martedì 3 gennaio 2012



Preghiera a Maria   K. Rahner  s.j.


MATER PURISSIMA
(P. Cipolletta)

Vergine Santa, vera Madre del Verbo eterno venuto nella nostra carne e nel nostro destino; Donna che nella fede e nel tuo Figlio benedetto hai accolto la sal­vezza di noi tutti; Madre, dunque, di tutti i redenti; tu che vivi per sempre nella vita di Dio; tu che sei vicina a noi, perché chi è più strettamente unito a Dio è più vici­no a noi!
Esprimendo la gratitudine dei redenti, noi celebria­mo l'eterna misericordia di Dio che ti ha redenta. Quan­do tu cominciavi ad essere, la grazia santificante ti aveva già prevenuta, e questa grazia senza pentimenti non ti ha mai più abbandonata. Tu percorresti la via di tutti i figli di questa terra, gli stretti sentieri che sembrano ser­peggiare senza sbocco attraverso il tempo, le vie delle cose ordinarie e della sofferenza mortale. Ma erano le vie di Dio, i sentieri della fede e dell'incondizionato «Avvenga di me secondo la tua parola». In un istante che non tramonta mai più e che resta valido per tutta l'e­ternità, la tua parola fu la parola dell'umanità e il tuo «sì», l'amen di tutta la creazione al «sì» di Dio. E tu con­cepisti nella fede e nel tuo grembo colui che è nello stes­so tempo Dio e uomo, Creatore e creatura, beatitudine immutabile e senza tramonti, destino amaro e votato al­la morte terrena: Gesù Cristo, nostro Signore. Tu hai detto «sì» alla nostra salvezza. Come donna della nostra stessa stirpe hai pronunciato per noi quel «fiat». Per noi hai accolto e tenuto nascosto nel tuo grembo e nel tuo amore colui nel cui nome soltanto v'è salvezza in cielo e in terra.
                                            
II tuo «sì» è rimasto tale per sempre. Non fu mai più ritirato, neppure quando nella storia della vita e della morte del tuo figlio si manifestò in modo chiaro chi era realmente colui che tu avevi concepito: l'Agnello di Dio, che prese su di sé i peccati del mondo; il Figlio del­l'uomo, che l'odio contro Dio della nostra stirpe peccatrice inchiodò sulla croce; la luce del mondo, che gli uo­mini di questo stesso mondo gettarono nelle tenebre di quella morte che era nostra sorte. Tu, Vergine Santa, stavi sotto la croce del Redentore, ai piedi del vero albe­ro della conoscenza del bene e del male, del vero albero della vita, come la nuova Eva e la Madre dei viventi. In te l'umanità redenta, la Chiesa, stava ai piedi della croce del mondo e riceveva il frutto della redenzione e della salvezza eterna.

Intercedi per noi, Madre!  Qui, Vergine e Madre, è raccolta una comunità di redenti e di battezzati. In questa comunità dove la co­munione di tutti i santi è visibile e tangibile, noi implo­riamo la tua intercessione. La comunione dei santi, in­fatti, abbraccia quelli che stanno ancora sulla terra e quelli che sono ormai giunti al compimento: nella comu­nione dei santi nessuno vive per sé solo, e dunque nep­pure tu. Perciò tu preghi per tutti coloro che, come fra­telli e sorelle redenti, sono uniti a te in questa comunio­ne dei santi, e noi confidiamo in te e imploriamo la tua potente intercessione, che non rifiuti neppure a quanti non ti conoscono. Tu ci ottieni la grazia di essere dei veri cristiani, dei veri redenti e dei veri battezzati; di essere sempre più conformi alla vita e alla morte di nostro Si­gnore; di vivere nella Chiesa e nel suo Spirito; di essere adoratori di Dio in spirito e verità; di essere testimoni della salvez-za con tutta la nostra vita in ogni sua espres­sione; di essere uomini puri e castigati, veritieri e che in tutto cercano la verità; di essere coraggiosi e umili nel prepararci  nell'esplicare la nostra professione, che noi consideriamo santa vocazione di Dio; di essere figli di Dio lieti e fiduciosi, che edificano sul fondamento del Si­gnore di tutti i tempi, oggi e per sempre.

Noi ci consacriamo a te, Vergine e Madre santa, per­ché ti siamo già consacrati. Come siamo edificati non soltanto sulla pietra angolare che è Gesù Cristo, ma an­che sul fondamento degli apostoli e dei profeti, così la nostra vita e la nostra salvezza dipendono sempre anche dal tuo «sì», dalla tua fede e dal frutto del tuo seno. Se, dunque, diciamo che vogliamo essere consacrati a te, confessiamo solo che vogliamo essere ciò che già siamo, confessiamo che vogliamo assumere nel nostro spirito e nel nostro cuore e nelle opere dell'uomo interiore ed esteriore ciò che già siamo. Con questa consacrazione noi cerchiamo semplicemente di fare sì che la storia del­la nostra vita segua l'itinerario della storia della salvez­za, che Dio ha già operato e nella quale ci ha già inseriti. Noi veniamo a te perché la nostra salvezza ebbe luogo in te e da te l'abbiamo ricevuta. Poiché così ti siamo consa­crati e a te ci consacriamo, mostra a noi, consacrati nella tua grazia, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. Mo­straci Gesù, il Signore e il Redentore, la luce della verità e l'avvento di Dio nel nostro tempo. Mostraci Gesù, che veramente ha sofferto e veramente è risuscitato. Mo­straci Gesù, che è il Figlio del Padre e il Figlio della ter­ra, perché è Figlio tuo. Mostraci colui nel quale siamo stati veramente liberati da tutti i principati e le potestà che tuttavia stanno ancora sotto il cielo; colui nel quale siamo stati liberati, anche se l'uomo terreno rimane an­cora soggetto a quelle potestà. Mostraci Gesù, ieri, oggi e nell'eternità.

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