda
anche il profeta Isaia lì dove avverte da parte di Dio: “I miei
pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo
del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le
vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri (Is 55,6-9).
L’
uomo è creato grande da Dio, quasi un partner di Lui, ma la sua sapienza è
limitata. Egli può elevarsi ad altissime conoscenze ma non può penetrare nel
profondo della sapienza divina. Senza il dono dello Spirito, attraverso la
Parola di Dio e la Tradizione, che sono le fonti della rivelazione, egli non
può giungere alla pienezza della verità. E’ vero che anche fuori dalla Fede ci
sono elementi di verità ma sono come semplici riflessi della vera Fede e ad
essa orientati.
La
cultura scientifica e tecnica, così come la filosofia, meritano il nostro apprezzamento ma non
andranno a buon fine senza essere orientati dalla luce del piano di salvezza di
Dio per l’ uomo. E tale piano può essere conosciuto grazie alla Chiesa, maestra
di saggezza, chiamata ad annunciarlo a tutte le genti. Esiste una vera e una falsa
sapienza, che sono facilmente individuabili dal loro rapporto con la Bibbia, il
Magistero, la preghiera e l’ umiltà …... Grazie allo Spirito santo possiamo
fare il discernimento necessario distinguendo il bene dal male, ed il bene
momentaneo da quello eterno. La sapienza umana possiede molti aspetti positivi,
ma non è libera dalla menzogna e dall’ errore, oltre che dall’ illusione. Solo
la Fede è fonte di sapienza autentica … invece coloro che hanno rigettato la Parola del Signore quale sapienza possono
avere? ( cfr Ger 8,9)
Proprio perché la sapienza è dono di Dio dobbiamo chiederla e accoglierla con
umiltà perché il Signore si lascia trovare da coloro che non ricusano di
credere il Lui, (Sap 1,2)
D’
altra parte il salmo 126 è chiaro: Se il Signore non costruisce la casa, invano
si affaticano i costruttori. Se
il Signore non vigila sulla città, invano
veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che
mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. Lo
stesso Apostolo delle genti afferma che la sua predicazione non si è basata su
discorsi persuasivi di sapienza umana ma sulla manifestazione dello Spirito (1 Cor 2, 1-6).
Anche il brano del vangelo di Luca ci parla della sapienza che deriva dall’ incontro con Cristo, una Sapienza incarnata per la quale vale la pena di sacrificare ogni altro affetto, anche legittimo. Gesù non chiede certo ad alcuno di odiare i parenti, ma di preferire loro la sua sequela, con il linguaggio di sant’ Ignazio negli Esercizi Spirituali potremmo usare il concetto di magis, dove non si tratta di scegliere tra il bene e il male, ma tra un bene minore ed uno maggiore, tra un bene particolare ed uno universale …. Gesù non ha mai addolcito le esigenze della sequela per favorire le masse, e puntare sul numero. Ad ognuno chiede: amice ad quid venisti? (Mt 26,50). Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Perciò Gesù disse ai dodici: Volete andarvene anche voi? (Gv 6, 66-67) Gesù non si fa complice della nostra debolezza ma ci vuole coinvolgere nelle esigenze della sua generosità, con grande magnanimità. Dio ama chi dona con gioia ( 2 Cor 9, 7)
Il
Vangelo di questa domenica ci mostra come il Signore colga l’ uomo nella sua vita
reale, nell’ ambito più intimo delle sue relazioni familiari, ma come proponga
un legame di gran lunga superiore agli affetti naturali e parentali. Termini
come padre, madre fratello in Cristo assumono una pregnanza assai più ricca i
quella naturale. Il Vangelo non distrugge ma va oltre i legami umani, in una
sublimazione rispettosa del modello umano.
L’
esigenza del Cristo non è mai disumana e non eccede le nostre forze, ma non si
deve isolare tele esigenza dal suo contesto di Fede e di Amore. La stessa croce
va valutata in prospettiva del Magis,
del bene superiore. D’ altra parte san Vincenzo de Paoli diceva che nessun vero
bene si fa senza soffrire, e s. Teresa di Lisieux affermava che l’ amore non
vive che di sacrifici. Qual è l’ amore che non ricorre al linguaggio del
sacrificio? Esso è la prova e l’ espressione del mio amore.
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