Il 17
febbraio dell’anno 1600 fa venne arso vivo a Campo de’ Fiori a Roma il
noto filosofo Giordano Bruno, ad opera del Tribunale Ecclesiastico. Oggi
ci viene presentato dalla scuola e da buona parte della storiografia
come un martire del libero pensiero caduto vittima della terrificante
macchina inquisitoriale per le sue tesi che si discostavano
dall’ortodossia cattolica. Ma chi fu veramente Giordano Bruno?
Noto per
la sua misoginia, Bruno dovette fuggire nel 1576 dal convento nel quale
risiedeva per evitare un processo per eresia e viaggiando per l’Europa
acquistò la fama di mago e di esperto della tradizione ermetica.
Rifugiandosi nel 1579 nella Ginevra calvinista, inizialmente aderì al
calvinismo per poi esserne scomunicato.
Lavorò in
seguito come spia di sir Francis Walsingham (capo dei “servizi segreti”
inglesi dell’epoca) nell’ambasciata francese a Londra per contrastare i
cattolici inglesi, tradendo da un lato l’ambasciatore Michel de
Castelnau che lo ospitò e non facendosi scrupoli dall’altro di
utilizzare il saio domenicano (entrò in quell’ordine a 14-15 anni) per
ottenere informazioni che potessero essere poi rivolte a danno dei
cattolici in Inghilterra (ad es. denunciò un penitente che gli aveva
confessato di aver voluto assassinare la regina).
Dopo la
sua attività spionistica a Londra, tornerà a Parigi da Enrico III di
Valois (che lo aveva sempre accolto e protetto), ma ne venne espulso nel
1586 a causa dell’ennesima discussione degenerata in una rissa. Si
trasferì quindi a Marburgo in Germania ottenendo una cattedra
universitaria che fu costretto ad abbandonare a causa di un litigio col
rettore, spostandosi di conseguenza a Wittenberg (città dove Lutero
affisse le sue 95 tesi) e abbracciando il luteranesimo in funzione
anti-cattolica (vorrei ricordare che 4 anni prima nel suo libello
“Spaccio “ il Bruno auspicò che i luterani venissero “sterminati ed
eliminati dalla faccia della terra come locuste, zizzanie, serpenti
velenosi”). Una volta lasciata questa città andò a Praga dall’imperatore
Rodolfo II, il quale a causa della sua fascinazione nei confronti
dell’esoterismo lo accolse, ma non appena verificato che le “abilità
magiche” da lui tanto decantate non corrispondevano ad un dato di
realtà, Bruno dovette abbandonare Praga dirigendosi alla volta di
Helmstadt nel 1589, dove fu presto scomunicato dal pastore luterano
locale.
Viaggiò
successivamente a Francoforte, Zurigo e Padova, per poi approdare a
Venezia nel 1591, ospitato da una cerchia di nobili veneziani (tra cui
spiccava Giovanni Mocenigo) desiderosi di conoscere i segreti
dell’occulto e della magia, ma il Bruno non ardiva altro se non
assoggettare Papa Gregorio XIV alla sua visione religiosa e politica
tramite…la magia. Qui si concluderà la sua vicenda quando il Mocenigo lo
farà arrestare dall’Inquisizione il 23 maggio 1592.
http://www.radiospada.org/2013/02/giordano-bruno-tanto-fumo-poco-arrosto/
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